Sanità

"No al Pronto soccorso a pagamento", nuovo presidio davanti al Policlinico San Marco

Il sindacalista e attivista pentastellato Giuseppe Rinaldi annuncia che la lotta non si ferma

"No al Pronto soccorso a pagamento", nuovo presidio davanti al Policlinico San Marco
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Sabato 20 gennaio dalle 15 alle 18.30 ennesimo presidio davanti al Policlinico San Marco di Zingonia (Osio Sotto): non si placa la protesta contro quello che è stato ribattezzato Pronto soccorso a pagamento. Il delegato sindacale della funzione pubblica per la Ggil Giuseppe Rinaldi annuncia il proseguimento della protesta cominciata l’estate scorsa.

"Chiudete il Pronto soccorso a pagamento"

Al presidio convocato per sabato 20 gennaio sarà presente Rinaldi il sindacalista, che è anche un attivista pentastellato, e interverranno anche i cittadino che hanno costituito il "Comitato d'azione della sanità pubblica".

"Chiediamo la chiusura immediata del poliambulatorio – ha ribadito - Pretendiamo una Sanità che tuteli tutti non solo i più ricchi. Non è possibile che nel 2024 tanti cittadini in provincia di Bergamo devono decidere se mangiare o curarsi. È una vergogna quello che sta succedendo sul territorio lombardo, e in particolare nella Bergamasca. Come disse nel suo ultimo discorso il sindacalista Giuseppe Di Vittorio, la causa quando è veramente giusta e nobile merita di essere servita anche a costo di enormi sacrifici. Ci sono ancora cittadini che non hanno compreso, quello che sta succedendo ma non bisogna scoraggiarsi. Noi chiediamo tutela per tutti e credo che dobbiamo continuare a lottare insieme, rimanendo uniti. Dobbiamo continuare a lavorare con tenacia, con pazienza: come il piccolo rivolo contribuisce a ingrossare il fiume, a renderlo travolgente, così anche ogni piccolo contributo di ogni cittadino contribuisce al cambiamento. Quando si ha la piena consapevolezza di servire una grande causa, una giusta causa, ognuno può dire la propria e lottare per il bene comune. Chiediamo una sanità pubblica che tuteli tutti come è sancito dall'articolo 32 della Costituzione".

Una lotta cominciata la scorsa estate

Nell'agosto 2022 tre cittadini coordinati da Rinaldi avevano cominciato a muoversi, dandosi appuntamento per manifestare il proprio dissenso e cercare di sensibilizzare l’opinione pubblica su un tema che coinvolge tutti: forte e chiaro il no all'attivazione dell'ambulatorio a libero accesso promossa dal "Gruppo San Donato", avvenuta qualche settimana prima. E ormai tutti sanno che il servizio, offerto in regime di solvenza, consente di sottoporsi a visite mediche e ad eventuali esami diagnostici senza bisogno di prenotare: in caso di necessità di prestazioni sanitarie che non hanno carattere di urgenza - come medicazioni di tagli o ferite, riscontro medico dopo un trauma di lieve-media entità, distorsione, rottura di un dente, cistite e così via - il paziente può recarsi in ambulatorio per ricevere l’assistenza dagli specialisti. Il tutto dietro il pagamento di 149 euro. Allora, cartelloni alla mano, il gruppo aveva evidenziato forte preoccupazione.

"Sono stanco di vedere calpestati i diritti dei cittadini - aveva dichiarato Rinaldi - Non è possibile che nella stessa struttura coesistano due pronto soccorso, uno di fronte all'altro, dove in uno si accede dietro pagamento di cifre non da poco: 149 euro per il solo accesso. Senza contare che per il suo funzionamento vengono impiegati medici sottraendoli al servizio pubblico".

Un basta a quello che hanno definito «scempio della sanità pubblica», gridato anche in altre occasioni: in settembre nuovo sit-in proposto da Rifondazione comunista-Unione popolare, con presenti per una conferenza Ezio Locatelli della segreteria nazionale e Francesco Macario, segretario provinciale Prc-Se di Bergamo. Terzo sit-in un paio di settimane dopo, organizzato dagli attivisti del Movimento 5 Stelle, e allora i partecipanti erano saliti a una ventina. E ancora settimane dopo una trentina di persone sono tornate a protestare con la partecipazione anche di Paola Pollini e Dario Violi del M5S Lombardia. Sabato pentastellati ancora in campo e questa volta sono attese oltre una cinquantina di persone. La protesta non si spegne, anzi cresce.

 

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