Silvia Colombo si dimette e attacca il partito: "Hanno affrontato questa bufera con leggerezza"
Lo ha annunciato pochi minuti fa, affidando a un post sul suo profilo Facebook, un lungo sfogo che non ha risparmiato nessuno

Silvia Colombo, al centro della bufera, dopo le dichiarazioni rilasciate durante il Consiglio comunale di Treviglio, lo scorso martedì sera, si è dimessa. Lo ha annunciato pochi minuti fa, affidando a un post sul suo profilo Facebook, un lungo sfogo.
"Sono stata fraintesa"
Nel tardo pomeriggio di ieri, 26 febbraio 2025, aveva rilasciato una prima dichiarazione di scuse che parlava di un chiaro fraintendimento: "Mi dispiace se le mie parole sono state fraintese e mi scuso se hanno causato dispiacere a qualcuno, in particolare alle donne".
L'ormai ex capogruppo, era finita, solo poche ore prima, al centro di un vero e proprio tsunami nazionale di polemiche, dopo aver sostenuto in Aula che le consigliere comunali incinte, se non possono partecipare alle sedute dell'Assise, farebbero bene a dimettersi. Un'argomentazione decisamente infelice, per bocciare ieri sera un ordine del giorno presentato dalla consigliera comunale di minoranza Matilde Tura (Pd). L'oggetto era la possibilità di modificare il regolamento del Consiglio comunale cittadino per permettere alle consigliere in gravidanza di partecipare a dibattiti e votazioni anche "da remoto", con gli stessi strumenti (a costo zero) utilizzati ad esempio durante la pandemia.
Silvia Colombo si è dimessa
Oggi, invece, i toni sono ben diversi e nel ribadire un secco "Io non ci sto" non risparmia nemmeno il suo partito, Fratelli d'Italia, accusandolo di averla lasciata sola senza approfondire il discorso.
"Io non ci sto a vedere la mia reputazione e la mia dignità calpestate per pura strumentalizzazione politica - ha esordito nel post - Io non ci sto a vedere il mio intervento manipolato, estrapolato dal contesto del suo reale significato. Si stava parlando di senso civico, di come, quando nella vita emergono nuove priorità, sia giusto interrogarsi sulle proprie capacità di svolgere al meglio il ruolo di rappresentanza comunale. Nel caso in cui una persona ritenesse di non poter più partecipare attivamente alla vita politica, per rispetto verso i cittadini, in certi casi, può essere più responsabile lasciare spazio a qualcun altro invece che proseguire e farlo in qualche modo. Leggere titoli aberranti come 'Sei incinta? Dimettiti' è semplicemente ignobile. Non solo non ho mai pronunciato né pensato una simile frase, ma va contro tutto ciò in cui credo. Io non ci sto a trasformare un tema fondamentale come i diritti delle donne in terreno di scontro politico. È una questione che deve andare oltre bandiere e ideologie. I diritti delle donne non sono concessioni, ma pilastri su cui si costruisce una società più giusta: difenderli significa garantire il futuro di tutti".
Colombo ne ha per tutti, a partire dalla capogruppo del Pd Matilde Tura, firmataria dell'ordine del giorno che ha sollevato il polverone, ma non risparmia nemmeno Fratelli d'Italia che, a livello nazionale, aveva preso subito le distanze dalle sue affermazioni.
"Io non ci sto a vedere chi si erge a paladina dei diritti delle donne per mero opportunismo e visibilità. Questi temi meritano impegno sincero e rispetto, non strumentalizzazioni per fini personali. I diritti non sono una bandiera da sventolare, ma una responsabilità da difendere con coerenza e serietà - ha continuato - Io non ci sto in un partito che ha affrontato questa bufera mediatica con troppa leggerezza e senza approfondire il discorso".
Poi l'annuncio delle dimissioni: "Per questo motivo ritengo opportuno dimettermi da capogruppo di Fratelli d’Italia".
"Io non ci sto a fare politica in questo modo. Per me fare politica significa mettersi al servizio della comunità con responsabilità e visione, trasformando idee in azioni per costruire un futuro migliore per tutti. Non può essere un bieco gioco di potere, fatto di attacchi personali, opportunismi e promesse vuote. Questo non lo condivido e non riesco a sopportarlo. Per questo motivo ho deciso di dimettermi anche dal consiglio comunale e tornare così a lavorare e a fare la mamma - ha concluso - Oggi, la vera sconfitta è la nostra società, sempre più dominata dall’apparenza e dai titoli sensazionalistici, anziché da un confronto serio e costruttivo sui problemi reali. Questa bufera mediatica mi lascia delusa e amareggiata, e non intendo più prendervi parte".
Tura: "Chi riconosce un errore merita rispetto. La maggioranza invece..."
"Apprendo dalla stampa che la consigliera comunale di Fratelli d’Italia che ha pronunciato le infelici uscite che sono passate alla ribalta della cronaca nazionale si è dimessa pochi minuti fa. Credo che una persona che ha il coraggio di riconoscere un errore, magari anche non ammettendolo in modo così esplicito ma comportandosi di conseguenza, meriti rispetto - ha commentato Tura - È una cosa molto rara di questi tempi, in politica. Non interessa e non serve condannare la singola persona, ma il concetto aberrante e retrogrado che ha espresso stigmatizzato anche dai vertici nazionali del suo partito, che hanno preso pubblicamente le distanze dalla consigliera. Quello che colpisce è come invece la maggioranza che governa Treviglio non si sia smarcata in modo netto dalle posizioni espresse in Consiglio, ma si avventuri in una poco convinta difesa d’ufficio, prima insinuando manipolazioni del video, poi minimizzando e infine ammettendo (il sindaco) che avrebbe “sfumato” quelle dichiarazioni. No, non c’è niente da sfumare, vanno condannate in modo inequivocabile così come fatto - magari per convenienza, ma fatto - dal partito nazionale".
Non restava che dimettersi...