Reportage

Videoreportage dalla frontiera ucraina, tra i bambini sfollati e i volontari

"Non è la loro guerra, ma ci sono finiti dentro". Arrivano anche centinaia di bambini, con le famiglie in auto i più fortunati ma anche a piedi, in tanti, dalla frontiera di Sighetu Marmaiei

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"Non è la loro guerra, ma ci sono finiti dentro". Arrivano anche centinaia di bambini, con le famiglie in auto i più fortunati ma anche a piedi, in tanti, dalla frontiera di Sighetu Marmaiei tra Ucraina e Romania. Scene strazianti, eppure al contempo anche dense di una strana e inconsueta allegria e positività, quelle che arrivano dalla dogana, dove decine di associazioni sono al lavoro ormai da tre settimane per far fronte all'ondata di ucraini che stanno lasciando il paese e sono diretti verso l'Unione Europea. Quella dei profughi: l'arrivo in Europa è per molti di loro un nuovo inizio, o perlomeno la certezza di aver salva la vita. E anche quella dei volontari: l'allegria di chi fa qualcosa di giusto e importante, gratuitamente, per gli altri.

Dalla frontiera a piedi, in bicicletta o in auto

Ricordiamo che i video e le immagini arrivano da Sighetu Marmatiei, un comune nel nord della Romania dove si trova uno dei valichi che portano nell'Ucraina occidentale, a circa 300 chilometri da Leopoli. Nel video, l'arrivo di alcuni bambini a seguito delle loro famiglie, che hanno appena attraversato il confine tra Ucraina e Romania, entrando in Unione Europea.

Una macchina perfettamente organizzata

Perlomeno qui, la macchina dell'accoglienza ci è sembrata molto organizzata: i profughi passano la dogana e vengono accolti, con gazebo dedicati alla fornitura di cibo e bevande calde. Chi di loro ha già una destinazione, sale sui pullman in partenza e raggiungono i paesi dell'Unione Europea dove vogliono andare, magari perché hanno contatti o parenti già emigrati in passato. Spesso sono gli stessi familiari che vengono ad attenderli sul lato romeno del confine, in automobile. Chi invece non ha una destinazione da raggiungere, finisce temporaneamente nelle strutture gestite da padre Eugen.

In diverse decine di gazebo ci sono al lavoro molte associazioni. C'è persino un punto per la distribuzione di passeggini, per i molti bambini che scappano al seguito delle loro famiglie dalla guerra.

Maurizio: "Non è la loro guerra, ma ci sono finiti dentro"

Come spiega Maurizio, uno dei volontari, sono tante le organizzazioni di "prima accoglienza" per chi ha appena passato la linea di confine. "C'è un tendone con bevande calde e i volontari danno indicazioni su dove andare". Impressionante il numero di bambini. "Non è la loro guerra, ma ci sono finiti dentro" spiega il volontario.

Anni in Italia, poi il ritorno dall'Ucraina in guerra

E poi c'è Elena. Ha lavorato in Italia per anni e adesso è in Romania, appena sfollata dalla sua Ucraina in fiamme.  Come lei, tantissime altre donne ucraine, molte delle quali hanno lavorato nel nostro paese per anni e ora, la guerra dentro o alle porte delle loro città, vogliono tornare qui perché hanno mantenuto contatti e conoscono la lingua.

Il reportage del Giornale di Treviglio

Da mercoledì, il Giornale di Treviglio sta seguendo con l'inviata Monia Casarotti il convoglio di "Aiutiamoli a vivere" il viaggio verso il confine romeno-ucraino di Sighetu, dove i volontari dell'associazione caravaggina hanno passato la notte dopo 1570 chilometri di viaggio. La spedizione è arrivata ieri, venerdì 18 marzo.

Il viaggio 

Aiutiamoli a vivere

L'arrivo del convoglio

Intervista a padre Eugen

Come fare per aiutare ancora

QUI tutte le iniziative della città di Caravaggio per aiutare Aiutiamoli a vivere e le altre associazioni al lavoro da settimane.

 

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