Treviglio domani

"Il mio sport sempre più spettacolo. Gli atleti? La tecnica migliora, ma faticano ad esprimere il cuore"

Con Paolo Brambilla, fondatore e oggi direttore tecnico di Estrada, si torna ai fondamentali dell'Atletica

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Treviglio Domani è un progetto multimediale a puntate, realizzato dal Giornale di Treviglio in occasione dei suoi 25 anni. Ogni settimana, un trevigliese racconta come la città è cambiata (e come cambierà) nel proprio ambito di lavoro e di vita.

Nasceva 40 anni fa l’atletica «Estrada», una delle società sportive non solo più longeve ma anche più brillanti della Bassa bergamasca. Mettiamo da parte il «solito» calcio, per un pomeriggio. Ancora più nascosti, soltanto per un po’, il multiforme basket cittadino. Con Paolo Brambilla, fondatore e oggi direttore tecnico di Estrada, si torna ai fondamentali: alla corsa, il gesto più naturale ed epico del mondo. L’atletica nel senso più olimpico del termine, che pure sta velocemente cambiando. «Scopritore» di talenti sbarcati a ben più di un’Olimpiade, Brambilla non è affatto tenero con l’oggi. Anzi. Il suo solito sorriso si fa un poco amaro, mentre riflette su quanto e come il suo sport, anche a Treviglio, non sia più quello di una volta.

Cosa è cambiato dal 1985?

Tutto. Le piste, le scarpe... il mondo corre e corrono anche loro. Ma sono cambiati soprattutto gli atleti.

Come?

Purtroppo sono meno volenterosi di un tempo. Più attaccati ai social. Fanno fatica ad esprimere il cuore. Certo, succede che ci siano ragazzi in grado di esprimersi, ma troppo spesso anche chi è dotato lascia. Quel fuoco che c'era nelle generazioni precedenti non c'è più.

Cambiano però anche gli allenatori, i preparatori, i tecnici.

Chiediamo di essere più disciplinati, più puntuali. Ma è cambiata anche la programmazione delle attività e lo stesso sistema di preparazione atletica. Occorre sempre aggiornarsi, non si è mai arrivati. Nel campo dell'atletica soprattutto le tecniche e le nuove tecnologie sono importanti. Quello che resta fisso è però il ruolo educativo. Estrada potremmo tradurlo, in latino, «ex strada», fuori dalla strada. Tenere i ragazzi fuori dalla strada. In atletica del resto, in quanto sport individuale, il cronometro e la rotella metrica non mentono mai. Sei obbligato a fare i conti con te stesso, e con la tua prestazione. Sei obbligato a fare conto su te stesso.

E se qualcosa non va...

Sì, se c'è qualcosa che non va dal punto di vista emotivo, ma anche familiare... Non si può barare. L'atletica è un tornasole interessante in questo senso. Tanto che in moltissimi degli atleti passati dall'Estrada ora sono importanti dirigenti e hanno avuto successo. Penso ad Emmanuel Ihemeje: ha fatto due Olimpiadi, ha fatto i Mondiali. Quando lo portavo a casa, mi raccontava che ogni volta che tornava a Zingonia, sentiva le sirene della polizia e dei carabinieri. Il metodo che ti dà questo sport si riflette nella vita. Per me, il metodo è non fermarsi. Porsi sempre obiettivi e raggiungerli, cercando di trasmettere questa visione ai ragazzi.

Come vede il futuro dell'atletica in Italia e nel mondo?

La capacità tecnica è cresciuta, ma anche l'organizzazione del Coni e delle varie federazioni, che seguono da vicino gli atleti di livello. Però l'atletica diventerà sempre più in spettacolo.

Un esempio?

Propongono di abolire la pedana di stacco nel salto in lungo. Al suo posto vorrebbero una «zona di decollo», all’interno della quale deve avvenire lo stacco (con la rilevante differenza che la prestazione sarà più semplice, con meno «nulli», e sarà misurata a partire dal punto di stacco effettivo e non più dall’asse di battuta, ndr). Significherebbe che avremo in futuro ingressi al salto più veloci... Ci saranno nuovi record... E lo sport diventerà più simile ad uno spettacolo. Non solo: in generale, credo che si svilupperà sempre di più l'atletica indoor, nei palazzetti. Finché... Beh, un giorno subentreranno tutti i vari sport che oggi fanno già capolino nelle Olimpiadi. Insomma, non è detto che le generazioni future abbiano ancora voglia di cimentarsi nell'atletica come la conosciamo. Ci salverà la mitologia.

Cioè?

Beh, la mitologia greca... la maratona, si è tramandata fino ad oggi. La corsa è un gesto naturale, ed è per questo che forse si manterrà. Ma per il resto, mi aspetto grandi cambiamenti verso lo show.

Treviglio domani: le puntate

Prima puntata - Monsignor Norberto Donghi e il coraggio mite di cambiare le cose

Seconda puntata - Treviglio e la "generazione Maranza": la scuola di domani per  Maria Nicoletta Sudati

Terza puntata - Presente e futuro di Treviglio secondo il sindaco Juri Imeri

Quarta puntata - "Dopo il Covid nella ristorazione è cambiato tutto": Samuele Anghinoni, dal Jammin'

 

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