Il futuro della Cava dei tre cantoni: un lago che intreccia storia e natura per attirare turisti
Dalle piste ciclopedonali flottanti agli spazi per la sperimentazione agricola: così ambiente e cultura si fondono nel cuore della Bassa
Un progetto all’avanguardia che coniuga la riqualificazione naturalistica con i percorsi storici e l’architettura industriale bergamasca, l’attenzione all’energia green con lo sport, la ricettività e il turismo per restituire alla comunità una vera e propria oasi. E’ stato presentato ieri, martedì 16 maggio, nella sala consiliare del Comune di Pontirolo, il progetto per la realizzazione del "Lago dell’Intreccio": un’area di 30 ettari che si estende sui territori di Pontirolo, Arcene e Ciserano da anni interessati dall’attività di escavazione della "Nuova Demi".
Il futuro della Cava dei tre cantoni
Alla conferenza stampa di presentazione del masterplan erano presenti oltre al sindaco di Pontirolo Gigliola Breviario e i colleghi di Arcene e Ciserano Roberto Ravanelli e Caterina Vitali, anche Mario Doneda della Nuova Demi, Marcello Fattori per il WWF e il Renova Park e il team del Centro studi per il territorio dell’Università di Bergamo: la geografa Emanuela Casti, il giurista Emanuele Comi, l’economista Marco Contardi e l’urbanista Fulvio Adobati.
E’ al Centro studi sul territorio, infatti, che è stata commissionata – inizialmente, era il 2018, da Nuova Demi (exCo-Gest srl) e dal Comune di Pontirolo – la ricerca per la realizzazione del Masterplan con l’obiettivo di definire la “visione” sulla quale impostare tutte le azioni per il recupero e la rigenerazione territoriale della cosiddetta “Cava dei tre cantoni”.
Il progetto sviluppato con un Accordo di programma è giunto, ora, al coinvolgimento di tutti gli attori interessati alla realizzazione e alla gestione delle opere. Il bando per presentare la manifestazione d’interesse, con scadenza a inizio luglio, mira a sollecitare la partecipazione al procedimento di co-programmazione e co-progettazione e a individuare soggetti interessati a sviluppare la progettualità.
L'intreccio fra storia e natura
Si chiamerà Lago dell’Intreccio e la scelta del nome non è certo casuale.
“La cava dei tre cantoni ha delle caratteristiche eccezionali – ha esordito la dottoressa Casti – tra i confini dei tre Comuni custodisce retaggi storici di grande importanza, uno fra questi è il Fosso Bergamasco. Qual è il nostro obiettivo? Innovare la rigenerazione di una cava che recuperi sia gli aspetti culturali che quelli ambientali partendo dalla restituzione del territorio ai proprio abitanti e, per una volta, quello che si restituisce è molto più di ciò che si è preso”.
Una rigenerazione naturalistico-culturale partecipata, messa in rete in scala locale, regionale (vista la vicinanza al milanese) ed europea (grazie alla vicinanza con l’aeroporto di Orio al Serio) in prospettiva ricreativo-turistica che non si limiti a un semplice ripristino ambientale e paesaggistico.
Un unicum nel suo genere
Tanti i punti di forza e le opportunità che questa rigenerazione può of
frire al territorio: dalla presenza del Fosso Bergamasco, antico confine tra il Ducato di Milano e la Repubblica di Venezia, alla vicinanza alla via Francesca, un percorso romano utilizzato per raggiungere la Terrasanta. Collegato al Renova Park può contare su un alto grado di biodiversità, ma non solo: l’area intercetta corridoi verdi regionali, nonché elementi di archeologia industriale (filande, opifici, tra tutti Crespi d’Adda), fortificazioni e castelli di confine veneziano-milanese, e di geografia dell’acqua con l’insieme di laghi e fontanili.Le aree di intervento
Quattro le macroaree di intervento: naturalistico-ambientale, mobilità verde e sport, fruizione culturale e le attività turistiche di micro-business.
L’intervento naturalistico-ambientale richiederebbe una spesa di 895mila euro tra interventi di forestazione (540mila euro), la realizzazione di aree di sperimentazione agricola (200mila euro), rovari, zone umide e isole galleggianti.
Altri 810mila euro, invece, servirebbero finanziare l’area culturale e ludica particolarmente ricca. A spiccare è il progetto di una passerella ciclopedonale flottante che ripercorre esattamente il tracciato del Fosso Bergamasco (510mila euro) insieme all’area ludico- ricreativa vera e propria (300mila euro). I futuri fruitori dell’oasi potrebbero scoprire le bellezze naturali del fondo del lago grazie a un sommergibile simulato o ancora conoscere i segreti dell’escavazione in uno spazio museale anfibio.
Più contenuta la spesa per la parte relativa alla mobilità verde e allo sport con 125 mila euro da destinare al percorso vita attrezzati, 50mila euro per il biolago e 40mila euro per il percorso della naturalità. Così definita, al centro di percorsi naturalistici, storici e artistici che collegano la pianura, l’oasi del Lago dell’Intreccio potrebbe facilmente ospitare un’area di micro business: dalla ristorazione alle strutture ricettive per i turisti.
Tempi lunghi, ma qualcosa già si muove
Per arrivare alla pubblicazione della manifestazione d’interesse ci sono voluti cinque anni, ma del futuro della cava si discute almeno da un decennio. I tempi per la realizzazione dell’ambizioso progetto non saranno certo brevi, ma qualche punto è già stato fissato. Chiuso il termine per la presentazione delle manifestazioni d’interesse, a inizio luglio, da settembre si potrà proseguire simultaneamente con le fasi di co-programmazione e co-progettazione per passare poi alla valutazione delle opportunità di finanziamento verso la fine del 2023 e giungere alla sottoscrizione di un Accordo di programma nei primi mesi del prossimo anno.
Pur tenendo conto dei diversi tempi di intervento - visto che la cava è ancora attiva a Pontirolo ed Arcene - la rigenerazione può essere già avviata.
“E’ difficile stabilire un tempo preciso per la fine delle escavazioni – ha spiegato Mario Doneda – la concessione scade nel 2025 ma a dettare i tempi è la richiesta del mercato. Una stima realistica potrebbe contare ancora una decina d’anni”.
Nell’area già stralciata dal piano cave, circa 14 ettari che insiste sul territorio di Ciserano, i primi interventi sono già possibili. Lo scorso anno l’Amministrazione guidata da Caterina Vitali si è aggiudicata un importante finanziamento di oltre 300mila euro grazie al bando regionale “Infrastrutture verdi” che consentirà l’intervento di ripristino naturalistico sulla porzione già disponibile.
“Il progetto è in itinere – ha aggiunto Adobati – e si sviluppa su più livelli. Obiettivi in co-progettazione che emergeranno dalla manifestazione d’interesse e progetti identitari come quello della passerella che possono essere già realizzati cercando di accedere a finanziamenti regionali, nazionale o europei”.
Governance nel lungo periodo
Un progetto tanto complesso da richiedere senz’altro una governance all’altezza che possa garantire nel lungo periodo stabilità e sostenibilità.
“Nel futuro, quando il progetto vedrà la luce, auspico la creazione di un soggetto unico per far confluire tutti gli interessi in un unico ente che sia questo una fondazione, una cooperativa, un consorzio – ha spiegato Doneda – Un organo che sia rappresentativo e che possa rendere fruibile e sostenibile l’area con tutta la sua offerte in un disegno che si auto sostiene”.
Sulla sostenibilità nel lungo periodo non ci sono dubbi: è necessaria per garantire il funzionamento di tutte le sue parti. L’idea è quella già abbracciata da diversi Comuni, quella delle comunità energetiche a cui il Lago dell’Intreccio potrebbe partecipare con un impianto fotovoltaico flottante e con altre soluzioni innovative che però oggi rappresentano un filone autonomo e ancora in divenire rispetto al progetto.
Il progetto verrà illustrato alla cittadinanza giovedì 18 maggio alle 20, nell’auditorium delle scuole elementari di Pontirolo e verrà presentato il prossimo 30 maggio in Provincia alla presenza degli stakeholder ai quali verranno illustrate le prossime fasi del progetto.