Il convegno

Madri "equilibriste" tra lavoro, casa e figli: il futuro parte dal sostegno ai genitori

Ne abbiamo parlato sabato, in occasione della Festa della mamma in piazza Setti, con la psicologa Michela Corti e con l'assessore Valentina Tugnoli

Madri "equilibriste" tra lavoro, casa e figli: il futuro parte dal sostegno ai genitori
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Mamme sì, ma anche donne alle prese con l’ardua impresa di conciliare vita famigliare e lavorativa. L’evento che sabato scorso ha animato piazza Setti è stato anche l’occasione per discutere di un tema strettamente attuale come quello del rapporto tra maternità e lavoro. Il convegno, moderato dalla nostra giornalista Jessica Taborelli, ha visto l’intervento della psicologa e psicoterapeuta Michela Corti e dell’assessore alle Politiche giovanili del Comune di Treviglio Valentina Tugnoli che hanno affrontato rispettivamente l’aspetto psicologico e quello più pratico-burocratico del tema.

Maternità e lavoro: le mamme "equilibriste"

Donne-funambole, sempre di corsa sul filo, divise tra mille scadenze e doveri, nel tentativo di reggere il carico mentale dell’essere genitore. Un’immagine che ben rende l’idea di ciò che significa essere genitore, ma soprattutto madre, nella società di oggi. La stessa che "Save the Children Italia" ha fatto sua nell’ultimo bollettino sulla maternità nel nostro Paese intitolato, appunto, "Le equilibriste".
Lo scenario non è certo confortante: nel 2022 in Italia sono nati meno di 400mila bambini. Una bassa fecondità dovuta a mutate condizioni sociali, ma anche a una cronica precarietà del lavoro femminile.

Disparità salariale e precarietà

Disparità salariale, contratti a termine e difficoltà nel raggiungimento di ruoli apicali, fermano l’occupazione femminile al 52%, quando la media europea è al 62%. Il "gap" con l’occupazione maschile è evidente: gli uomini attivi superano le donne di oltre 17 punti percentuale.
Negli ultimi anni l’esperienza della pandemia ha aggravato la situazione: il 55% dei posti di lavoro persi nel 2020 ha riguardato le donne. Lockdown e servizi al minimo hanno aiutato, però, il problema a emergere. Problema che, oggi, necessita di risposte e che ci ha spinto a parlare di un tema - come quello dell’occupazione femminile e del sostegno alla genitorialità - dal quale si riconoscerà un Paese davvero pronto a guardare al futuro.

Il carico mentale

Genitorialità e non solo maternità proprio perché è tempo di spezzare quel circolo vizioso che lascia sulle spalle della donna-madre il peso e la responsabilità della famiglia.

"L'età media in cui si diventa madri è in continuo aumento, oggi siamo a 32,4 anni - ha esordito la dottoressa Corti, esperta di clinica sistemica dell’adolescenza e mamma di due bambine - Questo dato ci dice che spesso le donne hanno un’identità professionale già avviata. La maternità, così come la paternità, generano un grande cambiamento di priorità, di bisogni, di spazi, di assetto mentale. Una rivoluzione non semplice che spesso porta con sé un senso di insoddisfazione nel vivere a metà il ruolo di lavoratrice e quello di madre. L'insoddisfazione è generata da una serie di fattori: dal senso di colpa, dall'ansia di prestazione, da un vero e proprio senso di sopraffazione a cui si aggiunge la paura del giudizio altrui e il timore che ciò abbia ripercussioni sulla salute mentale dei proprio figli che fa sentire ei genitori incapaci e inefficaci".

Spezzare il circolo vizioso

A volte le mamme mettono in atto strategie disfunzionali per sopperire alle emozioni negative che sfociano in tendenze al controllo, al perfezionismo con ripercussioni sulla coppia e sul rapporto stesso con i figli.

"Il desiderio di vivere pienamente la maternità e le proprie aspirazioni professionali è raggiungibile cercando il sostegno dentro la famiglia, nel rapporto equo con il partner - ha aggiunto - Per farlo la mamma dovrebbe uscire dal circolo vizioso del senso di colpa - perché, lo ricordiamo, la salute mentale dei figli dipende da quanto i genitori si prendono cura della propria -, introducendo nella propria visione il concetto di delega, dando fiducia alle altre figure di riferimento e chiedendo aiuto quando necessario".

I servizi ci sono, ma non è abbastanza

Per riuscire a conciliare impegni lavorativi e famiglia gli strumenti di sostegno sono la prima risposta. A partire dai nonni, oggi figure fondamentali, ma non sempre disponibili.

"Treviglio, dal punto di vista dei servizi, è un isola felice - ha spiegato l’assessore Tugnoli, a sua volta madre di una bimba - Oltre al pre e post scuola, abbiamo attivato il Cre estivo e soprattutto il Cri Neve per il periodo natalizio per andare incontro ai genitori che lavorano e che durante l’estate e le festività non hanno nessuno su cui poter fare affidamento. Il vero problema, ancora oggi, sono gli orari. Lo vedo io stessa, al nido. Un’uscita da scuola alle 17 non aiuta chi lavora e obbliga a dover trovare altre strategie. Il congedo parentale è uno strumento ancora inadeguato: 10 giorni ai neo papà non sono certo sufficienti quando ci sono Paesi che offrono mesi di congedo con retribuzione al 100%".

Un aspetto, questo, che sottolinea ancor di più come la cura della famiglia, in Italia, sia ancora un "affare da donne", sì, da donne equilibriste.

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