Antegnate

"O Professò", l'esperienza da insegnante in un carcere diventa un saggio di sociologia

Simone Nava di Antegnate ha raccontato il primo di docenza all’interno della casa circondariale di Bergamo

"O Professò", l'esperienza da insegnante in un carcere diventa un saggio di sociologia
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Simone Nava di Antegnate ha raccontato il primo di docenza all’interno della casa circondariale di Bergamo.

Politica e sociale

Non è solo impegnato politicamente Simone Nava, che in primavera alla guida di "Antegnate in Comune" sarà candidato sindaco ma anche socialmente. Simone Nava, dirigente scolastico per professione, è stato un docente e nell’arco della sua vita professionale ha insegnato anche in carcere.

"Di tutte le date significative, sicuramente del 15 novembre 2000 non potrò mai dimenticarmene – ha detto Nava - è infatti il mio primo giorno di “galera” nelle vesti di insegnante di elettronica all’interno della Casa Circondariale di Bergamo via Gleno per conto del Centro di Formazione Professionale di Bergamo".

Simone Nava

Il primo impatto

Nava nel saggio descrive minuziosamente il primo giorno di lezioni. Accompagnato da un altro docente, "Peddy", Nava arriva al carcere in prima persona e vive tutta la prassi che fino ad allora aveva visto solo nei film. Dall’identificazione alla consegna del telefono e degli oggetti personali alle guardie penitenziarie.

"Se il primo impatto non è stato dei migliori, devo dire che l’aspetto delle aule ammuffite e puzzolenti, non mi ha certo rincuorato. - racconta Nava - Dopo altri lunghi minuti d’attesa ecco arrivare, con ghigni da veri galeotti, i detenuti iscritti ai corsi. Il primo a presentarsi, anche se in effetti sarebbe alunno del Peddy, è lo “zingaro” che con accento misto milanese-bolognese mi dice: “professore, non si spaventi perché qui siamo tutti delinquenti ma in fondo siamo bravi ragazzi e non facciamo male a nessuno!”. Questo primo contatto, devo dire che mi ha un po’ “tranquillizzato” e comunque messo quasi a mio agio. Dei dodici che dovevano partecipare al corso però, per problemi di incompatibilità con altre attività già in corso, solo in cinque si sono presentati e solo questi saranno quelli che rimarranno effettivi al corso fino alla fine dell’anno".

Gli incontri in carcere

Simone Nava così durante le lezioni entra in contatto con diversi carcerati: lo Zingaro, il Conte, Selvaggio e Bello sguardo. Col passare del tempo instaura con loro un rapporto più confidenziale che si snoda tra gli avvenimenti in carcere e i racconti emotivi dei detenuti che non hanno contatti con le loro famiglie all’esterno. Un rapporto che dura un anno, e finisce con l'esame finale, quando Nava poi viene richiamato ad insegnare nell'Istituto Professionale.

”O Professò" è un libro che si apre con un breve “diario di bordo” sulla mia esperienza di insegnante di elettronica in un carcere. - ha detto Nava - Attraverso un viaggio emotivo e pedagogico, scopro un mondo nascosto di menti desiderose di imparare, di anime che cercano redenzione e di storie personali che sfidano i pregiudizi. Con ogni lezione, si costruisce un ponte tra due mondi apparentemente inconciliabili: quello della libertà e quello della reclusione. La narrazione, ricca di dialoghi autentici e riflessioni profonde, esplora il potere trasformativo dell'educazione e del rapporto umano, dimostrando come l'arte dell'insegnamento possa illuminare i luoghi più bui. Affronto poi una riflessione sul mondo generale dei penitenziari e sulle loro contraddizioni, esplorando la necessità di individuare un percorso che porti alla redenzione del detenuto ed al suo reinserimento nella società".

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