Guerra in Israele, il neo cardinale Pierbattista Pizzaballa a Cologno: "Il mio cuore lacerato è in Terra Santa"
Sono oltre 700 i morti, 2.500 i feriti, 750 i dispersi e almeno 100 gli ostaggi nelle mani di Hamas.
È guerra in Israele, dopo l'agghiacciante operazione terroristica lanciata da Hamas sabato nella strisca di Gaza. E dalla Bassa bergamasca, sua terra d'origine, il neo cardinale Pierbattista Pizzaballa torna a far sentire la sua voce per la pace, quella pace inseguita e caldeggiata in oltre dieci anni di lavoro prima come Custode di Terra Santa e poi come Patriarca latino di Gerusalemme.
Padre Pierbattista Pizzaballa ha parlato a lungo durante l'omelia nella grande chiesa di Cologno al Serio dove domenica mattina è stato accolto dalla sua comunità natale. Dopo le celebrazioni in Duomo a Bergamo, sabato, in occasione del Porporato, anche a Cologno Pizzaballa è tornato a parlare della violenza che proprio in quelle ore stava travolgendo la Striscia di Gaza: "Il mio cuore è lacerato - ha esordito - Sono grato di essere qui, anche se in questo momento il mio cuore è lacerato, è là".
La raffica di attentati in Israele: oltre 700 morti, è guerra
Il nuovo bilancio dei morti israeliani, spiega l'Ansa, è di 700. Sono 2.500 i feriti, 750 i dispersi e almeno 100 gli ostaggi nelle mani di Hamas. Mentre il Governo di Israele ha annunciato lo stato di guerra in risposta al più grave attentato contro obiettivi civili della sua storia, una colonna di carri armati si sta dirigendo verso Gaza, pronta a sferrare un'operazione via terra contro Hamas a Gaza entro 24-48 ore.
"Sono molto contento e grato al Signore per essere qui nel mio paese natale, nella chiesa dove ho ricevuto il battesimo e sono cresciuto, anche se in questo momento il mio cuore è lacerato, è là - ha esordito domenica mattina a Cologno padre Pierbattista Pizzaballa - Sento un po' di apprensione anche se bisogna mantenere le giuste distanze da questa situazione e non lasciare che le emozioni prevalgano su di noi. E' molto bello vedere tutto il paese presente, stavano preparando le celebrazioni anche a Gerusalemme ma le circostanze ci hanno ricordato di tenere i piedi per terra e riportato alla realtà dolorosa e difficile che abbiamo a Gerusalemme".
"In Terra Santa un odio profondo e radicato che fa perdere la dignità umana"
E ancora: "In Terra Santa c'è un odio profondo e radicato che fa perdere anche la dignità umana, la comunità cristiana è piccola e non ha potere ma forse per questo è più libera: abbiamo il dovere di mantenere vivo il senso della dignità. Il Cristianesimo prima che una religione è uno stile di vita, si basa sul riconoscere che l'uomo è fatto a immagine e somilgianza di Dio, e questo deve concretizzarsi nel nostro modo di rapportarci con gli altri".
"Il territorio non è nostro, non ci appartiene"
Padre Pierbattista Pizzaballa ha proseguito ragionando sulla proprietà della terra come ragione e causa dell'odio e della guerra.
"Il territorio dove siamo calati non è nostro, non ci appartiene, questo vale anche nelle relazioni: quelle in cui uno si sente padrone dell'altro si esauriscono, mentre quelle basate sul dono fioriscono - ha rimarcato - E' così per famiglia, per la chiesa: molti sacerdoti si sentono padroni delle loro parrocchie e queste si spengono. La questione del possesso e della proprietà è motivo di scontro in Terra Santa: quando si dice "io e nessun altro, la proprietà è solo mia" non si tiene in considerazione l'altro. In tutti i contesti dove c'è il dono nasce la vita, dove non c'è si spegne. E dove c'è il dono c'è anche la fiducia, che supera tutti i nostri piccoli e grandi fallimenti".
QUI il resto dell'omelia del neocardinale Pierbattista Pizzaballa.
Da Cologno al Serio alla Terra Santa: chi è Pierbattista Pizzaballa
Francescano, nato a Castel Liteggio (Cologno al Serio) da genitori di Brignano Gera d'Adda, padre Pierbattista Pizzaballa è stato ordinato sacerdote in cattedrale nel 1990 e subito ha cominciato il suo lavoro a Gerusalemme dove consegue la Licenza in Teologia Biblica allo Studium Biblicum Franciscanum di Gerusalemme. Dopo anni come Vicario Generale del Patriarca Latino di Gerusalemme per la cura pastorale dei cattolici di espressione ebraica in Israele, è stato membro della Commissione per i rapporti con l’Ebraismo del Pontificio Consiglio Promozione Unità dei Cristiani.
Per dodici anni, poi, è stato Custode di Terra Santa (05.05.2004 -20.05.2016) e contemporaneamente Ministro Generale dell’Ordine dei Frati Minori. Il 24 giugno 2016, papa Francesco lo ha nominato Amministratore Apostolico del Patriarcato latino di Gerusalemme, in quel momento sede vacante, e nell'ottobre 2020 è stato nominato lui stesso Patriarca Latino di Gerusalemme. Si tratta di una delle figure più carismatiche e importanti della Cristianità in Medio Oriente, e non solo. Quest'anno è arrivata la nomina a Cardinale.