Treviglio

Dopo due anni di "abbandono", l’Obelisco della Peste sta tornando al suo posto

Era il 26 novembre del 2020 quando, durante i lavori di potatura degli alberi, gli operai urtarono inavvertitamente il cippo in pietra di Sarnico che si trova lì dal 1630.

Dopo due anni di "abbandono", l’Obelisco della Peste sta tornando al suo posto
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A distanza di quasi due anni, l’Obelisco della Peste sta tornando al suo posto. Sono in corso i lavori di restauro di uno dei monumenti più antichi di Treviglio, testimonianza di una delle più grandi tragedie che colpì la città: l’Obelisco eretto per ricordare per i morti della peste "manzoniana" del 1629, che sterminò circa 4 mila trevigliesi, posto in viale del Partigiano, all’angolo con piazza Setti. Per due anni, in attesa dei restauratori, è rimasto a terra coperto da un telo, a seguito di un piccolo incidente.

L'incidente all'Obelisco della Peste

Era il 26 novembre del 2020 quando, durante i lavori di potatura degli alberi, gli operai urtarono inavvertitamente il cippo in pietra di Sarnico che si trova lì dal 1630. Proprio dall’altra parte della strada, dove sorge la chiesa di San Carlo, c’era infatti il cimitero dove venivano sepolti i morti della Peste. E proprio durante un’altra epidemia, quella di Covid, l’Obelisco è stato danneggiato.
Da allora ci sono state polemiche su Facebook, interpellanze dell’opposizione e lettere ai giornali per chiedere di rimettere al suo posto l’antico monumento. Senza contare il pressing dell’Amministrazione comunale alla Sovrintendenza delle Belle Arti, con diversi solleciti per richiedere l’intervento e rimetterlo finalmente in piedi.

Via al cantiere

Un paio di mesi fa la svolta. Gli operai, della stessa azienda addetta alla potatura degli alberi che aveva provocato il danno, hanno recintato e cantierizzato l’area. Dopodiché, nei giorni successivi sono iniziate le operazioni preliminari. Mercoledì ha invece fatto la sua comparsa una gru, con il compito di sollevare le varie componenti dell’Obelisco. Il monumento, infatti, si stenterà a crederci, era composto dal corpo principale, su cui era semplicemente poggiato un basamento, e su cui a sua volta era posta la lunga "punta" con il famoso teschio sulla cima. Il tutto era rimasto incredibilmente in equilibrio per quasi 400 anni, nonostante spesso l’Obelisco sia stato utilizzato come "parete" da arrampicata.

I restauratori hanno quindi deciso di frapporre tra le varie parti una sorta di malta, con l’obiettivo di rendere il tutto più stabile. Dopodiché si procederà anche con i lavori di recuperi delle parti ammalorate. Una data di fine lavori ancora non c’è, ma quantomeno è cominciato il conto alla rovescia per restituire ai trevigliesi uno dei monumenti che hanno fatto la storia della città.

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