Violenza di genere, la rete "Non sei sola" si amplia: nel 2021 oltre 200 richieste di aiuto
Il 28 aprile in sala consiliare a Treviglio si sono tirate le somme degli ultimi due anni di lavoro della Rete Antiviolenza Interistituzionale.
In prima linea contro la violenza di genere: la rete "Non sei sola" si amplia, sempre più enti e sempre più associazioni in campo per sostenere le donne. Una presenza sempre più fondamentale di fronte al numero, impressionante, di richieste di aiuto: 220 nel 2021 in crescita rispetto all'anno precedente.
La Rete Antiviolenza "Non sei sola"
Era il 2013 quando l'Ambito di Treviglio ha visto la nascita della Rete Antiviolenza Interistituzionale "Non sei sola" a cui, l'anno dopo, si è unito l'Ambito di Romano di Lombardia. Una rete nata per promuovere il raccordo e la collaborazione tra tutti i soggetti pubblici e privati, che a vario titolo e con competenze e ruoli differenti, si occupano di contrasto alla violenza contro le donne.
Un obiettivo perseguito negli anni attraverso interventi, attività di formazione, sensibilizzazione nelle scuole con lo scopo di favorire l’emersione del fenomeno e di monitorarne l’andamento, adottando strategie e strumenti di prevenzione e contrasto, creando un sistema di
interventi integrati che accompagnino la donna nel percorso di uscita dalla violenza, analizzando i nodi critici e offrendo soluzioni e strumenti efficaci. La rete può contare su un'équipe multidisciplinare che garantisce il raccordo tra i servizi coinvolti nella presa in carico delle donne vittime di violenza e attua interventi integrati a loro favore.
Un incontro in Comune
Lo scorso 28 aprile la rete "Non sei sola" (di cui fanno parte le Forze dell’ordine, la Procura della Repubblica, il Centro Antiviolenza di Treviglio, l’ASST Bergamo Ovest, l’ATS, l’Ufficio Scolastico, l’Udi, la Commissione Pari Opportunità, il Consiglio delle Donne, la Cooperativa Sirio, la Casa delle Donne, il CIF, il Soroptimis , i referenti delle varie Case rifugio e le associazioni che operano nell’ambito delle politiche femminili) si è riunita per tirare le somme dell'attività svolta tra il 2020 e il 2021. Il dato che è subito emerso è "quanto l’emergenza sanitaria abbia richiesto un adeguamento delle modalità di svolgimento di alcune attività". In particolare l’aggiornamento e la formazione, svolte esclusivamente a distanza, mentre l’accoglienza e i servizi del Centro Antiviolenza sono tornati stabilmente in presenza, sia presso la sede di Treviglio sia presso gli sportelli decentrati, permettendo in tal modo di continuare a essere un punto di riferimento e di sostegno per le donne vittime di violenza. Anche l’ospitalità presso le strutture di protezione ha potuto continuare senza particolari difficoltà organizzative.
Formazione, informazione e due new entry
Il 2021 è stato un anno importante per la formazione. In collaborazione con l’ASST Bergamo Ovest, si è tenuto un incontro dal titolo ”Riconoscere e accogliere le donne vittime di violenza”, cui è seguito un secondo evento finalizzato a “Discutere di aspetti legislativi e obblighi giuridici legati al percorso rosa integrato”, organizzato e coordinato da Antonella Villa, primaria dell’U.O. Ostetricia e Ginecologia
dell’Ospedale di Treviglio. In quell'occasione molto interessante è stata la relazione della Sostituto Procuratore di Bergamo Emma Vittorio e gli interventi del vicequestore Marco Cadeddu e del Capitano dei Carabinieri Filippo Testa.
Durante l'incontro, svoltosi nella sala consiliare del Comune di Treviglio, è stato confermato anche l'ampliamento della rete con il coinvolgimento dell’associazione La Svolta di Bergamo “Spazio di ascolto per uomini maltrattanti” e l’adesione del CIPM - Centro Italiano per la Promozione della Mediazione -, con sede a Torre Boldone.
Aumentano le richieste di aiuto
Impressionanti, appunto, i dati riferiti all'attività del Centro Antiviolenza - Sportello Donna negli ultimi due anni. Nel 2020 il Centro ha
avuto 206 contatti, 94 nuove prese in carico e 53 inviate al CAV competente per territorio; nel 2021 invece ci sono stati 220 contatti, 107 nuove prese in carico e 32 donne inviate al CAV competente per territorio. Il CAV Centro Sirio ha seguito 201 casi nuovi e 44 donne degli anni precedenti per un totale di 245 donne.
Le donne prese in carico hanno mediamente tra i 29 e i 49 anni di cui l’84% ha figli minori e il dato inquietante è quello di 159 minori coinvolti in situazioni di violenza assistita. Per 18 donne è stata necessaria la collocazione in una struttura protetta in “Casa rifugio”.
Ancora femminicidi nella Bassa
Alla luce degli ultimi fatti di cronaca locale, con l'uccisione della 44enne Romina Vento per mano del compagno Carlo Fumagalli, ora in carcere, è emersa ancora di più la necessità di una "forte integrazione tra i professionisti attivi nelle varie forme d’intervento quali l’accoglienza, l’ascolto, l’accompagnamento psicologico e legale invitando chi è in pericolo a contattare il 1522 o la App 1522 AntiViolenza e stalking", hanno rimarcato la coordinatrice Cecilia Gipponi e la responsabile del CAV Cinzia Marcadori.
Per Romina e per Luigi Casati, ucciso invece a colpi di pistola da una vicina di casa, è stato chiesto e osservato un minuto di silenzio.
"Grazie a tutti i professionisti"
“Il Comune di Treviglio – spiega il vicesindaco e assessore alle Pari Opportunità Pinuccia Zoccoli Prandina – dopo essere stato il promotore della Rete Interistituzionale è impegnato costantemente, 365 giorni all’anno, a supportare le donne vittime di violenza, maltrattamento o che si trovino in difficoltà, attraverso uno specifico Centro Antiviolenza che offre loro accoglienza, ascolto e supporto legale, grazie a esperti professionisti: psicologi, avvocati, educatrici e mediatrici culturali. Sono grata per l’indispensabile lavoro svolto dai Servizi Sociali e dalla responsabile Monica Falchetti, dalla Polizia Locale, da tutte le Forze dell’Ordine, dai Distretti socio-sanitari, dagli Ambiti, dalle associazioni di volontariato e da tutti gli altri attori che hanno aderito alla Rete stessa e, che insieme a noi, si spendono su una tematica così sensibile. Ringrazio Regione Lombardia per i contributi volti alla concretizzazione di progetti mirati in materia di genere. La cittadinanza intera deve sentirsi impegnata e coinvolta insieme al Comune e agli altri partner, supportando la Rete Interistituzionale per difendere la libertà, la dignità, la parità dei diritti delle donne: aspetti valoriali funzionali alla cultura del contrasto alla violenza, contro tutte le violenze fisiche, psicologiche e economiche che vanno sempre condannate in modo fermo e chiaro.”