Crisi Ucraina

Profughi ucraini: ecco cosa portare (e come) nei punti di raccolta

Hub a Calcinate, segreteria in via Tasso a Bergamo.

Profughi ucraini: ecco cosa portare (e come) nei punti di raccolta
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È ormai a punto il sistema di raccolta di aiuti umanitari coordinato dalla Provincia di Bergamo per sostenere la popolazione ucraina. Su iniziativa del presidente Pasquale Gandolfi, con il coordinamento del consigliere provinciale Damiano Amaglio, affiancato dal consigliere delegato alla Protezione civile Massimo Cocchi, si è costituito un gruppo di lavoro che ha come obiettivo quello di organizzare un modello di raccolta uniforme su tutto il territorio provinciale, nel rispetto delle specificità dei soggetti in campo e cercando di agevolare le potenzialità di ciascuno.

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Un hub centrale a Calcinate

Il modello della rete provinciale prevede un hub centrale solo di servizio e spedizione a Calcinate, all’interno di una delle sedi di Italtrans, azienda che ha dato il proprio contributo all’iniziativa insieme a Protezione civile, Confindustria Bergamo, Distretto Rotary 2042, Sermig (Servizio Missionario Giovani), l’associazione culturale ucraina Zlaghoda e alle Amministrazioni comunali.

Italtrans ha aiutato il tavolo di lavoro a creare un modello logistico semplice e funzionale, mettendo a disposizione spazi e competenze per il funzionamento dell’hub centrale, dal quale partiranno i camion carichi di generi di prima necessità.

Altri punti di raccolta con la Protezione civile

Oltre a questo magazzino verranno aperti altri punti di raccolta gestiti direttamente dalla Provincia attraverso il braccio operativo della Protezione civile, che ne assumerà il coordinamento. Di fatto, il presente modello cura ogni passaggio successivo alle singole raccolte promosse nei comuni della provincia, garantendo stoccaggio, trasporto e consegna dei beni umanitari: chiunque non sappia come far arrivare a destinazione le merci raccolte (ad esempio oratori, Comuni, associazioni, o gruppi) può appoggiarsi a questa rete.

Al momento sono stati istituiti tre punti di raccolta: il primo è quello di Zanica, nell’ex Palazzo del Ghiaccio, che sarà operativo da lunedì 21 marzo e nel quale convergerà la macchina operativa del Sermig. Mercoledì 23 marzo entreranno in funzione il centro di Albino, nell’ex sede del corriere Gls in via Partigiani, e quello di Treviglio, nel capannone della Sabb-Servizi ambientali Bassa Bergamasca. È in corso la ricerca di sedi idonee per l’apertura di altri tre centri di raccolta.

Cosa portare (e come) nei punti di raccolta

Agli hub si potrà accedere su prenotazione e vi si potranno portare i prodotti indicati settimanalmente attraverso i canali di comunicazione istituzionali della Provincia, visto che la raccolta viene costantemente rimodulata.

Attualmente le possibili destinazioni dei tir in partenza da Calcinate sono la Polonia (in accordo con l'ambasciata italiana a Varsavia i beni verranno consegnati alla Caritas nazionale polacca che accoglie i profughi in arrivo al confine), la Romania (la Caritas di Iasi e di Suceava e l’associazione “Dom Polski” stanno accogliendo nelle proprie strutture centinaia di profughi; sempre con la Caritas di Iasi c’è un accordo per portare parte del materiale all'interno del territorio ucraino attraverso la società governativa ucraina Eximb), Romania (in collaborazione con Fundatia Padri Somaschi i beni verranno consegnati all’hub Sermig di Baia Mare), e Moldova (sarà consegnato materiale alla Caritas di Chisinau che accoglie profughi provenienti da Odessa).

In via Tasso una segreteria di supporto

Nel palazzo della Provincia è stata attivato anche un ufficio di segreteria che gestirà le diverse richieste, raccoglierà le disponibilità di aiuto e di collaborazione, e fornirà le indicazioni utili ai cittadini e alle associazioni. Ad occuparsene è il Servizio politiche del lavoro che ha messo a disposizione il proprio personale. Sempre attraverso questo Servizio e la rete dei centri per l’impiego, la Provincia è disponibile a prendere in carico eventuali offerte di lavoro che possano essere indirizzate ai cittadini e alle cittadine ucraine. Per contatti, richieste ed informazioni scrivere alla casella di posta: emergenzaucraina@provincia.bergamo.it oppure telefonare al numero 035-387283.

«Il ruolo istituzionale irrinunciabile della Provincia crediamo sia quello di coordinare e organizzare le energie, che sono un vanto del territorio bergamasco – commenta il presidente Gandolfi – siamo orgogliosi della straordinaria macchina degli aiuti che si è messa in moto immediatamente, il nostro unico intento è che ogni singolo gesto di solidarietà non corra il rischio di cadere nel vuoto. È doveroso ringraziare tutti coloro che si sono resi disponibili, inizia un percorso lungo e articolato che durerà nel tempo e avrà un impatto sul nostro tessuto sociale».

"L’accoglienza non può essere solo assistenza"

«Ho condiviso da subito con il presidente Gandolfi l’intuizione di mettere al centro dell’azione del tavolo d’emergenza l’aspetto legato al lavoro – afferma il consigliere Amaglio - L’accoglienza non può essere solo assistenza, l’inclusione vera deve offrire anche l’opportunità di costruire un progetto di vita. Tutto questo non esiste senza un’occupazione degna e regolare».

«Siamo soddisfatti di essere arrivati a questo importante risultato dopo giorni di grande fermento e incontri organizzativi – spiega il consigliere Cocchi -. È risultata chiara fin da subito la necessità di mettere ordine e organizzare con professionalità le molte iniziative spontanee di solidarietà del territorio. Un grazie speciale ai volontari di Protezione civile che nonostante vengano da mesi di impegno sono instancabilmente al lavoro in questa nuova e diversa emergenza».

«Confindustria Bergamo – sottolinea il direttore generale Paolo Piantoni – si è attivata senza esitazione, agendo in sintonia con gli altri attori del territorio. Il mondo delle imprese vuole fare la propria parte, in modo coordinato ed efficace. Siamo pronti a dare il nostro supporto alla Provincia, importante punto di riferimento del territorio attraverso i Centri per l’impiego, per favorire l’integrazione delle persone in fuga dalla guerra anche con eventuali inserimenti lavorativi».

 

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