Addio al Reddito di Cittadinanza. I sindaci della Bassa l'avevano già "bocciato"
Un bilancio "locale": i percettori Comune per Comune, e l'esito (deludente) dei progetti di inserimento lavorativo.
Cambia, per poi sparire, il Reddito di cittadinanza: lo ha deciso il Governo, che con la nuova Finanziaria ha riformato profondamente uno dei sussidi di Welfare più contestati degli ultimi anni. Ma quanto e come ha funzionato, in questi anni, nella nostra zona? Lo abbiamo chiesto ai sindaci, molti dei quali hanno rilevato criticità piuttosto marchiane. E in modo abbastanza "bipartisan" si sono detti a favore di una riforma, se non di un'abolizione, del Reddito.
Come cambia il Reddito di cittadinanza?
In sostanza, il RdC cesserà di esistere nel 2024, quando sarà "sostituito da altre misure". Nel 2023 inizia un percorso transitorio: ridotto da 18 a 8 mesi il tempo di ricezione dell'assegno, che andrà alle persone tra 18 e 59 anni abili al lavoro ma che non abbiano nel nucleo disabili, minori o persone a carico con almeno 60 anni d'età. È inoltre previsto un periodo di almeno sei mesi di partecipazione a un corso di formazione o riqualificazione professionale. In mancanza di partecipazione, decade il beneficio del reddito.
Il Reddito di cittadinanza nella Bassa
Stando a quanto emerso da diversi sindaci e assessori della Bassa bergamasca e dell'Alto Cremasco, il RdC non è apparentemente riuscito a mobilitare quasi alcun lavoratore beneficiario, dalla sua istituzione. Riducendosi ad una mera elargizione in denaro che ha coinvolto peraltro un numero di cittadini non proprio piccolo. Non sono noti dati aggiornati e scorporati per Comune, se non quelli di tre anni fa, quando nella pianura tra Adda e Oglio a percepire il RdC erano circa 1600 persone. Chi sono, e dove vivevano, la maggior parte dei beneficiari? In proporzione al numero di abitanti, la concentrazioni maggiore di pratiche era arrivata da Treviglio, seguito a ruota da Ciserano, Verdellino, Canonica, Pandino, Martinengo e Fontanella. I Comuni in cui invece i richiedenti, almeno inizialmente, sono stati meno numerosi, sono stati Camisano, Pognano, Fornovo, Castel Rozzone e Capralba.
Il parere dei sindaci
Per Pinuccia Prandina (assessore al Welfare di Treviglio), del centrodestra, il RdC «Va sicuramente rimodulato e con controlli più rigorosi, ma per alcune persone fragili il Reddito di cittadinanza va mantenuto. Sicuramente va tolto agli opportunisti, ma ci sono cittadini a cui questo sussidio ha migliorato la vita". Per quanto riguarda gli inserimenti nel mondo del lavoro da parte del Centro per l’Impiego, non sono noti i numeri. Il Comune ha però avviato i Puc (Progetti utili alla collettività". "Sono persone in carico ai Servizi sociali che si prestano gratuitamente a lavori per il Comune. Stiamo per avviare la seconda tornata e alla prima hanno partecipato in 12".
Anche per Caterina Vitali (Ciserano), del centrosinistra, ci sono parecchie criticità. "È una misura che ha certamente dato una risposta ai bisogni economici di alcune famiglie - ha commentato Le situazioni seguite dai Centri per l’impiego, tuttavia, non sono raccordate con i Comuni e questo è un aspetto che va migliorato". Scarsi risultati anche per quanto riguarda il percorso per riportare le persone in difficoltà di nuovo all’interno del mondo del lavoro, a Ciserano. "Gli inserimenti lavorativi transitati da noi sono stati una minima parte, tre in tutto - ha detto - Ce ne aspettavamo di certo qualcuno in più. Quello che funziona meglio sono i controlli che hanno permesso di individuare situazioni non a norma e di bloccare il contributo".
Anche Sebastian Nicoli (sindaco dem di Romano) "Indubbiamente ha aiutato a risolvere diverse situazioni di forte difficoltà che pesano sulla collettività cittadina. Il problema è sorto quando alcune persone piuttosto che cercare un'emancipazione hanno preferito il sussidio, innescando un circolo vizioso che alla lunga pesa ancora sulla collettività".
Claudio Bolandrini (sindaco di centrosinistra a Caravaggio) è pesantemente critico. "Nel biennio 2021-22 solo un cittadino ha svolto, in maniera molto professionale e con grande serietà, mansioni presso l’ufficio Anagrafe del Comune (su ben 96 percettori quest’anno, ndr). Il reddito di cittadinanza non supera l’esame costi/benefici e fa rimpiangere la precedente misura di contrasto alla povertà del Reddito d’inclusione (REI) dove il beneficio economico veniva erogato mensilmente attraverso una carta di pagamento elettronica (Carta REI) solo dopo la verifica dei requisiti necessari richiesti e all’accettazione da parte del beneficiario di un progetto personalizzato di attivazione e di inclusione sociale e lavorativa predisposto sotto la regia dei servizi sociali del Comune".
Così Beatrice Bolandrini (sindaca civica di Brignano, vicina al centrodestra): "Credo che siamo tutti d’accordo che i fondi statali a disposizione vengano utilizzati per aiutare chi ne ha bisogno, ma credo anche che così come era stato strutturato, il Reddito di Cittadinanza non funzionasse. Del resto se guardo al Comune di Brignano, dove sono in 27 le persone che ricevono il sussidio, vedo che nessuna di loro ha dato disponibilità a collaborare, né altro: nessuno si è proposto per fare lavori in Comune, e questo è il dato più significativo".
Nel Cremasco, il commento di Pierangelo Cofferati (centrodestra, vicesindaco di Vailate) è tranchant. "Il reddito di cittadinanza deve essere profondamente riformato affinché venga destinato alle fasce di popolazione più fragili o inabili al lavoro. Non è ammissibile che venga percepito da giovani in piena età lavorativa. Per loro esistono già degli ammortizzatori sociali, quali la cassa integrazione e i vari tipi di indennità di disoccupazione, come la NASpI. Aiutare temporaneamente chi perde il lavoro è giusto e condivisibile. Al contrario, creare indennità che allontanano le persone dal lavoro è del tutto aberrante".