Focus

I palii degli asini in Italia: popolari, folkloristici e (spesso) illegali

Ma come funziona il Palio degli asini? Una tradizione folkloristiche che più che essere una corsa è una gara all'ultima... implorazione

I palii degli asini in Italia: popolari, folkloristici e (spesso) illegali

Cos’è e come funziona il “Palio degli asini” di Martinengo, che doveva essere corso domenica e che invece non lo sarà, a seguito delle proteste di quattro associazioni animaliste? La storica gara degli asinelli era al centro del Palio dei Cantù, che animerà il fine settimana martinenghese (18-19 ottobre). Tutto ruota tutta attorno alla corsa, che da 45 anni riempie ad ogni edizione il centro storico della cittadina. Montati dai fantini dei cinque  cantoni  cittadini (Ssura, Ssota, San Firèm, Martinenghì Borg di och e Vallere Mürnighèl),  gli animali devono percorrere tre giri di piazza, in un percorso su sanpietrini. Chi arriva prima (più spesso: chi arriva e basta) al traguardo, vince.

Più che una corsa, un’implorazione…

Più che una gara all’ultimo secondo, però, è una gara all’ultima… implorazione. Sì, perché ben lungi dall’essere servizievoli cavalli da velocità, disposti a correre per il piacere del proprio fantino finanche a sputare il cuore sulla pista, gli asini sono notoriamente animali decisamente più intelligenti. O perlomeno, meno accondiscendenti. La gara di Martinengo si riassume quindi in un continuo dialogo tra il fantino e il suo animale, in cui il primo cerca in tutti i modi (non violenti, per carità) di convincere l’asinello a dare il massimo, e di fare qualche passo, possibilmente nella direzione giusta. La corsa vede quindi confrontarsi quattro contrade cittadine in divertentissime cavalcate a pelo, ma non capita di rado che i tre giri di piazza previsti non vengano effettivamente nemmeno completati: ci si arrende prima.

Popolari e folklorici, ma secondo le norme è illegale

Il divertimento, almeno per gli umani, è assicurato. Non altrettanto per loro, almeno secondo le norme che regolano questo tipo di manifestazioni e secondo le quattro associazioni animaliste che quest’anno sono riusciti a fermare il Pailio. Eppure, le corse degli asini sono in realtà tra le manifesta zioni folkloristiche più diffuse e “dure a morire” dell’eredità popolare e contadina italiana. Dentro c’è di tutto: dalla parodia nemmeno troppo velata dei contradaioli senesi e dei loro eccessi, fino all’esorcizzazione delle rivalità tra quartieri e località, che sono spesso la linfa sociale e politica di tante comunità. Ma non solo: a dispetto dei rilievi animalisti, nel cuore del XXI secolo ad essere celebrato e portato in trionfo durante queste manifestazioni è anche, e soprattutto, il radicamento nelle comunità di provincia di un legame atavico con la terra e con l’agricoltura. È il vecchio, eterno, multiforme lavoro dei campi, in cui gli asini e gli uomini si sono trovati alleati per secoli, nelle fatiche quotidiane (cambiate nella “forma”, ma non nella sostanza) per fare in modo che la terra dia i suoi frutti.

Gli altri palii degli asini in Italia

Basta qualche ricerca geografica e storica per rendersi conto che di “palii degli asini” se ne disputano ogni anno centinaia, altrettante comunità dislocate soprattutto del Nord Italia. Tra i più famosi ci sono quelli di Alba, in Piemonte, che vede sfidarsi nove borghi della città del Tartufo bianco la prima domenica di ottobre. Ma nell’Astigiano, solo per contare una delle province in cui ce ne sono di più, contare i paesi che hanno tradizioni simili è davvero difficile. Restando tra i più celebri c’è poi quello di Serravalle Sesia, sempre in Piemonte, che si ispira ad un documento del XII secolo.

I palii nella nostra zona

Ci sono poi gare simili a Songavazzo e a San Lorenzo di Rovetta, in provincia di Bergamo (quest’ultima è in realtà una sorta di triathlon in cui il nuoto è sostituito dalla cavalcata asinina).

Molto frequentato anche il Palio delle Contrade di Romano d’Ezzelino, nel Vicentino: si svolge nel “Mussodromo”, un campo appositamente allestito, e coinvolge le contrade che competono con i propri asini, che vengono guidati dai “cavalieri” attraverso un percorso segnato da ostacoli. C’è poi il Palio degli Asini di Novagli, a Montichiari. Una tradizione radicatissima della frazione della città bresciana, che affonda le radici in una vera e propria rete composta da un centinaio di volontari. L’ultima edizione ha visto al nastro di partenza Paco, Tony, Pippo e Attila, uno per ogni contrada della frazione, nella settimana di San Lorenzo, ad agosto.