Lombardia sempre più al femminile, ma la strada verso la parità di genere è ancora lunga
Flessibilità oraria, gratifiche economiche e sostegno sanitario tra le best practice, ma solo il 17% ha un nido aziendale
Quante sono e come sono organizzate le aziende lombarde gestite dalle donne? Ce lo spiega il dossier presentato oggi, 23 maggio, nell’ambito del convegno “Le buone pratiche di conciliazione vita-lavoro” promosso a Palazzo Pirelli dal Consiglio delle Pari Opportunità. La Lombardia si conferma una regione sempre più femminile, ma la strada per raggiungere la parità di genere è ancora lunga. Sono, infatti, 157.974 (pari al 19,4% del totale) le aziende lombarde gestite da donne.
Lombardia sempre più femminile
Proprio la scorsa settimana, il Giornale di Treviglio - Prima Treviglio ha proposto una riflessione sul rapporto tra maternità e lavoro, durante il convegno organizzato in piazza Setti all'interno dell'evento Mamme in festa: in quell'occasione il quadro emerso non era certo dei più confortanti. La fotografia lombarda offre una visione più ottimistica anche se la strada per raggiungere le pari opportunità è ancora lunga. Esistono però delle "buone pratiche" per aiutare le donne - ma non solo - a conciliare l'essere genitori con la vita professionale.
Le buone pratiche
Nel panel di 200 aziende preso in esame dal dossier, il 92% delle aziende, ad esempio, attua la flessibilità oraria, il 71% fornisce alle donne supporto medico-sanitario in caso di gravidanza, il 51% riconosce gratifiche economiche alle lavoratrici neo-mamme, solo il 17% però dispone di un asilo aziendale. Lo smart working, che nel 2019 veniva praticato dal 70% delle aziende, oggi supera il 90%, il telelavoro arriva al 43%.
“Congedo parentale, contributi economici, asilo aziendale, anticipo del TFR, smart working, flessibilità oraria in entrata e in uscita. Sono diverse le strade del ‘nuovo’ welfare aziendale che le aziende lombarde stanno percorrendo – ha sottolineato in apertura il presidente del Consiglio regionale Federico Romani - Ma non basta. Per raggiungere l’obiettivo della ‘parità virtuosa’ è necessario compiere un salto culturale. C’è una nuova generazione di donne che, nonostante le difficoltà nel tenere insieme lavoro e famiglia, sta emergendo e si sta affermando con la forza della passione e dei propri talenti. La sfida è lanciata e sono le nuove generazioni a doverla raccogliere: un mondo in cui la libertà della donna non è negata o concessa, ma riconosciuta nella sua pienezza. In cui non si parlerà di quote rosa, e non farà più notizia che sia una donna a guidare un team di scienziati o di ricercatori. O un Governo, come successo di recente. La strada è tracciata. Sono queste donne le icone di oggi – ha concluso Romani - che con passione, talento e coraggio costruiscono la loro vita passo dopo passo”.
Parità virtuosa: oltre 200 aziende premiate
Al convegno sono intervenute l’assessore regionale alla Famiglia e Disabilità Elena Lucchini e l’assessore alla Formazione, Istruzione e Lavoro Simona Tironi che hanno portato il saluto della Giunta regionale e ringraziato il Comitato Pari Opportunità per l’importante lavoro di sensibilizzazione svolto in questi anni.
“In questi anni – ha dichiarato Letizia Caccavale, presidente del Consiglio Pari Opportunità - abbiamo sviluppato numerose iniziative sul territorio lombardo riguardanti il tema della conciliazione famiglia – lavoro e della condivisione della cura, che abbiamo molto a cuore. Con il Riconoscimento Parità Virtuosa abbiamo potuto raccogliere le testimonianze aziendali e associative innovative del nostro territorio. Oggi intervistiamo tre realtà esemplari prendendole ad esempio per la creazione di nuove politiche regionali, rafforzando la collaborazione in maniera sussidiaria. Natalità e occupazione femminile – ha proseguito Caccavale - sono le questioni più urgenti che dobbiamo affrontare insieme alle nostre imprese per rafforzare le politiche di promozione della famiglia e l’offerta di servizi a sostegno della genitorialità e dell’invecchiamento attivo e a supporto delle persone con disabilità."
All’incontro odierno hanno portato la loro esperienza Sonia Malaspina per la multinazionale Danone, Rossella Riccò per l’Agenzia per il lavoro GiGroup e Laura Gori per la società di servizi di traduzione e interpretariato Way2Global. Sono tre tra le oltre 200 aziende che hanno ricevuto in questi quattro anni il riconoscimento “Parità Virtuosa”: tra esse vi sono sia micro-imprese con meno di 10 dipendenti sia grandi aziende con più di 300 lavoratori.