Sanità

Ospedale Treviglio, il Giudice del lavoro dà ragione all'Asst: legittima la rimozione del dottor Bossi

Rigettato dal Giudice il ricorso dell'ex Direttore di dipartimento, che criticò la riforma del Pronto soccorso di Treviglio e Romano. "Avrebbe dovuto rassegnare le dimissioni dall'incarico".

Ospedale Treviglio, il Giudice del lavoro dà ragione all'Asst: legittima la rimozione del dottor Bossi
Pubblicato:
Aggiornato:

Ospedale di Treviglio, la rimozione del dottor Antonio Bossi da direttore del Dipartimento di Patologia e Prevenzione dell'Asst Bergamo Ovest è legittima. Lo ha stabilito il Tribunale di Bergamo, rigettando oggi giovedì 20 ottobre 2022 il ricorso presentato dal medico trevigliese contro l'azienda sanitaria che gestisce i due ospedali di Treviglio e Romano. Una decisione che mette la parola fine su una vicenda durata oltre due anni,  e che nel pieno dell'emergenza Covid scosse il mondo della sanità locale della Bassa bergamasca. Ma andiamo con ordine.

La protesta dei medici contro le guardie in Pronto soccorso

Era la primavera del 2020. Storico e stimatissimo medico dell'ospedale cittadino, Primario di Diabetologia, Antonio Bossi fu protagonista di una vivace protesta contro l'Asst Bergamo Ovest diretta dal direttore generale Peter Assembergs, dopo la decisione dell'azienda di non avvalersi più di cooperative esterne per coprire i turni del Pronto soccorso.

Una scelta -  adottata da Assembergs e dall'azienda alcuni mesi prima, nel 2019, in coincidenza con almeno un grave errore medico - che non piacque affatto a molti strutturati di altri reparti dei due ospedali, chiamati a coprire i turni vacanti  con le cosiddette guardie dipartimentali e interdipartimentali. Ne nacque un'estenuante guerra interna tra un gruppo di medici e direzione aziendale, che si acuì ancora di più nei mesi seguenti. Sullo sfondo, va ricordato, sarebbe intervenuta del resto anche la micidiale ed estremamente stressante pressione generata su medici e personale sanitario, in quei drammatici mesi, dalla pandemia. Diversi medici firmarono una lettera di protesta contro la direzione di Assembergs e la riforma del Pronto soccorso, censurando pesantemente gli ordini di servizio ricevuti. La missiva, inoltrata alla Direzione per mezzo di uno studio legale, vide il dottor Bossi tra i principali animatori della fronda.

Lo scontro con Assembergs e la rimozione dalla Direzione di dipartimento

La partecipazione di Bossi alla protesta portò subito allo scontro con il dg Assembergs: oltre che Primario, Bossi era infatti anche Direttore di dipartimento e quindi membro del Collegio di direzione, uno dei massimi organi dirigenziali dell'Asst. Un incarico che è di natura fiduciaria e viene assegnato direttamente dal direttore generale senza concorso. Da qui la decisione della Direzione strategica di rimuoverlo dall'incarico, decisione che arrivò dopo un inutile tentativo di mediazione il 4 giugno 2020. La contrapposizione pubblica di un direttore di dipartimento contro i vertici aziendali, e la conseguente rottura del rapporto fiduciario con Bossi, era arrivata secondo la direzione "a delegittimare l'azione" della Direzione stessa: un comportamento "incompatibile con l'attuazione delle scelte adottate" dall'azienda in un momento di profonda crisi. Insomma: uno scontro totale interno agli stessi vertici aziendali non poteva essere trattata come una normale e legittima vertenza sindacale.

Ne nacque un caso sindacale-sanitario-gestionale che fece parlare di Treviglio e dell'Asst Bergamo Ovest per settimane.  Bossi, dopo 33 anni di servizio, lasciò l'ospedale di Treviglio per andare a lavorare in una clinica di Bergamo, e promise battaglia legale. Non solo: alle ultime Comunali, Bossi fu anche candidato  proprio in una lista che ispirava il proprio programma ai temi e alle criticità della sanità locale, e in diverse occasioni anche negli scorsi mesi ha criticato apertamente la gestione dell'Asst Bergamo Ovest.

Il ricorso al Giudice del Lavoro

Il direttore "ribelle" impugnò quindi la rimozione del suo incarico davanti al Giudice del lavoro che oggi, due anni e mezzo dopo, si è espresso dando pienamente ragione all'azienda. La sentenza del Giudice del Lavoro Monica Bertoncini sposa infatti in pieno la tesi dell'azienda, rigettando il ricorso di Bossi che chiedeva il risarcimento dei mancati guadagni come direttore nei quattro anni che lo separavano dalla pensione, oltre ai danni non patrimoniali e a quelli contributivi.

Rigettato il ricorso: ha ragione l'azienda

Dal punto di vista formale, il Giudice non ha infatti rilevato irregolarità dal momento che la rimozione era stata decisa "sentito il parere dei componenti la direzione strategica" dallo stesso direttore Assembergs che aveva attribuito l'incarico fiduciario. Nel merito, inoltre, il Giudice ha dato ragione agli avvocati dell'Asst.

"Avrebbe dovuto dimettersi, non protestare"

Scrive il Giudice nella sentenza che rigetta il ricorso:

"In quanto direttore di dipartimento (Bossi) era persona di stretta fiducia del direttore generale e tale ruolo gli imponeva di sollevare i dubbi o le perplessità rispetto alla scelta organizzativa della Direzione strategica nel luogo a ciò deputato rispetto al ruolo che rivestiva, ovvero nell'ambito del Consiglio di direzione di cui fanno parte i direttori di dipartimento, non attraverso lettere di legali o mediante aperte censure nell'ambito delle riunioni sindacali".

Al contrario, la sentenza cita una testimonianza dell'attuale direttore sanitario Andrea Ghedi, che ha spiegato come la decisione di riformare radicalmente la gestione del Pronto soccorso  fu comunicata nel corso di un Collegio di Direzione, cui Bossi partecipava proprio in quanto direttore di dipartimento, ma "non fu discussa" dallo stesso durante queste riunioni.

Di più: secondo il Giudice, "in caso di mancata condivisione delle decisioni della Direzione strategica il Bossi avrebbe dovuto rassegnare le dimissioni dall'incarico di direttore del dipartimento". Quella "sarebbe stata l'unica decisione coerente", per "continuare la sua battaglia verso la scelta organizzativa soltanto nel ruolo di dirigente di struttura complessa (di Primario, dunque, e non di membro del più alto board dell'ospedale, ndr)".

Assembergs: "Abbiamo sempre agito correttamente"

A commentare la sentenza è lo stesso direttore generale Peter Assembergs: "Dico soltanto che abbiamo sempre agito correttamente, anche in un periodo di estrema emergenza come quello della pandemia".

Nella foto in alto: il dottor Antonio Bossi e il dg Peter Assembergs

Seguici sui nostri canali