Cronaca

Global Sumud Flotilla, il bergamasco Dario Crippa trasferito nel carcere israeliano di Ketziot

Mentre a Bergamo, come in tutta Italia, proseguono le manifestazioni per Gaza, c'è apprensione per le sorti dell'attivista 25enne

Global Sumud Flotilla, il bergamasco Dario Crippa trasferito nel carcere israeliano di Ketziot

C’è anche il bergamasco Dario Crippa, figlio dell’assessore ai Servizi per l’infanzia di Bergamo Marzia Marchesi, tra gli italiani ora in mano alle autorità israeliane dopo aver tentato di sfondare il blocco navale con la Global Sumud Flotilla.

Ancora trattenuto dagli israeliani

Come riporta Prima Bergamo, tra i 22 attivisti italiani fermati la scorsa notte dalla marina israeliana, c’è anche il 25enne che si era imbarcato a bordo dell’Otaria per far rotta verso la Striscia. Com’era prevedibile l’imbarcazione non è riuscita a oltrepassare il blocco navale imposto da Tel Aviv: il giovane è stato fermato alle prime ore di ieri, tra le 2 e le 2.30, e in seguito è stato diffuso un video che aveva registrato in precedenza.

Nel filmato, il giovane afferma in inglese di essere trattenuto contro la sua volontà dalle forze dello stato ebraico, esortando chi sta guardando a chiedere al governo del proprio Paese di agire per ottenere “il suo rilascio e la fine del genocidio a Gaza”.

Attivisti portati a terra e identificati

Fino a poche ore fa, le informazioni sulla sua situazione erano ancora poche. Il contingente olandese della Flotilla, poco dopo l’abbordaggio delle navi israeliane e lo spegnimento delle telecamere, ha confermato alla famiglia che era stato preso. Chiamata la Farnesina, questa ha fatto sapere che tutti sarebbero stati portati a terra e poi identificati, ma l’assessore insiste sul fatto che siano stati fermati illegalmente in acque internazionali e si è detta “molto agitata e preoccupata”.

Secondo gli ultimi aggiornamenti, Crippa sarebbe stato trasferito nel carcere di Ketziot, nel deserto del Negev, a Sud-Ovest di BeerSheba e a circa trenta chilometri  dal confine con l’Egitto.

Data l’attenzione internazionale e il fatto che degli avvocati, i quali hanno assistito i fermati negli interrogatori, li stiano raggiungendo nella struttura detentiva, c’è da sperare il governo di Tel Aviv faccia attenzione nel gestire la vicenda. Anche l’ambasciatore italiano, stando alle informazioni, starebbe per incontrare i componenti della Flotilla in carcere.