Data center, la minoranza "Insieme per Arcene" vuole chiarezza
"Insieme per Arcene" ha avanzato alcune nuove domande alla maggioranza, sperando che stavolta non rimangano inevase

"Insieme per Arcene" vuole chiarezza. L’accordo proposto dall’Amministrazione Ravanelli con i Comuni di Gandellino e Berbenno, che prevede la cessione da parte di questi ultimi di 50mila metri quadrati di aree edificabili per la costruzione del data center, ha lasciato interdetto il gruppo di minoranza arcenese.
Data center, i dubbi della minoranza
Dopo le rimostranze di Legambiente, anche "Insieme per Arcene" ha deciso di puntare il dito contro la scelta del sindaco Roberto Ravanelli e della sua maggioranza di ricorrere allo strumento regionale della perequazione urbanistica intercomunale per ottenere la metà dei 100mila metri quadrati necessari per la realizzazione dell’innovation hub che dovrebbe sorgere nel PLIS della Gera d’Adda, nell’area a ovest della stazione ferroviaria.
"Tutto questo – hanno fatto sapere i consiglieri Silvano Foresti, Fabio Ghidotti, Enrico Guarnieri e Alessio Spini attraverso un comunicato divulgato lo scorso 6 giugno – sembra funzionale ad approvare la costruzione di un grande edificio adibito a data center su un’area che è attualmente agricola e non edificabile. La normativa vigente, che mira a limitare il consumo di suolo, non permetterebbe di aumentare le aree edificabili, salvo forse il ricorso a escamotage simili a questa perequazione".
L’utilizzo di quest’ultima per aggirare i limiti di consumo di suolo, secondo "Insieme per Arcene", sarebbe soltanto l’ultima delle azioni ambigue fatte dalla maggioranza nell’ambito dell’operazione data center.
"Da quando siamo entrati in carica, a giugno dell’anno scorso – ha proseguito la minoranza – abbiamo più volte sottolineato l’importanza di seguire un iter chiaro e trasparente nella valutazione di un’operazione economicamente rilevante e destinata ad avere un impatto significativo sul nostro territorio. Invece, la vicenda diventa sempre più opaca e ingarbugliata. Basti pensare che, fino a martedì 13 maggio, la versione 'ufficiale' era che il consumo di suolo sarebbe stato possibile perché il costruttore avrebbe presentato una domanda allo Sportello Unico Attività Produttive (SUAP) del Comune di Arcene. D’altra parte, il Comune ha conferito un incarico da 50mila euro a due tecnici (l’avvocato Andrea Di Lascio e l’ingegnere Marcello Fiorina, ndr) per preparare un protocollo d’intesa, senza che le linee guida assegnate ai professionisti venissero mai discusse o spiegate nel dettaglio al Consiglio comunale. Secondo il sindaco, il protocollo dovrebbe servire a 'blindare i quattro milioni di euro in opere'. Sebbene il capogruppo di maggioranza (Fabio Mariani, ndr) dichiari che 'il protocollo d’intesa non ha la forza vincolante di un contratto'”.
Di fronte a tali ambiguità, nei mesi addietro, dai banchi dell’opposizione sono stati richiesti diversi chiarimenti in merito alle procedure che si intendevano seguire.
"Tuttavia abbiamo ricevuto sempre risposte vaghe, imprecise e/o incomplete. Il 16 aprile abbiamo depositato in Comune un’ulteriore interpellanza. Dopo quasi un mese, precisamente il 15 maggio, ci è pervenuta per la prima volta una risposta precisa sull’argomento in questione: peccato non vi sia alcun riferimento alla pratica delle perequazioni. Ricordiamo che il sindaco ha aperto il suo mandato dichiarando: 'Condivideremo sempre tutto, perché le scelte della Giunta saranno sempre portate in Consiglio. Sarò estremamente trasparente'. Eppure, per l’ennesima volta, ci ritroviamo a leggere sulla stampa le decisioni dell’Amministrazione, senza che siano mai state condivise o spiegate ai cittadini o al Consiglio".
Le nuove richieste
In virtù di ciò, "Insieme per Arcene" ha avanzato alcune nuove domande alla maggioranza, sperando che stavolta non rimangano inevase.
"In cosa consistono gli accordi che il sindaco avrebbe sottoscritto? – ha chiesto l’opposizione – Perché, qualora fosse cambiato qualcosa relativamente alla procedura SUAP, il sindaco e l’Amministrazione non si sono prodigati a comunicare ai cittadini questo cambio di metodo data la rilevanza della questione? Perché la risposta alla nostra interpellanza non fa riferimento alla procedura relativa alle perequazioni? Dove sono gli atti di questi accordi, dato che non sembrano essere registrati nel protocollo del Comune? Perché, sebbene vi sia un evidente ed enorme impatto economico e ambientale sul territorio di Arcene, la Commissione Territorio del nostro paese non è mai stata coinvolta o almeno informata? E perché, dall’inizio del mandato, non è mai stata convocata? L’Amministrazione renderà consultabile il progetto del data center nella prima convocazione della Commissione Territorio?".