Un compleanno in gondola per i 25 anni della Fondazione Emilia Bosis
L'Amministrazione comunale di Verdello, dove la fondazione ha già due strutture e un progetto ambizioso, ha ricevuto in dono una scultura di Murano
Venticinque anni di impegno per curare le malattie mentali con la cultura. E’ un traguardo importante quello raggiunto dalla "Fondazione Emilia Bosis" che, sabato, ha festeggiato con una particolarissima sfilata sull’Adda.
I 25 anni della Fondazione Emilia Bosis
Presente l’Amministrazione comunale di Verdello, con il sindaco Fabio Mossali e gli assessori Livia Mossali e Marianna Limonta e gli "amici veneziani", da sempre vicini alla Fondazione che, proprio a Venezia, sull’isola di Torcello gestisce una delle sue strutture.
E sabato, Trezzo - dove ha avuto luogo la "Gondoladda" - sembrava davvero un po’ Venezia.
In gondola sull'Adda
A sfilare, da via Alzaia fino alla centrale elettrica Taccani, sei tra le imbarcazioni più belle della laguna. Come la gondola con il "parecio" realizzato in vetro di Murano dal maestro Pino Signoretto su cui era salito anche Papa Benedetto XVI durante una sua visita a Venezia. Il gioiello è stato donato alla Fondazione per questo quarto di secolo trascorso ad occuparsi di cura, riabilitazione e integrazione di persone con problemi psichici. E vogare è una delle attività che unisce ospiti e operatori che, sabato, hanno affiancato i maestri Rudi Vignotto, Luisella Schiavon e Gianfranco Vianello.
Una scultura di Murano per il Comune
"Auguriamo alla “Fondazione Emilia Bosis” di proseguire nel suo importante lavoro e nell'impegno a costruire relazioni culturali con tantissime importanti realtà", ha commentato il sindaco Fabio Mossali che ha ricevuto dal presidente della Fondazione, Piero Lucchini, una scultura realizzata in vetro di Murano dal vetraio Giancarlo Signoretto e offerta da "Cam Fornace".
Il progetto a Verdello
Attiva dal 1998, a Verdello la Fondazione gestisce già due strutture, sotto la direzione sanitaria di Carlo Saffiotti, ma sta lavorando da tempo per l’apertura di una terza. Si tratta del progetto di riqualificazione dello stabile di via Papa Giovanni XXIII, all’interno dello stallo di fronte all’asilo, acquistato dalla parrocchia per realizzare al primo piano appartamenti protetti per nuclei fragili, a piano terra, invece, un centro diurno psichiatrico.