Chiesa

Il saluto a don Simone Pecis: “Hai lasciato un’impronta nel nostro cuore”

Commosso il saluto dei parrocchiani al vicario don Simone Pecis in partenza

Il saluto a don Simone Pecis: “Hai lasciato un’impronta nel nostro cuore”

Con un grande, sincero abbraccio la comunità dei fedeli di Ghisalba ha stretto a sé per l’ultima volta don Simone Pecis, prima della partenza per Pagazzano, dove ha fatto il suo ingresso da parroco sabato 21 settembre.

L’abbraccio della comunità

Dopo il saluto di don Francesco Mangili e di don Giulio Marchesini, un paio di settimane fa, anche il vicario si è congedato con una messa solenne venerdì 20 settembre, alle 20.30, facendo il suo ingresso tra calorosi applausi in una chiesa addobbata a festa: volontari e giovani con del materiale di riciclo hanno infatti realizzato un grande cuore rosso sull’altare fatto con tremila tovaglioli e altri più piccoli in cui erano scritte parole di gratitudine: “grazie”, “per averci ascoltato”, “per la tua pazienza”, “per la tua bontà”, “per le esperienze”. E per una volta la magnifica Parrocchiale è sembrata troppo piccola, tanti erano i fedeli che l’hanno affollata per poter essere presenti, vicini al sacerdote che per otto anni è stato al loro fianco e ha guidato l’oratorio, riuscendo a far breccia nel cuore dei ragazzi che lo hanno ricambiato con grande affetto. Un giovane ha introdotto la funzione, ricordando le esperienze e relazioni intrecciate durante la permanenza del religioso e poi, ecco un gran colpo di teatro, uno striscione all’improvviso si è srotolato dall’alto, lasciando leggere una frase: “Hai lasciato un’impronta nel nostro cuore”. A preparalo, qualche settimana prima, i bambini del paese che, “di nascosto”, insieme ad alcune volontarie, si sono riuniti in un’aula della scuola materna. Sopra hanno lasciato tutte le loro impronte. E non è finita qui: durante la celebrazione qualcuno ha portato sulle balaustre lettere di cartone, colorate di rosso, preparate dai ragazzi, che alla fine hanno composto la parola “Grazie”. A cantare il piccolo coro di bimbi voluto dal sacerdote.

Il sacerdote: “Ghisalba è casa”

E lui, don Simone, durante l’omelia, ha faticato a trattenere le lacrime, interrompendosi un paio di volte: “Ghisalba resterà sempre nel mio cuore, porterò con me ogni momento vissuto qui, soprattutto con i ragazzi – ha detto commosso – è stata la mia prima esperienza come curato e qui ho trovato affetto, relazioni importanti… per me Ghisalba è casa”. Poi, pur non citando Diego Sangalli, il 17enne studente del liceo musicale morto al Pizzo Porola due anni fa, ha fatto riferimento alla dolorosa perdita e al mondo dei giovani, a cui tanto si è dedicato. Quindi, dopo l’Eucaristia, una volontaria ha letto un sentito messaggio per esprimere il grande affetto e la gratitudine della comunità, e sono stati consegnati al sacerdote alcuni doni: un album di fotografie in cui sono stati raccolti gli scatti che hanno immortalato tantissimi momenti vissuti in allegria; una raccolta di lettere frutto di un momento personale dei giovani; un bollettino parrocchiale speciale con i ringraziamenti di tutte le associazioni e gruppi locali; una busta di offerte. E lui ha ricambiato a sua volta con un piccolo dono per tutti, un portachiavi.

Il grazie dei parrocchiani

Una volontaria ha leto un sentito messaggio pieno di gratitudine e affetto.

“Caro don Simone, sono passati anni da quel giorno in cui  sei arrivato qui da no, ti abbiamo accolto con affetto e un po’ di curiosità, felici di poter cominciare con te un altro tratto di strada della nostra vita – ha esordito – Chissà tu invece cosa avrai pensato del tuo primo incarico, curato dell’oratorio di Ghisalba. Non ti sei perso d’animo, e rimboccate le maniche da lavoratore instancabile quale sei, hai cominciato a poco a poco, osservando e ascoltando tutti, a portare avanti progetti e programmi per rendere sempre più bello e accogliente il nostro oratorio. Grazie a te molte cose sono cambiate, in questi anni da bravo pastore hai saputo guidare molti ragazzi avendo un attenzione particolare ai più vivaci. Hai saputo puntare il dito contro i pregiudizi, contro i mali del nostro tempo, del nostro Paese. Hai saputo mantenere l’occhio da osservatore attento ed obiettivo della nostra realtà. Hai saputo mostrare anche le tue debolezze di uomo, e per questo ti abbiamo apprezzato ancora più. Sei stato anche un amico, per molti di noi! Per tutte queste qualità, e per il tuo impegno, sentiamo il dovere, caro don Simone di ringraziarti di cuore. Ci sentiamo privilegiati per averti conosciuto e apprezzato. La tua operosità, e i tuoi carismi, che il Signore ha voluto donarci, in questo tempo hanno permesso alla nostra comunità di crescere e portare buoni frutti. In questo giorno particolare che non volevamo arrivasse, a noi tutti non resta che dirti grazie!”

Un grazie per tante e tante cose.

“GRAZIE, per l’operato che hai svolto, per le relazioni che hai creato, per la capacità di mettere insieme gruppi di lavoro in grado di portare avanti proposte pastorali volte a portare il vangelo ovunque – ha continuato la volontaria – GRAZIE, per tutti coloro che nelle tue parole hanno trovato sollievo e consolazione.  GRAZIE, per averci educati all’accoglienza incondizionata. GRAZIE, per i rimproveri, la tua ricerca di perfezione nella cura ci ha fatto apprezzare ancora di più la grande bellezza del vivere l’oratorio come casa. GRAZIE, per tutti i lavori, che con la determinazione e la speranza che ti contraddistinguono, hai operato nel nostro oratorio, oltre a prenderti cura delle nostre anime, sei riuscito anche a rendere più belli e accoglienti i luoghi e gli ambienti da noi abitati. GRAZIE, per aver condiviso con noi gioie e dolori, per averci guidato con affetto e fermezza. Sicuramente in tante delicate situazioni non è stato affatto facile per te, ma hai sempre permesso allo Spirito Santo di agire affinché tu ti facessi strumento per confortare, guidare e indirizzare tanti di noi che ne hanno avuto bisogno. La tua simpatia, la tua ironia, la tua bontà hanno rallegrato le nostre feste, i campi scuola dei ragazzi, i pellegrinaggi Tutti dai più piccoli ai più grandi hanno sempre partecipato con entusiasmo. GRAZIE, per la tua unicità e per quello che ci hai insegnato, in ognuno di noi resteranno impresse le tue omelie, sei sempre riuscito ad arrivare alle nostre menti attraverso la porta del cuore. GRAZIE don Simone, per aver scritto con noi un importante pezzo di storia della nostra comunità, noi tutti ne siamo onorati. Sappiamo che in questa vita tutto ha un inizio e una fine ma è il tempo vissuto insieme quello che rimarrà per sempre nei nostri cuori e nelle nostre menti. Ora cercheremo di essere terreno fertile per il seme che hai piantato, mettendo in atto quanto abbiamo appreso da te. Chiediamo al Signore che ti possa sempre lasciare questo desiderio forte che hai di Lui e ti sostenga sempre nel tuo ministero sacerdotale ovunque sarai, che ti aiuti a realizzare il disegno che ha per la comunità di Pagazzano, che ti metta al fianco un gruppo di persone capaci di aiutarti nella tua missione. E anche se oggi proviamo tristezza per i nostri saluti, siamo certi che il vento dello Spirito Santo che ti porta altrove, saprà donare altrettanta grazia alla tua nuova comunità e aiuterà noi a far fruttare i semi da te gettati. Ti saremo sempre vicini con la preghiera e chiederemo alla nostra Madonna della Consolazione di accompagnarti sempre sotto il suo manto. Buon cammino don Simone e auguri di cuore”.

Il saluto del sindaco

A salutare don Pecis anche i due sacerdoti che lo hanno affiancato per otto anni e il sindaco Gianluigi Conti.

“Sono passati rapidamente questi otto anni del suo apostolato nella nostra comunità, perché rapidamente passa il tempo quando con una persona c’è sintonia d’intenti, collaborazione, stima – ha affermato – Lei don Simone è arrivato a Ghisalba nel 2017 e ora va ad assumere il suo nuovo incarico lasciando dietro di sé un ricordo indelebile del suo ministero e il rimpianto per doverla perdere, pur sapendo che questa è la vita del sacerdote: quasi una vita da migrante tra una comunità e un’altra, in obbedienza al proprio vescovo, al servizio di tutti, mai chiedendo, ma sempre donando generosamente”.

Il primo cittadino ha sottolineato l’importanza del lavoro del sacerdote con i giovani.

“La sua casa, in questi anni, è stata l’oratorio: in oratorio, per i nostri giovani, lei ha esercitato il suo ministero sacerdotale con passione, con dedizione, con l’amore del padre che, non avendo figli naturali, ha adottato le ragazze e i ragazzi della nostra comunità – ha rimarcato – Li ha accolti, li ha ascoltati, li ha seguiti, sorretti e incoraggiati senza distinzioni, senza preferenze, ma sempre con il cuore e a braccia aperte. Se oggi tutti questi ragazzi sono qui a salutarla (e non tutti sono costanti nel venire a messa) è proprio perché in lei hanno trovato la disponibilità, la comprensione e la guida di cui, in particolare alla loro giovane età, hanno bisogno. In tempi in cui la cronaca quasi quotidiana ci mette davanti a casi di violenze tra giovani, di atti di irresponsabilità a volte estrema, lei ha saputo attrarre ed educare alla vita di comunità, spesso con fatica, le nostre ragazze e i nostri ragazzi. Ha saputo infondere in loro il senso della responsabilità delle proprie azioni e il rispetto per gli altri. E’ sicuramente anche (o soprattutto) grazie a questa sua opera di educazione che, fino ad oggi, noi non abbiamo avuto gravi episodi di violenza e di irresponsabilità tra i ragazzi della nostra comunità. Questa sera siamo così tanti qui a salutarla perché le siamo profondamente grati per questi otto anni che abbiamo avuto la fortuna di trascorrere con lei. Le sono sicuramente grati le ragazze e i ragazzi che con lei sono cresciuti in questi anni; ma le sono almeno altrettanto grate le loro famiglie e le siamo grati e riconoscenti tutti noi che abbiamo avuto la fortuna di conoscerla e apprezzare il suo impegno, la sua costanza e la sua forza d’animo”.

Poi un pensiero alla tragedia di Diego Sangalli.

“Quando parlo di forza d’animo, intendo quella che ci vuole per affrontare e superare i momenti difficili, le prove che in questi anni anche lei ha dovuto affrontare – ha spiegato – Io personalmente ricordo con grande commozione la forza d’animo e la profonda umanità che lei ha dimostrato durante il funerale di Diego. Le parole della sua omelia sono rimaste impresse non solo nella mia mente, ma nel cuore delle tante persone che quel pomeriggio hanno affollato questa chiesa, il sagrato e la piazza di Ghisalba. Grazie don Simone per tutto il bene che ha seminato in questi anni in cui ha camminato di fianco a noi. Sento il dovere di ringraziarla a nome di tutte le persone che stasera sono qui e di quelli che non hanno potuto essere presenti ma che di lei mi hanno parlato con profonda stima e riconoscenza”.

Terminata la messa, festa grande in oratorio, con un piccolo rinfresco, una deliziosa torta e un video-collage dei tanti momenti belli vissuti lì. Una serata rimasta nel cuore di tutti.