Era ai domiciliari per droga, ma non ne voleva proprio sapere di accettare i controlli quotidiani dei carabinieri. Né di rispettare gli obblighi imposti dal Tribunale nei confronti dei detenuti in questo regime, compreso il fatto di non poter utilizzare telefoni cellulari. Per questo, nei giorni scorsi per un 26enne di Osio Sopra si sono aperte le porte del carcere.
Sta scontando 4 anni e 4 mesi per spaccio
L’uomo – M.E.A, tunisino – era ai domiciliari e gli era stato imposto il braccialetto elettronico, su decisione del Tribunale dopo svariate condanne. Era stato arrestato l’ultima volta il 15 aprile dai Carabinieri della Sezione Radiomobile di Bergamo dopo essere stato trovato in possesso di 70 grammi di hashish e di sei dosi di cocaina. Da qui la condanna a 4 anni e 4 mesi di reclusione e a una multa di 5.000 euro.
Dieci giorni fuori, e recupera il telefono (non autorizzato)
Dopo una decina di giorni di carcere, dal 10 ottobre aveva ottenuto i domiciliari, in considerazione del fatto che durante le indagini aveva collaborato con la Giustizia. Tuttavia, le ripetute violazioni delle prescrizioni imposte hanno indotto i carabinieri della Compagnia di Treviglio ad intervenire nuovamente. Tra l’altro, durante uno dei controlli è emerso che il detenuto aveva con sé un cellulare non autorizzato. Una spia, questa, ritengono solitamente gli inquirenti, della possibile volontà di tornare a spacciare. Il Tribunale di Bergamo ha quindi aggravato il regime di detenzione, e il giovane è tornato al carcere di via Gleno, a Bergamo.