Una mostra al Papa Giovanni XXIII per i cinquant'anni dell'Aido
La mostra itinerante resterà visitabili per due mesi prima di trasferirsi per l'ultima tappa al Palazzo della Provincia.
Inaugurata nella Hospital street dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo la mostra fotografica che racconta la nascita dell’AIDO (Associazione Italiana per la Donazione di Organi, Tessuti e Cellule), che ebbe i suoi natali proprio in terra orobica nel novembre 1971 quando fu fondata la DOB (Donatori Organi Bergamo). La mostra resterà aperta ai visitatori per due mesi.
La mostra dell'Aido sbarca al Papa Giovanni XXIII
Prosegue l’allestimento itinerante a Bergamo della mostra fotografica che ripercorre i 50 anni di attività di AIDO. Dopo due mesi di esposizione all’aeroporto di Orio al Serio, la mostra riceve l’ospitalità dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII, un luogo ad alta valenza simbolica per l’intensa attività in campo di prelievo e trapianto di organi, tessuti e cellule che qui si effettua ogni anno. Per circa due mesi, la mostra resterà visibile al pubblico nella Hospital street dell’Ospedale (ingresso 3), nell’area tra la Torre 1 (Ostetricia e Ginecologia) e l’esercizio commerciale.
L’iniziativa rientra tra le numerose manifestazioni organizzate dalla Sezione Provinciale AIDO di Bergamo e da AIDO Regione Lombardia per ricordare la nascita della DOB (Donatori Organi Bergamo) nel novembre 1971 dalla quale si generò, nel febbraio del 1973, AIDO (Associazione Italiana per la Donazione di Organi, Tessuti e Cellule).
A luglio la maratona record dei trapianti
Ad introdurre l’inaugurazione dell’allestimento in ospedale, la mattina di martedì 14 settembre, era presente il direttore generale dell’ASST Papa Giovanni XXIII, Maria Beatrice Stasi.
“Voglio innanzitutto sottolineare il legame indissolubile tra la tradizione di grande generosità del territorio bergamasco, e più in generale lombardo, con la donazione di organi da un lato, e l’attività di prelievo e di trapianto dall’altro - ha esordito Stasi - Ringrazio i soci e i volontari di AIDO, Associazione della quale apprezzo molto la dinamicità e lo spirito pionieristico, che ha permesso, partendo proprio da Bergamo, di introdurre nella società una visione moderna legata al trapianto e alla donazione. Non c’è alcun trapianto in assenza di una scelta altruistica come quella di donare gli organi dopo la morte. L’ospedale di Bergamo è impegnato da più di 35 anni ad onorare queste scelte individuali, ma allo stesso tempo così solidali. Lo facciamo anche in tempi difficili come questi. Nel 2020, anno in cui ci siamo ritrovati a fronteggiare il primo epicentro della crisi pandemica nei paesi occidentali, al Papa Giovanni abbiamo effettuato 117 trapianti di organi solidi (erano 148 nel 2019) e ben 129 di midollo, contro i 94 dell’anno precedente. A giugno di quest’anno, l’impegno e la professionalità di oltre 70 nostri medici e operatori sanitari ci ha permesso di effettuare una maratona di 6 trapianti di organo in 24 ore. Uno dei pazienti riceventi era un malato terminale di Covid, che ha ricevuto il terzo trapianto di polmoni per polmonite da Coronavirus in Italia”.
Ricordare e sensibilizzare
La mostra ha due linee tematiche: quella del ricordo, ripercorrendo le fasi evolutive e le persone che hanno contribuito a fare grande AIDO, e quella più divulgativa, che va di pari passo con l'obiettivo dell'Associazione di contribuire alla cultura del dono. Oltre a mettere in evidenza la strada percorsa dalla sua nascita nel 1971 ad oggi, la mostra vuole continuare a far maturare nei singoli la consapevolezza, anche in questo periodo di pandemia, dell’importanza del dono e rendere sempre più presente l’AIDO nel tessuto sociale.
“La foto più significativa, in un contesto di “racconto” fotografico di grande pregio, – ha spiegato il presidente regionale AIDO, Corrado Valli – è quella di una donna, che ha ricevuto un organo e che grazie a questo dono ha potuto continuare a vivere dando a sua volta origine ad un’altra vita, perché mamma di un figlio. Guardando in particolare il suo sguardo, si capisce la forza del grande messaggio di AIDO”.
“Una mostra che ha due linee e due direttrici - ha spiegato Valli -: quella del ricordo, perché scava nella nostra memoria e delinea le fasi evolutive e le persone che hanno contribuito a fare grande AIDO, e quella divulgativa che ci ricorda la nostra finalità: quella di far conoscere i messaggi di solidarietà, disponibilità e apertura all'altro, affinché il bene prezioso della vita possa proseguire grazie a noi, anche dopo, quando noi non ci saremo più”.
Il valore dei volontari
La presidente provinciale Monica Vescovi, sempre attenta a riconoscere l’impegno silenzioso e insostituibile dei volontari dell’Associazione, ha ringraziato per l’ospitalità e presentato i prossimi appuntamenti relativi ai festeggiamenti del 50esimo anniversario, precisando come "dietro a noi dirigenti ci siano tanti volontari, donne e uomini, e giovani, che lavorano in silenzio e che rendono possibile tutto questo. A loro va il mio grazie e il nostro applauso".
“Il nostro ospedale è tra i pochi in Italia autorizzati a tutte le tipologie di trapianti di organi solidi, sugli adulti e sui minori - ha aggiunto il medico referente dell’attività di Coordinamento per il prelievo e il trapianto d’organo dell’ASST Papa Giovanni XXIII, Elena Buelli - Oggi la medicina offre sempre maggiori certezze e speranze per chi, solo grazie al trapianto, può trovare una possibilità di rinascita. Questa speranza nasce purtroppo – non dobbiamo mai dimenticarlo - dal dramma per la morte di un paziente e allo stesso tempo da un suo precedente atto di enorme generosità, per aver espresso in vita la volontà di donare, oppure da un atto di generosità dei suoi familiari, qualora decidano di non opporsi alla donazione degli organi del loro caro deceduto”.
L'Aido torna dov'è nata
Tra i presenti all’inaugurazione della mostra fotografica vi erano anche una decina di gruppi comunali e due sezioni provinciali di AIDO (Bergamo e Varese), il vicepresidente provinciale Franco Cometti e il consigliere provinciale Mariangelo Cossolini, che proprio al Papa Giovanni è stato per tanti anni coordinatore al prelievo e trapianto d’organi. Per l’Ospedale Papa Giovanni XXIII era presente il direttore sanitario Fabio Pezzoli e Bibiana Del Bello, coordinatrice infermieristica per l’attività di donazione, prelievo e trapianto d’organi e tessuti. Presenti quali “ospiti speciali” anche: Roberto Pozzi, Rodolfo Rota e Giacomo Gotti che, nel 1971 furono tra i primissimi ad affiancare Giorgio Brumat nell’impegno per la nascita e la radicazione sul territorio della DOB, una Associazione altamente innovativa per quanto proponeva a quei tempi, in assenza totale di leggi a sostegno della donazione e del trapianto.
A chiudere la cerimonia Leonida Pozzi, già presidente regionale e provinciale e attualmente Consigliere provinciale di AIDO Bergamo, grande amico dell’ospedale di Bergamo
“AIDO torna oggi proprio all’Ospedale di Bergamo, dove è nata 50 anni fa - ha detto Pozzi - Nei reparti degli allora Ospedali Riuniti, Giorgio Brumat dialogò con alcuni specialisti, tra cui il professor Alfredo Guarnieri, per capire come fondare l’Associazione, in un momento in cui in Italia era ancora assente una legislazione sui trapianti e sulla donazione degli organi. Sono certo che la collaborazione tra AIDO e l’Ospedale Papa Giovanni XXIII andrà avanti anche nel futuro. Io sono trapiantato di fegato, ma conduco una vita del tutto normale. Devo la mia stessa vita a una donna che ha scelto di donare i suoi organi, ormai più di 20 anni fa. Come me, 50.000 persone oggi in tutta Italia sono la testimonianza vivente del fatto che è possibile vivere non solo per sé stessi, ma anche per gli altri”.
Dopo la tappa di settembre e ottobre all’ospedale Papa Giovanni XXIII, la mostra fotografica sarà ospitata infine nei saloni della Provincia di Bergamo negli ultimi due mesi dell'anno.