Molestie olfattive

“Basta puzze a Treviglio”: si valutano azioni legali e presidi di protesta

Nel mirino del Comitato Treviglio Respira tre aziende che da anni appestano la città (e non solo) con i loro miasmi

“Basta puzze a Treviglio”: si valutano azioni legali e presidi di protesta
Articolo di Fabiola Graziano
“Stop alle molestie olfattive nell’area a sud della città”. Lo hanno urlato a gran voce i membri del “Comitato Treviglio Respira” e una trentina di residenti durante l’assemblea pubblica tenuta ieri, martedì 9 settembre 2025, al “Bar Leoni” di via Lodi, al fine di trovare una soluzione concreta e definitiva agli odori nauseabondi che da decenni tormentano la loro vita quotidiana, soprattutto nelle ore notturne, a causa delle esalazioni emesse dalle aziende “Ecb”, “Comagri Oil” e “Fluorsid”.

Le puzze nel mirino

Un problema, quello delle puzze a Treviglio, che fin qui non ha registrato alcun miglioramento, nonostante l’esposto alla Procura della Repubblica presentato nel 2020 da 143 cittadini e le innumerevoli interpellanze portate in Consiglio comunale dal gruppo di opposizione.
“Le puzze a Treviglio stanno rovinando la qualità della vita di diversi quartieri – ha affermato il fondatore del ‘Comitato Treviglio Respira’, Carmelo Ilardo – Le tre note fabbriche generatrici dei forti odori nauseanti stanno, di fatto, danneggiando la salute pubblica. Abbiamo organizzato quest’assemblea per discutere su come far interessare seriamente alla questione e alla sua soluzione gli enti preposti, quali Comune, Provincia di Bergamo e Arpa”.

“Vogliamo risposte”

A queste istituzioni, Ilardo e i residenti presenti all’assemblea sperano di far aprire finalmente gli occhi, contando sull’aiuto di “Legambiente” e del “Comitato Tutela Ambiente Treviglio”.
“Questo nuovo coordinamento organizzerà a breve altre riunioni per approfondire e programmare il da farsi – ha proseguito Ilardo – Innanzitutto chiederemo tutta la documentazione sui rilievi effettuati e su quanto fatto fino ad oggi dagli enti che avrebbero dovuto interessarsi della questione. Non escludiamo di allestire iniziative pubbliche davanti alle fabbriche e al palazzo municipale per ottenere le risposte che ci spettano, richiedendo incontri a livello politico locale coinvolgendo la Provincia e Regione Lombardia, e prendendo in seria considerazione l’ipotesi di avviare un percorso legale di denuncia”.

Il sostegno degli ambientalisti

Tale piano di azione è stato avallato anche da Vita Maria Macchitella, presidente del Circolo di Legambiente “Terre del Gerundo”, e Giovanna Galli, presidente del “Comitato Tutela Ambiente Treviglio”, già protagonista di altre importanti battaglie a difesa della salute pubblica locale, come quella legale intrapresa e vinta, grazie al lavoro dell’avvocatessa Paola Brambilla Pievani, contro la discarica di amianto che sarebbe dovuta sorgere nell’ex Cava Vailata.
“Le segnalazioni sulle molestie olfattive in queste zone sono sempre più numerose – ha dichiarato la stessa Galli – Il malessere respiratorio che esse provocano ai residenti abbassa le loro difese immunitarie, aumentando così il rischio di ammalarsi. Purtroppo viviamo in un territorio che per anni è stato ai primi posti per tasso di mortalità per malattie e che, in un raggio di due chilometri, conta ancora almeno dieci discariche ricavate nelle numerose cave che sono state riempite con rifiuti tossici e nocivi. Oggi, unendo le forze con il Comitato Treviglio Respira e Legambiente possiamo davvero provare a fermare i miasmi a Treviglio”.
“Non siamo qui solo a titolo di sostegno – le ha fatto eco Macchitella – Vogliamo avviare tutti insieme un percorso che porti a una soluzione. Non abbiamo al momento dati sull’impatto epidemiologico e sulla salute, e speriamo non emergano. Vogliamo che questo sia l’inizio di un tavolo tra associazioni e comitati per tenere alta l’attenzione delle istituzioni, perché la qualità della vita in queste zone è già pesantemente compromessa”.