“I più deboli continuano a pagarne lo scotto, e la situazione è ormai insostenibile”. È quanto emerso durante l’assemblea tenutasi venerdì scorso presso la sede Auser di Treviglio, e presieduta da Giovanni Carenza, del sindacato Unione Inquilini di Milano, alla quale hanno preso parte pensionati, famiglie e lavoratori, preoccupati per le difficoltà economiche e per l’incertezza sul futuro abitativo.
I conti raddoppiati per gli inquilini
Sul tavolo degli interventi sono stati posti gli aumenti insostenibili delle spese di riscaldamento: bollette raddoppiate rispetto all’anno precedente, con conguagli che hanno raggiunto cifre fino a 1.200 euro per famiglia. Pensionati e lavoratori si trovano costretti a fare scelte impossibili, decidendo tra pagare il conto o riempire il frigorifero.
“È un bagno di sangue – racconta una pensionata – Con 700 euro al mese non posso pagare novecento euro di conguaglio, è impossibile. Ogni decisione diventa un peso enorme, e spesso ci troviamo a dover rinunciare a beni essenziali pur di non accumulare debiti”.
Le promesse di Regione e la protesta
La situazione appare ancora più paradossale se si considera quanto promesso dalle istituzioni. Nel gennaio 2022, con una lettera firmata dal presidente Attilio Fontana e dai vertici Aler, Regione Lombardia aveva assicurato che gli aumenti sarebbero stati contenuti e che sarebbero stati previsti fondi straordinari per chi non poteva sostenere i costi. Due anni dopo, gli inquilini si ritrovano con maxi-conguagli e senza tutele reali, mentre le promesse rimangono largamente disattese.
“Ci avevano promesso interventi per moderare i costi, invece subiamo speculazioni energetiche e gli effetti della guerra in Ucraina, senza alcuna reale protezione”, dicono i relatori dell’assemblea. I fondi di sostegno si sono rivelati insufficienti e distribuiti in modo diseguale: nel 2023 quasi 9 milioni di euro sono stati destinati ad Aler Milano, mentre Bergamo e altre province della Lombardia non hanno ricevuto nulla. Per il 2025 è previsto un nuovo contributo massimo di 600 euro a nucleo familiare, ma le risorse disponibili e le modalità di erogazione restano incerte e poco chiare.
La protesta e la lettera all’Aler
L’Unione Inquilini chiede che la Regione mantenga le promesse: “Si coprano i costi garantiti, si neutralizzino gli aumenti per chi rientra nelle fasce protette e i fondi siano distribuiti in maniera equa, in base alle reali necessità delle famiglie”.
Ad aggravare la situazione, la gestione degli alloggi popolari presenta criticità evidenti. In Lombardia ci sono almeno 25.000 case popolari vuote, di cui circa 1.300 solo nella bergamasca.
“È un paradosso – sottolinea il sindacato – Famiglie in lista d’attesa da anni si trovano impossibilitate a ottenere un tetto, mentre appartamenti vuoti continuano a restare chiusi, alimentando la speculazione privata sugli affitti e peggiorando la crisi abitativa”.
Da qui la decisione di una mobilitazione più dura: sospendere per due mesi il pagamento dei conguagli e inviare una lettera collettiva ad Aler.
“Non vogliamo sottrarci ai nostri doveri – chiariscono in assemblea – ma intendiamo lanciare un segnale politico forte. Se saremo in tanti a unirci in questa protesta, la Regione non potrà più ignorarci”.