Processo omicidio Fausto Gozzini, Gottardelli: "Non sono un pedofilo"
Lunedì nel corso della seconda udienza l’imputato di Covo ha replicato alla vedova della vittima sulla casa in Tunisia.
Lunedì nel corso della seconda udienza l’imputato di Covo ha replicato alla vedova della vittima sulla casa in Tunisia.
La seconda udienza
"Non sono un pedofilo e non mi portavo i ragazzini minorenni a casa di Fausto in Tunisia". Si è difeso così lunedì alla seconda udienza del processo che lo vede accusato di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione, Domenico Gottardelli, 79 anni, idraulico in pensione di Covo, dal 14 settembre 2022 in carcere a Cremona per aver ucciso con un colpo di fucile l’imprenditore Fausto Gozzini, 61 anni,residente a Romano, negli uffici della sua azienda la Classe A Energy di Casale Vidolasco (Cremona).
"Due dita di testa mi sono rimaste. Se fosse stato così, mi sarei trovato la polizia davanti a casa" . Ha detto Gottardelli che nella prima udienza del processo, quella del 13 giugno aveva raccontato: "L’ho capito perché la moglie di Gozzini ha detto queste cose: solo per buttarmi del fango addosso. Fausto aveva una relazione con la mia cameriera. Mi hanno rubato più di 300 mila euro che avevo in garage".
Le accuse di pedofilia
Due settimane fa dalla testimonianza di Renata Galbiani, vedova di Gozzini, parte civile con l’avvocato Emilio Gueli, era emersa infatti l’ipotesi di un movente pedofilia. "Mio marito venne a sapere che Gottardelli portava i bambini — aveva raccontato la donna — Fausto rimase stupito. Gli consigliai di non dargli più l’appartamento. C’ero quando a maggio Gottardelli venne in ditta. Mio marito gli disse: "Non te la do più la casa in Tunisia". “Ma cosa ti hanno detto?”, rispose lui: una frase ripetuta più volte. Mio marito, nonostante la sua insistenza, non gli disse che aveva sentito che lì dentro si portava i bambini. Della cosa lo sapeva il socio di mio marito. Mio figlio Marco aveva sospettato che gli piacessero i ragazzini".
"Solo fango su di me" la secca replica di Gottardelli che lunedì ha voluto rilasciare altre dichiarazioni spontanee.
Il processo
L’avvocato Santo Maugeri, che lo difende con il collega Pietro Mazza, gli ha spiegato che dovrà attendere il 19 settembre prossimo. «Il nostro assistito vuole anche ribadire quanto fosse forte il legame con Gozzini — ha riferito il legale — A suo parere, non è ben emerso alla scorsa udienza. Sono andati insieme in Thailandia e in Tunisia. Io stesso tengo a che racconti alcuni episodi. È importante per dimostrare che erano più che amici: erano complici nella vita. Gottardelli si è sentito tradito dall’amico che gli ha rubato i soldi».
Quei 340 mila euro incassati dalla vendita, cinque anni prima, di una sua casa a Predore, sul lago d’Iseo. Il 19 settembre, gli psichiatri di Brescia Giacomo Filippini e Sergio Monchieri, periti della Corte d’Assise, riferiranno se Gottardelli fosse o meno capace di intendere e di volere al momento del delitto, su una sua eventuale infermità anche parziale di mente e, in caso affermativo, per quale disturbo, oltre che se Gottardelli sia persona socialmente pericolosa. E se il regime carcerario sia compatibile anche con le condizioni di salute dell’anziano, in passato trapiantato di fegato e affetto da diverse patologie. Gli avvocati di parte civile hanno nominato lo psichiatra Massimo Biza. Il pm Francesco Messina non si è affidato ad alcun consulente; i difensori avevano già messo in campo gli psicologi Marco Frongillo e Moira Liberatore. Il 7 luglio, i periti visiteranno il pensionato nel carcere di Cremona.