Sanità

Ospedale, la Cgil non firma l'accordo

Ferie e visite private: la Cgil non firmerà l'accordo tra sindacati e direzione aziendale dell'Asst Bergamo Ovest

Ospedale, la Cgil non firma l'accordo
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La Cgil non firmerà l'accordo tra sindacati e direzione aziendale dell'Asst Bergamo Ovest sulle misure per tagliare le liste d'attesa per gli utenti del Servizio sanitario pubblico: "Bene il ritiro del blocco ferie, ma non condividiamo le modalità".

La decisione del sindacato è arrivata oggi, come annunciato venerdì sera. Dopo che tutte le altre sigle sindacali di medici e infermieri avevano accolto l'accordo nel corso del primo tavolo di trattativa, la Cgil si era invece riservata di sentire i propri iscritti nel corso del weekend, prima di firmare.

La vertenza e il nodo delle visite private

Tutto era cominciato con una lettera dell'Asst a tutti i dipendenti, in cui la direzione imponeva lo stop al consumo delle ferie da parte di tutti i dipendenti da qui alla fine dell'anno, e il blocco delle visite in regime di libera professione da parte dei medici ospedalieri. Obiettivo: recuperare visite ed esami accumulate durante i primi mesi dell'anno, che hanno portato i pazienti a dover attendere anche mesi per avere una visita o un esame senza rinunciare alla copertura del Servizio sanitario nazionale. La prima decisione, una sorta di "provocazione", era stata ritirata subito dal tavolo della trattativa. La seconda, invece, ha dato origine a una discussione che si è conclusa con un accordo: il 20% delle visite private effettuate dai medici dipendenti dell'Asst, dovranno essere riconvertite in visite "istituzionali", ossia rivolte agli utenti del Sistema sanitario.

Il no della Cgil

“A seguito di questa consultazione abbiamo assunto la decisione di non sottoscrivere l’accordo. Pur prendendo atto del passo indietro operato dalla direzione rispetto a quelli che, a nostro avviso, vanno inquadrati come evidenti violazioni di diritti, riteniamo di dover stigmatizzare le modalità e il merito delle decisioni assunte che hanno portato a questa situazione” ha spiegato poco fa Roberto Rossi, segretario generale della Funzione pubblica di Cgil. “In un clima già teso, atti unilaterali di questo genere hanno il solo esito di esacerbare ulteriormente i rapporti tra Direzione e Personale".

Vaccini e Pronto soccorso

Secondo la Cgil, a causare l'allungamento delle liste d'attesa è stato un eccessivo utilizzo di personale per la campagna vaccinale. Allo stesso motivo andrebbero imputate anche le criticità del Pronto soccorso.

“Oltre che correre ai ripari nell’ultimo trimestre dell’anno per recuperare le sacrosante prestazioni istituzionali non-Covid, sarebbe stato più utile che la direzione si fosse mossa a seguito delle segnalazioni che pervenivano dai lavoratori, a partire dalla carenza di personale medico in Pronto Soccorso di Treviglio, sopperite da altri medici dell’ospedale a scapito delle proprie attività istituzionali, e da una campagna vaccinale che ha riconvertito troppa parte dell’ASST in servizio vaccinale” prosegue il sindacalista.

 "Aspetti contrattuali da recepire"

“Non abbiamo colto nel confronto di venerdì scorso un cambio di passo verso un pieno recepimento di questi aspetti contrattuali che pure sono le fondamenta per una proficua collaborazione orientata ad un maggior benessere organizzativo"

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