Treviglio

Caso Popa, l'atto sul chiosco sparito dall'albo pretorio: è stato il funzionario

E' quanto emerge dalla relazione fornita alla Commissione Trasparenza convocata dai consiglieri di opposizione.

Caso Popa, l'atto sul chiosco sparito dall'albo pretorio: è stato il funzionario
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Caso Popa, ieri (mercoledì 31 marzo) a Treviglio si è tenuta la Commissione Trasparenza convocata dall'opposizione per chiarire chi ha fatto sparire dall'albo pretorio l'atto relativo al chiosco di fiori di piazza Mentana.

Il Caso Popa scuote Treviglio

Nuova puntata del "Caso Popa", la vicenda che vede protagonista l'imprenditrice albanese titolare di un'agenzia di disbrigo pratiche per extracomunitari, finita in carcere con l'accusa di aver favorito l'immigrazione clandestina. La 36enne era infatti in procinto di trasferirsi in una nuova sede, in piazza Cameroni, di proprietà comunale e, proprio alcuni giorni prima, aveva fatto richiesta per prendere in gestione il chiosco di fiori di piazza Mentana. Un atto che era stato pubblicato all'albo pretorio per poi sparire dopo l'arresto della donna. Motivo per cui il consigliere di Italia Viva Stefano Sonzogni aveva chiesto la convocazione urgente della Commissione Trasparenza.

L'ammissione del funzionario

La commissione, presieduta da Cristina Ronchi (Molteni Sindaco), ha visto la presenza, oltre che di Sonzogni, anche dei consiglieri di maggioranza Lorena Frigerio (Lista Mangano), Jacopo Riganti (Lega) e Maria Adelaide Conti (Io Treviglio). I consiglieri hanno chiesto chiarimenti sul Caso Popa al segretario comunale Giuseppe Mendicino e al funzionario Giacomo Melini. Quest'ultimo ha ammesso di esser stato lui, il 23 marzo, a togliere dall'albo il documento che lui stesso aveva pubblicato il 17 marzo. Questo perché il giorno prima all'Amministrazione comunale era arrivata la comunicazione dalla Questura dell'arresto di Elmonda Popa e la richiesta di sospendere la licenzia all'agenzia da lei gestita in via Gerola.

Opposizioni perplesse

La relazione di Melini sul Caso Popa non ha soddisfatto i consiglieri di opposizione, che hanno manifestato perplessità su quanto dichiarato dal funzionario. Dubbi che ieri non sono stati sciolti e che hanno spinto Sonzogni e Ronchi a chiedere la riconvocazione della Commissione per approfondire meglio la questione. In particolare vogliono capire l'iter che ha portato all'assegnazione dei locali di piazza Cameroni, ma anche sulla decisione di pubblicare il bando sul chiosco di fiori. Inoltre, c'è ancora da capire i legami che il sindaco Juri Imeri (che non è indagato) aveva con la 36enne albanese, visto quanto emerso dalle indagini sui presunti favori in cambio di voti millantati dalla donna.

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