Gessate

Film sulla Shoah a scuola: la replica dei genitori

I genitori avevano espresso perplessità principalmente su "Il bambino con il pigiama a righe", ritenuto potenzialmente traumatico

Film sulla Shoah a scuola: la replica dei genitori
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Quanto accaduto ieri, venerdì 4 febbraio 2022, a Gessate, sarebbe stato frutto di un fraintendimento: i genitori che si sono presentati di fronte all'istituto pensavano che il film sulla Shoah trasmesso fosse "Il bambino con il pigiama a righe" e non "La vita è bella".

La mancata risposta e il fraintendimento

Come riporta Prima La Martesana, i genitori hanno anzitutto specificato di non aver protestato, ma di essersi presentati davanti alla scuola elementare di via Europa solo per ritirare i propri figli. Calmi e senza alcuna intenzione "bellicosa". Una decisione, però, che è stata presa alla luce di una mail inviata a inizio mese e a cui non hanno mai ricevuto risposta.

La mail inviata alla docente e alla dirigenza

"Diversi genitori sono estremamente attenti alla fruizione dei contenuti da parte dei propri figli e, conoscendo entrambe le pellicole, le ritengono inidonee alla visione da parte dei propri figli - si legge nella mail inviata da un genitore a nome anche di altre famiglie di una classe quinta - In particolare, le faccio notare che 'Il bambino con il pigiama a righe' ha un visto di censura 12+, che è stato accompagnato da notevoli polemiche perché ritenuto troppo riduttivo, mentre 'La vita è bella' è classificato 'per tutti', ma consigliato a un pubblico 13+. In particolare il primo film, i cui contenuti sono sequenzializzati con un pathos estremamente spinto e soluzioni sceniche volte a instillare l'orrore all'improvviso sul terminare del film, possono essere vissuti dai bambini, impossibilitati dal contesto a distogliere l'attenzione, come una violenza. Il contraltare psicologico, fornibile solo da uno specialista, necessario per controbilanciare la visione di sequenze di questo tipo deve passare dal controllo dell'inibizione della proiezione da parte del bambino in modo tale che egli stesso possa sospendere il flusso di visione per il tempo che gli è necessario per metabolizzare gli eventi narrati. L'esperienza di visione obbligata può assumere per i soggetti maggiormente sensibili e impressionabili i connotati di una tortura. Contenuti di questa consistenza, se non fatti fruire nella maniera ideale, rischiano non solo di non sensibilizzare, ma di ottenere il risultato contrario, sclerotizzando l'emotività del bambino e costituendo l'embrione di uno scudo di cinismo".

Nessuna risposta, genitori all'uscita

La mail si concludeva con l'invito a "sospendere la proiezione o a trovare un'attività alternativa per gli alunni figli dei genitori sottoscrittori", ma da parte dell'istituto non hanno mai ricevuto risposte. Ieri i genitori sono venuti a sapere che già da un'ora era in corso la proiezione del film sulla Shoah. Pensavano che si trattasse de "Il bambino con il pigiama a righe", film per il quale avevano avanzato le maggiori perplessità. E invece i loro figli stavano guardando "La vita è bella" di Roberto Benigni. A prescindere dal malinteso, i genitori hanno contestato il fatto che dalla scuola non fosse arrivato alcun riscontro a seguito della loro comunicazione.

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