Sanità

Il disastro annunciato dei medici di base nella Bassa: cosa sta succedendo?

Le richieste dei medici di famiglia, per far fronte alla carenza - ormai un’emergenza - di dottori di base, che negli scorsi mesi ha mandato completamente all’aria l’assistenza sanitaria di base lombarda

Il disastro annunciato dei medici di base nella Bassa: cosa sta succedendo?
Pubblicato:
Aggiornato:

Meno burocrazia e più sostegno al lavoro quotidiano tramite impiegati e infermieri. Ma no ad un aumento indiscriminato del numero di pazienti in carico a ciascun medico, e no al superamento del numero chiuso nelle facoltà di Medicina, che abbasserebbe il livello di preparazione media della categoria. Sono le richieste dei medici di famiglia, per far fronte alla carenza - ormai un’emergenza - di dottori di base, che negli scorsi mesi ha mandato completamente all’aria l’assistenza sanitaria di base lombarda. Ne abbiamo parlato con Paola Pedrini, medico di base di Bergamo che è anche segretaria generale del sindacato Fimmg (Federazione italiana medici di medicina generale) in Lombardia.

Dottoressa, a Treviglio un cittadino su cinque è senza medico di base, e la Continuità assistenziale diurna non funziona. Cosa sta succedendo?

È un problema molto serio, il sistema è in difficoltà e bisogna dire che la Continuità assistenziale diurna è assolutamente insufficiente. Per carità, fanno il possibile... ma è complicato lavorare in quelle condizioni. Senza computer, senza accesso ai Fascicoli sanitari, stando in studio da soli senza assistenza. E senza il fondamentale rapporto di fiducia tra medico e paziente.

Nessuno più vuole fare il medico di base... Come se ne esce?

Il problema sarà proprio rendere più attrattivo il lavoro del Medico di famiglia, peraltro dopo che c’è stata una campagna denigratoria che lo raccontava come se fosse un lavoro di serie B, rispetto alle specialità mediche ospedaliere. Dovremmo invece rivalorizzarlo, ad esempio parlandone e spiegandone il valore ai ragazzi in Università.

Come?

Soprattutto alleggerendo i medici di famiglia dal carico di lavoro burocratico cui devono far fronte ogni giorno, da soli.

Come si è arrivati a perdere così tanti medici, senza avere giovani leve a sostituirli?

Ordine e sindacati hanno denunciato questa situazione anni fa. Nessuno ci ha ascoltati.

Cosa vede davanti a sé?

Credo che passeremo qualche anno difficile.

Anno?

Beh, due o tre almeno. Se si pensa che servono sei anni per formare un medico...

Leggi l'intervista completa sul Giornale di Treviglio in edicola oppure QUI

Seguici sui nostri canali