Treviglio

Un tavolo di confronto per affrontare il disagio adolescenziale

Disagi comuni a cui si sono aggiunti quelli dovuti all'emergenza sanitaria, ai vari lockdown, alla Dad, alla mancata socialità.

Un tavolo di confronto per affrontare il disagio adolescenziale
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Il disagio adolescenziale affrontato a tavolino in cerca di soluzioni per aiutare i più giovani a superare i problemi tipici (e non) della loro età. Disagi comuni a cui si sono aggiunti quelli dovuti all'emergenza sanitaria, ai vari lockdown, alla Dad, alla mancata socialità.

Il Tavolo adolescenti

Per questo il Comune di Treviglio ha promosso un incontro, il "Tavolo adolescenti", che ha avuto un appuntamento iniziale nella primavera del 2021 come osservatorio con primi interlocutori, e un secondo appuntamento ristretto nel novembre 2021. Il 16 marzo scorso, si sono incontrati col sindaco Juri Imeri il vicesindaco Pinuccia Prandina, l’assessore Valentina Tugnoli, il Garante per infanzia e adolescenza, Nicoletta Sudati e i rappresentanti di più enti del territorio.

La Garante dell'infanzia e dell'adolescenza Nicoletta Sudati

Il Tavolo ha visto la presenza dei referenti per la Tutela Minori, Risorsa Sociale, Parole Giovani, Consultorio Asst Bg ovest, Comando di Polizia di Stato e dei Carabinieri e della Polizia Locale, Centro Famiglia-Agape, Pastorale Giovanile, Fondazione Portaluppi-Cag, Dirigenze delle Scuole Polo Ambito 5.

Le conseguenze della pandemia

In apertura, il vicesindaco ha sottolineato come la pandemia e lo stato di emergenza nazionale dal 2020 ad oggi abbiano portato anche a problematiche sociali con risvolti critici per i giovani, in particolare per la fascia degli adolescenti tra i 13 e i 16 anni. Il sindaco ha sottolineato come questo Tavolo voglia essere un ambito di confronto allargato e uno spazio di coordinamento, di messa in rete delle proposte nel territorio di Treviglio.

Si è evidenziato un primo blocco di iniziative intraprese grazie a un accordo tra Comune e Consultorio Asst- Bg ovest, che ha visto la partecipazione positiva a diversi incontri per genitori di bimbi della prima infanzia, di adolescenti e di famiglie adottive, grazie all’attiva proposta dalla dottoressa Colombo, Direttrice del Consultorio. Gli interventi dei presenti hanno evidenziato i dati preoccupanti anche per la nostra zona relativi alle richieste di aiuto aumentate del 50% e poste agli sportelli psicopedagogici delle scuole, dei Consultori, dei Centri convenzionati.

Aggressività e reclusione

Il malessere che attraversa molti giovani si manifesta con comportamenti aggressivi verso sé stessi (autolesionismo, anoressia) o verso l’esterno (atti di bullismo, vandalismo, scippi - fenomeni questi già presenti da tempo nelle grandi città e che solo ultimamente stanno giungendo nei comuni più piccoli). Importante è anche il fenomeno di reclusione sociale che si è affacciato con prepotenza in questi anni: ci sono giovani che non escono di casa, non frequentano i coetanei, non vanno a scuola, con conseguente abbandono scolastico o rischio di dispersione.

Scarsa fiducia nel futuro

Gli stati d’ansia e di depressione vissuti dai ragazzi e dalle ragazze mettono in luce il loro timore per un futuro nebuloso, la difficoltà a trovare una motivazione forte alla vita, il non riuscire a costruirsi una propria identità, non intravedere la possibilità di realizzazione di sé nella società di cui si fa parte. La questione della perdita di “senso” sta alla radice di questi sentimenti.

Anche le famiglie si trovano disorientate, a volte spaventate di fronte a queste problematiche; altre volte proprio il nucleo familiare è origine di molti malesseri.

Ma ci sono anche tante speranze

Nel Tavolo tuttavia si è sottolineato anche quanti siano i giovani impegnati socialmente, culturalmente e personalmente. Un solo esempio: in Treviglio più di un centinaio di ragazzi stanno seguendo il percorso formativo per i Cre estivi degli oratori. Un dato che dà speranza e prospettiva, anche se ampia resta la problematica.

Che fare? Tre i fronti di intervento messi a tema dal Tavolo: le famiglie, a cui si vuole dedicare attenzione e aiuto per le domande di crescita dei propri figli; il coordinamento tra i servizi psico-sociali presenti nel territorio per azioni di cura e prevenzione; le proposte per ragazzi della fascia 13-15 anni raggiungendo le scuole (ultimo anno delle medie e primo delle superiori), altre per i ragazzi dai 16 anni in su, con il loro diretto coinvolgimento nella definizione di iniziative e altre ancora con progettazioni di rete delle diverse agenzie educative.

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