Il titolare del noto agriturismo “Cascina Reina” di Masano, Gaetano Nodari, per tutti Tano, è mancato questa mattina, giovedì 9 ottobre 2025, all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, dov’era ricoverato. I funerali verranno celebrati sabato 11 ottobre alle 15.30 nella chiesa parrocchiale dei SS Fermo e Rustico.
Stroncato da una polmonite
Un vulcano di idee Tano, 68enne imprenditore di Caravaggio sposato con tre figli, sempre pronto a guardare avanti, a inventarsi qualche nuova attività. Circa otto mesi fa era stato ospite anche in tv, per la trasmissione “Cash or trash” sul Nove. Di sogni ne aveva ancora tanti da realizzare, con l’entusiasmo e la grinta di un ragazzino, ma questa volta il destino lo ha tradito.
“Era ricoverato da una settimana a causa di una polmonite da Covid – ha raccontato un’amica – da qualche tempo si era ammalato di tumore e sebbene sopportasse benissimo la chemioterapia, le sue difese immunitarie si erano abbassate e purtroppo la polmonite non gli ha lasciato scampo. Io gli devo la vita: quando ebbi un ictus fu lui a chiamare un’ambulanza che mi portò in tempo al Papa Giovanni XXIII. Se non fosse stato per lui non sarei qui oggi… Mi è sempre stato vicino. Piango un grande amico”.
Nel 2020 il trapianto di cuore
Il suo era un sorriso contagioso. Tano era un uomo pieno di voglia di vivere, che sprizzava dai suoi vispissimi occhi azzurri, tanto che nemmeno il suo cuore era riuscito a star dietro al suo impeto: nel 2020, infatti, era stato il millesimo trapiantato al Papa Giovanni XXIII. Aveva affrontato l’intervento a 63 anni e ne era uscito benissimo, come sempre anche allora ne aveva parlato con il sorriso sulle labbra.
“Fanno davvero miracoli – aveva esclamato, per nulla scalfito dalla dura prova che aveva affrontato – l’Italia, pur con tutti i suoi difetti, non è seconda a nessuno. Qui ho trovato una preparazione e un’umanità davvero encomiabili. Non posso che avere parole di gratitudine per loro e per la persona che con il suo gesto mi ha permesso di continuare a vivere. Ho sempre creduto che ce l’avrei fatta, sono sempre stato una persona positiva e che si circonda di cose positive che sanno darmi energia, quella che nemmeno io pensavo di avere”.
Dopo quell’esperienza si era poi reso disponibile testimoniare tra i ragazzi delle classi terza, quarta e quinta di un liceo scientifico di Monza il “miracolo” della sua seconda vita, su proposta del cardiochirurgo Laura Scarpa. “Ho trasmesso il mio rispetto per la scienza, grazie alla quale sono ancora qui” aveva detto.
Un imprenditore vulcanico: “Sono i sogni a tenerci vivi”

Non stava mai fermo, il suo agriturismo negli anni è diventato un punto di riferimento per gli amanti della buona cucina, della natura, degli animali e della tradizione: nello stabile aveva, infatti, creato persino un museo contadino ed era in corso la realizzazione di una nuova struttura, una cattedrale vegetale. Aveva, infatti, destinato un campo alla piantumazione di alberi e, con il legno di vecchi ulivi morti, aveva fatto scolpire un piccolo altare. Doveva essere un luogo dedicato a chi volesse un momento di raccoglimento e a ognuno dei visitatori sarebbe stata donata una piantina. Purtroppo non avrà la possibilità di vederla conclusa. E poi l’adorato campo di volo adiacente alla struttura. Non solo. Dopo il trapianto aveva detto di avere un altro progetto e lavorava per realizzare anche quello.
“Questo sogno mi ha dato la forza di andare avanti – aveva spiegato – Voglio costruire una locanda ispirata all’arte del Caravaggio e ai Promessi sposi di Alessandro Manzoni. Io amo l’arte, i giovani, le menti chiuse mi soffocano e così voglio realizzare qualcosa che consenta ai turisti di conoscere la terra del Caravaggio e ai ragazzi di poter godere di uno spazio di aggregazione dove poter socializzare e magari dare sfogo alle proprie inclinazioni. L’idea è nata qualche anno fa, quando ho fatto un viaggio in Argentina e, chiacchierando col mio inglese maccheronico con alcuni stranieri, è venuto fuori che venivo da Caravaggio. Tutti si sono sprecati in complimenti per il grande artista e uno di loro mi ha detto che avrebbe voluto portare i suoi figli dove aveva vissuto il grande pittore. È stato lì che mi sono reso conto che in città gli abbiamo dedicato solo una via”.
Ecco allora che l’imprenditore aveva cominciato a pensare a una struttura recettiva, collegata al suo agriturismo. Acquistato lo stabile in via Seriola, un pittore di Martinengo aveva poi realizzato un’opera gigantesca, di cinque metri per cinque, in cui il Merisi è rappresentato intento a dipingere la vocazione di san Matteo.
“Accanto all’edificio scorre una roggia – aveva raccontato – e siccome in Lombardia possiamo vantare anche un altro genio come Alessandro Manzoni, ho acquistato la barca che viene descritta nei “Promessi sposi” e lì nascerà il ‘Cantù di murùs’. Chi pernotterà avrà a disposizione biciclette per fare tappa anche al mio agriturismo dove realizzerò delle casette semovibili. In ognuna i giovani potranno dedicarsi a diverse arti, dalla musica, alla pittura, piuttosto che visitare il museo contadino, scoprire la campagna e le sue risorgive od osservare il cielo con il telescopio, e via discorrendo. Devo ringraziare l’architetto Giovanni Lanceni che si occupato dei lavori mentre ero in ospedale e l’Amministrazione comunale che ha appoggiato il progetto”.
Nodari aveva poi concluso così:
“Sono i sogni a tenerci vivi, ma sono per i coraggiosi che non li chiudono in un cassetto rischiando poi di morire senza mai realizzarli”.