La crisi del Bergamo Pride dopo la foto del presidente con il consigliere di Forza Italia
"La recente polemica relativa alla foto in cui sono stato ritratto mi ha profondamente ferito: è un merito portare dalla parte del diritto chi per ideologia dovrebbe schierarsi altrove"
È crisi in Bergamo Pride, l'associazione che ogni anno organizza nella Città dei Mille il Pride per i diritti delle persone e delle famiglie Lgbtq+. Il presidente Luca Rota si è infatti dimesso, venerdì, dopo una foto pubblicata sui social dall'amico e consigliere comunale di Luzzana Loris Rodigari (Forza Italia) che gli faceva i complimenti per il lavoro svolto nell'associazione.
La proverbiale goccia che ha fatto traboccare il vaso, probabilmente, sono state infatti proprio le reazioni scomposte di amici, sostenitori e conoscenti di Rota, motivate dall'appartenenza politica di Rodigari: una valanga di commenti e di polemiche interne ed esterne alla stessa associazione. Ma andiamo con ordine.
Il caso che agita l'associazione Bergamo Pride
A spiegare le ragioni di questa scelta, a due mesi circa dal successo del Pride, è stato lo stesso Rota in una lunga lettera, come riporta PrimaBergamo. Difficile sostenere che la colpa sia della sola foto, ma certamente l'episodio ha avuto un peso importante nella crisi al vertice di Bergamo Pride di queste settimane, ed in qualche modo ne è anche diventata il simbolo.
La foto "incriminata", pubblicata su Facebook a giugno, ritrae il presidente Rota con Loris Rodigari, consigliere comunale di Luzzana, tesserato per Forza Italia, responsabile del dipartimento delle pari opportunità di Forza Italia Bergamo. Un amico, oltre che un contatto istituzionale importante per la battaglia dei diritti. Era stata pubblicata dallo stesso consigliere Loris Rodigari, a giugno, con un commento eloquente.
«Ti scrivo per complimentarmi per il lavoro che hai svolto in qualità di presidente del BergamoPride: il Pride è stato un trionfo della libertà, dell'orgoglio LGBT+ e della rappresentanza istituzionale. È stato sorprendente osservare come hai saputo valorizzare i diritti delle persone LGBT+, offrendo loro uno spazio sicuro, libero e inclusivo per esprimere la propria identità e celebrare la diversità. Hai dimostrato che la solidarietà può, e deve, superare qualsiasi barriera partitica».
"Superare qualsiasi barriera partitica" Ma...
Appunto: superare le barriere. È proprio su questo che si sarebbe, in casa del Pride, consumato lo scontro. La lunga lettera pubblicata dalla pagina Facebook Bergamo Pride inizia così:
«Gentili soci, gentile pubblico di Bergamo Pride, con un profondo rammarico, ma anche con la ferma convinzione di preservare il valore del mio lavoro, vi comunico la mia irrevocabile decisione di dimettermi dalla carica di presidente di Bergamo Pride. È con grande dispiacere che constato come il mio impegno e la mia dedizione nell'organizzazione di Bergamo Pride non siano stati apprezzati da alcune persone come avrei desiderato».
Le polemiche per la foto con il forzista
«Mi rattrista constatare che, nonostante gli sforzi profusi nel portare avanti l'evento, le critiche e i dissensi abbiano soffocato la possibilità di un confronto costruttivo - prosegue Rota - La mia decisione di dimettermi è motivata dal desiderio di trovare un ambiente in cui il mio lavoro possa essere apprezzato. È un momento doloroso per me lasciare un progetto che ho amato e a cui ho dedicato moltissimo tempo ed energia. La recente polemica relativa alla foto in cui sono stato ritratto insieme ad un caro amico (che è anche consigliere di Forza Italia presso il Comune di Luzzana) mi ha profondamente ferito».
Shitstorm e insulti gratuiti
Da lì sono scattati episodi di shitstorm, cyberbullismo e insulti contro il presidente di BergamoPride.
«Vorrei sottolineare che la mia presenza in quella foto non è una testimonianza di sostegno politico (totalmente opposto al mio credo), ma una semplicissima foto con un amico in un giorno particolarmente importante per me - scrive ancora Luca Rota - Nel contempo si tratta di un tentativo di aprire un dialogo con chi potrebbe avere opinioni diverse dalle nostre ma tramite il proprio comune ha sottoscritto l'adesione al Pride firmandone il documento politico in ogni sua parte. L'assemblea condivide il fatto che sia stato un successo portare un'amministrazione storicamente in contrasto con la nostra comunità alla sottoscrizione del proprio documento politico. Quando si riesce a portare dalla parte del diritto chi per ideologia dovrebbe schierarsi altrove e sceglie di non farlo, questo va riconosciuto come obiettivo raggiunto».
"Serve una riflessione profonda all'interno di Bergamo Pride"
«Mi auguro infine che la mia decisione possa servire da stimolo per una riflessione profonda all’interno di Bergamo Pride. è fondamentale che tutto i membri si impegnino a creare un ambiente in cui il lavoro di ognuno sia riconosciuto, rispettato e valorizzato - conclude l'ormai ex presidente - Solo così potremo costruire un movimento solido e inclusivo, pronto ad affrontare le sfide che ancora ci attendono. Questi ultimi mesi post Pride sono stati per me di forte stress psicologico, davvero mi sono sentito oppresso e ho affrontato momenti molto difficili. Desidero però ringraziare coloro che hanno sostenuto il mio lavoro e mi hanno sostenuto durante il mio mandato come presidente di Bergamo Pride».