Fiumi, la strage estiva: sette morti da maggio a oggi
L'appello dei volontari (derisi e insultati) al lavoro ogni domenica a Fara: "L'Adda non teme le vostre prove di coraggio"
Sette morti nei fiumi della Bergamasca, soltanto da maggio a oggi. È l'ennesima strage quella che si consuma in questa torrida estate sulle sponde dell'Adda, del Serio, del Brembo e dell'Oglio, dove in barba ai divieti e incuranti dell’attività di sensibilizzazione e allerta dei volontari, gli irriducibili del bagno ogni giorno sfidano le acque e le correnti. Una strage annunciata, come ogni anno, le cui vittime - anche per ragioni culturali, probabilmente - sono nella stragrande maggioranza dei casi stranieri.
La dura vita dei volontari sull'Adda, insultati e derisi
A riportare alla luce la tematica, dopo l’ennesimo annegamento nelle acque dell’Adda, è il caponucleo della Protezione civile di Fara Maurizio Ghilardi (nella foto in alto). Ogni domenica scende in campo con i suoi volontari per controllare e sensibilizzare chi si reca sulle rive del fiume circa il divieto e il pericolo della balneazione in quelle acque.
«Noi tutte le domeniche siamo all’Adda e cerchiamo di sensibilizzare le persone che scendono a fare picnic sulla riva affinché non portino vetro, non abbandonino i propri rifiuti insudiciando il parco e le rive e, soprattutto, affinché rispettino il divieto di balneazione – ha esordito – Al di là della pericolosità del fiume, che è sotto gli occhi di tutti, a conti fatti ci troviamo tra Adda, Brembo e Serio con un morto a settimana».
E se qualcuno, sì, dimostra di recepire l’avvertimento della Protezione civile, tanti, troppi, se ne infischiano.
«Domenica, per esempio, siamo arrivati al punto di chiamare noi stessi i carabinieri perché proprio mentre avevano luogo le operazioni di soccorso del ragazzo annegato, una famiglia numerosa, di una quindicina di persone originarie dell’Europa dell’est, si divertiva a tuffarsi dal ponte in acqua, proprio mentre l’elisoccorso sorvolava l’area. Alla nostra segnalazione del pericolo, ci è stato risposto: “Tanto ci siete voi che poi correte a soccorrerci”, e anche di fronte alla minaccia di una sanzione si sono fatti beffe di noi. La verità è che purtroppo non gli importa nulla: un uomo è arrivato ad accusare me di razzismo perché mentre attraversava la passerella con la figlia munita di salvagente gli ho fatto notare che il fiume non è balneabile».
L'appello dei volontari (derisi e insultati): "L'Adda non teme le vostre prove di coraggio"
Così, esasperato, Ghilardi ha postato nei giorni scorsi un proprio pensiero attraverso i canali ufficiali della Protezione civile farese: «Il fiume Adda è una fonte di vita per il territorio e per tale motivo va rispettato. Se non lo rispetti, esso diventa una fonte di morte. L'Adda non teme le vostre prove di coraggio, ma nel mentre siete voi che dovete temere per le vostre impavide bravate. Fate in modo che i vostri picnic siano giornate di festa, di gioia delle famiglie e che non si trasformino in giornate di disgrazie. Rispettate i divieti di balneazione».
Il divieto di balneazione è assoluto, sia a Fara d'Adda che a Canonica d'Adda
Un appello, del resto, sempre più spesso rinnovato anche dai primi cittadini dei Comuni che si affacciano sul fiume: di poche settimane fa l’ultimo promemoria da parte dell’Amministrazione comunale di Fara d’Adda, mentre anche immediatamente dopo la tragedia di domenica il sindaco di Canonica d’Adda Riccardo Sonzogni ha ribadito a mezzo social come il fiume Adda sia pericoloso e sia pertanto proibito entrarvi.
Mozzanica, scatta il divieto di avvicinamento al Serio
Intanto, a Mozzanica il sindaco ha emanato un'ordinanza che letteralmente vieta l'accesso al greto del fiume Serio, quando il livello dell'acqua raggiunge l'altezza considerata "critica" di 3,5 metri. Anche il Serio infatti, nonostante il regime sostanzialmente torrentizio, può essere fatale, come dimostra anche uno dei più recenti incidenti mortali di questa stagione, avvenuto ad Alzano.