Treviglio

Treviglio, odissea notturna per una ricetta. E alla Cad, le buste per le prescrizioni sono alla mercé di tutti

Viaggio nel marasma tragicomico cui assomiglia sempre di più il sistema della Continuità assistenziale, in una città come Treviglio in cui un cittadino su cinque, ad oggi, è senza medico di base.

Treviglio, odissea notturna per una ricetta. E alla Cad, le buste per le prescrizioni sono alla mercé di tutti
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Quando pochi minuti prima della mezzanotte, lunedì sera, il suo cellulare ha cominciato a squillare per una chiamata da «Numero privato», la povera trevigliese   deve aver pensato a uno scherzo, o a una brutta notizia in arrivo. Certamente non avrebbe mai immaginato che dall'altro capo della linea ci fosse una guardia medica, pronta a prescriverle un farmaco per una terapia cronica, ma con l'obbligo di passare a ritirarla... a Romano. In piena notte, e a quindici chilometri da casa. Eppure succede anche questo, nel marasma tragicomico cui assomiglia sempre di più il sistema della Continuità assistenziale, in una città come Treviglio in cui un cittadino su cinque, ad oggi, è senza medico di base.

L'odissea per una ricetta

La protagonista della vicenda è una ex mutuata della dottoressa Valentina Avallone. La sua odissea per ottenere una nuova ricetta per un farmaco che il marito, diabetico, assume da ormai sei anni, è cominciata lunedì e mercoledì non era ancora finita.
Come da indicazioni dell'Ats per i tanti trevigliesi «affidati» temporaneamente all'assistenza della Continuità assistenziale diurna, la donna ha chiamato regolarmente il telefono indicato per gli ex pazienti della sua ex dottoressa, con l'obiettivo di fissare un appuntamento, o di farsi prescrivere il farmaco tramite il Fascicolo sanitario elettronico. Nessuna risposta, alle diverse chiamate: la linea, aperta per poche ore a settimana, è semplicemente sistematicamente irraggiungibile. Così, in serata, ha chiamato il numero unico nazionale per richiedere assistenza, prestazioni o consigli sanitari non urgenti: il 116117, attivo anche in Lombardia. «Dopo 25 minuti di attesa, finalmente mi hanno risposto... spiegandomi che avrei dovuto contattare la Guardia medica di Romano di Lombardia o di Osio Sotto».

Nessuna risposta

Inutile dire che alla conseguente chiamata per fissare un appuntamento, non ha risposto nessuno. Evidentemente ingolfata dalle troppe richieste, la Guardia medica ha cominciato ad occuparsi delle «chiamate perse» molto tardi. E appunto, pochi minuti prima della mezzanotte tra martedì e mercoledì, ha svegliato la trevigliese chiedendo di cosa avesse bisogno. «Di una ricetta: mio marito ha bisogno della metformina, è diabetico, e ha quasi finito il blister...», ha risposto incredula lei. Una prescrizione elettronica? Impossibile: nonostante l'uomo sia in terapia da anni, l'accesso al fascicolo digitale non era possibile. «La ricetta gliela scrivo, signora, ma deve venire a ritirarla a Romano...», le spiega la Guardia medica.

Mancano pochi minuti alla mezzanotte: per un farmaco di routine davvero occorre prendere l'auto e guidare per 15 chilometri, in una città che punta ad essere la «capitale» della sviluppatissima e baricentrica pianura bergamasca? Sarà per il sonno, sarà perché sembrava una barzelletta, la paziente ha deciso di tener fede al suo ruolo, e pazientare.

La tragicommedia della Cad

«E se invece aspettassi domani? Dove e a che ora posso vedere la Continuità assistenziale diurna a Treviglio?». Beh, che domande... «Non lo sappiamo, signora: a Treviglio si decide di giorno in giorno», rispondono da Romano.
«Ho quindi richiamato il 116117, nella giornata di martedì. Mi hanno detto di presentarmi mercoledì mattina alle 9 in viale Piave, e che lì avrei finalmente potuto avere la mia ricetta». Com'è andata? Mercoledì mattina, alla Cad di Treviglio c'era una lunga fila di pazienti in coda, già dalle nove. Su un tavolino, il rotolo per la distribuzione dei bigliettini per l'ordine di arrivo era srotolato lungo mezza sala d'attesa. Accanto, a disposizione di qualunque passante, ci sono impilate le buste per richiedere le prescrizioni mediche, contenenti peraltro diversi dati sensibili. Di più: per evitare all’eventuale curiosone di fare troppa fatica, un avviso cartaceo raccomanda di scrivere «esternamente» nome, cognome e numero di telefono. Per chi fosse interessato, lo stesso cartello specifica che dentro ci sono «fotocopia della tessera sanitaria, esenzioni e richieste».

La sala d'aspetto dell'ambulatorio CAD a Treviglio, in viale Piave, mercoledì mattina

Dopo un'ora e mezza dalla teorica apertura, lo studio della Cad è ancora chiuso. E del professionista incaricato, nessuna traccia.

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