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A Zingonia è “vietato arrendersi”: la fiamma della speranza non si spegne

Sabato le nove parrocchie della Comunità ecclesiale territoriale 13 Verdello-Stezzano si sono riunite per un'emozionante manifestazione

A Zingonia è “vietato arrendersi”: la fiamma della speranza non si spegne

Una candela blu, una rosa, una gialla e una azzurra, accese sull’altare a simboleggiare ognuna un sentimento diverso. La pace, la gioia, l’amore, troppo spesso smorzate dai comportamenti egoisti dell’essere umano. Il vescovo di Bergamo Francesco Beschi le spegne, una per una, ma resta un fiamma accesa, una fiamma che non si spegne mai: quella della speranza. Ed è con quella che tutto si può riaccendere. Potrebbe essere sintetizzata con questa immagine, semplice quanto potente, la giornata che sabato ha unito le nove parrocchie della Comunità ecclesiale territoriale 13 Verdello-Stezzano in una emozionante “Manifestazione giubilare per la speranza”.

Cos’è Zingonia davvero?

Istituzioni, associazioni, guide religiose, ma soprattutto tanti cittadini, un’intera comunità unita nel segno della rinascita. E sullo sfondo i luoghi simboli di Zingonia (a Verdellino), quelli che brillavano negli anni del sogno visionario di Zingone e che poi, in un lento declino, sono diventati emblema di degrado.

Oggi, quegli stessi luoghi, vivono una nuova fase della loro vita: quella della ripresa e dell’impegno che passa attraverso la forza di una speranza che, in questi anni, non è mai venuta meno, ma è stata coltivata con pazienza e con cura. Un seme da cui oggi germoglia un nuovo senso di comunità: multietnica, interreligiosa e determinata a cancellare quell’etichetta negativa che ha condannato Zingonia per anni.

A unire luoghi e persone, come la treccia colorata, simbolo della manifestazione, portata a spalla lungo il cammino, sono state le testimonianze di chi ha vissuto e vive Zingonia. A partire dai più giovani che hanno accolto i partecipanti nell’auditorium delle scuole in largo Cartesio per raccontare cos’è davvero Zingonia. Gli studenti delle medie, che quest’anno hanno realizzato uno straordinario lavoro sui 60 anni di Zingonia, culminato in una mostra-evento, hanno dimostrato come culture, lingue, fedi, costumi diversi possano coesistere e costruire insieme un futuro più bello.

Ad ascoltarli, nel pubblico, anche i sindaci dei Comuni dell’Ambito – tra loro Silvano Zanoli per Verdellino, Caterina Vitali per Ciserano, Osvaldo Palazzini per Boltiere e il vicesindaco di Verdello Francesco Pierotti – il vicepresidente della Provincia di Bergamo Umberto Valois, l’ex comandante della Tenenza di Zingonia e il maggiore Gerardo Tucci.

La Rinascita dalle Quattro Torri

Da lì il serpentone si è diretto alle “Quattro torri” dove l’Associazione “La Rinascita”, presieduta da Maurizio Bianzini, ha potuto raccontare l’esperienza del condominio solidale.
Una testimonianza di resilienza passata attraverso momenti difficili, di scontro e di sconforto, ma che ha saputo, poi, trovare la strada della conciliazione e della cooperazione. Tutto grazie alla forza di volontà e all’impegno di chi, in quelle case, aveva tutta la sua vita: italiani e non, arrabbiati con un sistema che non aveva saputo tutelarli, ma decisi più che mai a voler cambiare le cose. Negli anni delle grandi operazioni dei carabinieri – che hanno portato poi all’abbattimento delle torri Anna e Athena a Ciserano – anche i residenti fanno la loro parte, ricominciando dalla base e non si sono più fermati.

Lì, all’ombra dei condomini “Rinascita”, “La Fenice”, “Oleandro”, “Nuova alleanza” (interessati dai lavori di riqualificazione energetica che ne hanno cambiato il volto), a prendere la parola è il maggiore Tucci. Parla ai residenti, molti di loro divenuti così famigliari negli anni. Parla delle difficoltà, della sofferenza, ma anche dell’impegno e della collaborazione che tutto il tessuto sociale – Comune, Forze dell’ordine, parrocchia, scuola – hanno saputo mettere in campo per dare una nuova occasione a Zingonia. Ma nulla sarebbe stato possibile senza il lavoro svolto ogni giorno dai residenti, sostenuti passo passo dall’associazione che sempre ricorda di “non abbassare mai la guardia perché il pericolo di tornare indietro è sempre dietro l’angolo”.

L’abbraccio di Piazza Affari

E’ Piazza Affari a stringere in un abbraccio la folla per un momento di riflessione e di preghiera. Basta guardarsi attorno per capire che l’aria è cambiata: piazza Affari è tornata nelle mani dei suoi commercianti, dalla fontana riqualificata zampilla l’acqua e sopra svetta uno striscione che sa di promessa: “Zingonia, terra di speranza”. A condurre la preghiera sono Andrea D’Arrigo Pastore della chiesa evangelica e l’Imam Abdul Rehman.
Presenti anche il rappresentante della comunità islamica di Zingonia, Taqani Abdullah e Seck Tidiane, presidente dell’Associazione senegalese di Bergamo. Da tutti parole di speranza, quella che è servita per ridare vita a Zingonia e quella che servirà per non dimenticare la responsabilità di ognuno.

L’ultima tappa del “viaggio” porta il corteo nella chiesa parrocchiale di Maria Madre della Chiesa dove il vescovo ha celebrato la messa.

“Oggi non abbiamo ascoltato discorsi, ma esperienze concrete che confermano che sperare è possibile – ha ribadito nell’omelia – Sperare solo per se stessi, però, è fragile, mentre intrecciare la nostra speranza con quella degli altri dà solidità. Si dice siano i giovani a rappresentare la speranza, ma è compito di noi adulti consegnare loro ragioni di speranza”.

(foto credit: Circolo fotografico Verdellino)