Lavoro

Sempre più imprenditrici in provincia di Bergamo, ma il gap è ancora enorme

Al 31 dicembre 2024, si contavano 17.334 imprese femminili attive, pari al 21% del totale delle imprese locali

Sempre più imprenditrici in provincia di Bergamo, ma il gap è ancora enorme
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Creative, brillanti, con tanta voglia di affermarsi anche in settori che, fino a pochi anni fa, erano in mano quasi esclusivamente agli uomini. L'imprenditoria femminile, in provincia di Bergamo, cresce - seppur lentamente - in modo costante, ma il gap da colmare è ancora enorme.

Imprenditoria femminile in crescita

Negli ultimi dieci anni, da un’analisi condotta dalla Camera di commercio, l'imprenditoria femminile nella provincia di Bergamo ha mostrato un andamento di lieve ma costante crescita. Al 31 dicembre 2024, si contavano 17.334 imprese femminili attive, pari al 21% del totale delle imprese locali, un dato di poco superiore alla media regionale e leggermente inferiore a quella nazionale. Rispetto al 2015, l'aumento è stato del 3,2%, con un tasso annuo medio di crescita dello 0,3%. Il picco si è registrato nel 2021, influenzato dalle dinamiche pandemiche che hanno ridotto drasticamente le cessazioni.

La distribuzione territoriale delle imprese femminili mostra una predominanza nell'area urbana (33%), seguita dalla pianura (30%), dalla collina (21%) e dalla montagna (18%). La crescita più marcata si è registrata nelle aree urbana e collinare, con un incremento annuo medio dello 0,7% e dello 0,4% rispettivamente. A livello comunale, due imprese su dieci hanno sede a Bergamo. A seguire i principali comuni per numero di imprese femminili sono Treviglio, Romano di Lombardia, Dalmine e Seriate.

Nel 2024, il tasso di natalità delle imprese femminili è stato del 7,0%, con 2.664 nuove iscrizioni, in aumento del 5,2% rispetto all'anno precedente. Anche il saldo tra iscrizioni e cessazioni non d’ufficio è stato positivo (+342), evidenziando un rinnovato dinamismo imprenditoriale.

A trainare è il settore dei servizi

E' il settore dei servizi a registrare la più ampia presenza di donne - ben il 56% delle imprese femminili bergamasche - trainati dagli altri servizi (29%), alloggio e ristorazione (19%) e attività immobiliari (14%). Negli ultimi dieci anni, i servizi sono cresciuti del 17%, con un aumento di 1.422 imprese. Gli incrementi maggiori si registrano in istruzione (+62,5%), attività professionali scientifiche e tecniche (+56,2%), e noleggio e agenzie di viaggio (+37,2%). In calo, invece, manifattura (-1,8%), commercio (-1,4%), agricoltura (-0,5%) e costruzioni (-0,4%). Le forme giuridiche vedono il predominio delle imprese individuali (74%), seguite dalle società di persone (14%) e dalle società di capitali (12%), le uniche in crescita significativa nel decennio (+2,2% medio annuo).

L'imprenditoria femminile straniera, pur rappresentando il 13% delle imprese femminili totali con 2.276 unità, è cresciuta del 31% tra il 2015 e il 2024, con un incremento medio annuo del 3,0%. I servizi sono il settore più diffuso anche tra le imprenditrici straniere, seguiti dal commercio e dalla manifattura. Le titolari provengono principalmente da Cina, Romania, Marocco, Albania e Svizzera.

Ancora poche donne nei ruoli di controllo

Nonostante le sfide, l'imprenditoria femminile bergamasca si conferma una componente dinamica e in evoluzione dell'economia locale, con particolare vitalità nei settori a più alto contenuto conoscitivo come istruzione, attività professionali e servizi di informazione e comunicazione. resta, però, profondo il gap da colmare: nel complesso delle imprese bergamasche tre cariche su dieci nei ruoli di controllo e di gestione sono ricoperte da donne, un dato che nell'ultimo decennio è rimasto stabile.

“I dati del nostro Registro delle imprese evidenziano il ruolo crescente dell’imprenditoria femminile nello sviluppo economico locale - ha commentato il segretario generale Maria Paola Esposito - Le imprese femminili rappresentano una componente dinamica e sempre più rilevante del tessuto produttivo bergamasco, come dimostra lo slancio nelle attività ad alto contenuto conoscitivo. È una chiara testimonianza della creatività e della professionalità della componente femminile, anche in ambiti che tradizionalmente erano a prevalenza maschile”.

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