Lutto collettivo, la psicologa scrive ai sindaci: "Riti di commiato attraverso i social"
Superare insieme il lutto con riti da condividere anche grazie alla tecnologia e il sostegno delle istituzioni.
Mai ci saremmo immaginati di dover affrontare il lutto in questo modo. Impotenti di fronte alla tragicità del morire da soli, senza la possibilità di condividere il dolore e supportare famigliari e amici. Ma è in momenti come questi, a maggior ragione ora che siamo gli uni lontani dagli altri, che risulta importante affrontare il lutto in tutte le sua fasi.
Lutto collettivo
La scorsa settimana abbiamo pubblicato un interessante intervento di due psicologhe e psicoterapeute che lavorano in zona: Nicole Adami, di Treviglio, collaboratrice del sindacato degli infermieri Nursind Bergamo, e Rossalla Dartizio, comasca, esperta in cure palliative e lutto. Le due professioniste spiegano perché, in assenza di funerali, dovremmo in queste settimane pensare a momenti alternativi, per piangere i nostri cari ed elaborare le nostre perdite. Momenti di “lutto collettivo”, necessariamente a distanza ma codificati e definiti. Il rischio, spiegano, è che i lombardi colpiti da un lutto si fissino nella fase di “negazione” del lutto, senza poter andare oltre.
Affrontare la perdita di un caro
Un appello che non è rimasto solo sulle pagine del nostro Giornale. Nei giorni scorsi, infatti, Nicole Adami, che a Treviglio collabora anche con la psicologa e psicoterapeuta Michela Corti all'interno dell'associazione Famiglie InForma, ha deciso di scrivere ai sindaci del territorio per cercare di tradurre nella pratica l'idea di un lutto che unisca la comunità.
"Il dato ISTAT parla di morti quintuplicate in più rispetto agli anni scorsi - scrive Adami - Siamo stati colpiti da un numero enorme di lutti, le modalità con cui le persone sono morte e l’impossibilità di celebrare riti e funerale costituisce un forte rischio per le persone colpite di sviluppare disturbi psicologici gravi in futuro".
Conseguenze che Adami aveva ben spiegato nell'intervista pubblicata sul Giornale di Treviglio e su PrimaTreviglio.it dove si ripercorreva, tra l'altro, il percorso in cinque fasi per affrontare il lutto.
"Servono interventi coordinati"
"La nostra popolazione sta vivendo mesi drammatici e per chi ha subito lutti la situazione è molto grave, ascolto tutti i giorni in terapia le loro strazianti testimonianze - aggiunge auspicando l'attenzione dei sindaci sul tema - Potremmo organizzare alcuni incontri anche live sui social, per parlare di questa situazione e avvicinarci alla popolazione. Ad esempio lunedì (oggi) sarò in diretta Live con l’Ordine psicologi del Veneto per parlare di Diritto al Lutto. Si possono pensare interventi di sostegno ben coordinati. Stanno spuntando mille interventi a macchia di leopardo, ma le persone in emergenza hanno bisogno di riferimenti rassicuranti e precisi, tecniche psicologiche collaudate e protocolli di emergenza, ben coordinati".
Riti di commiato social
"Si possono ideare e creare riti di commiato, mettendoli live sui social, insieme ai vostri parroci - aggiunge -Un parroco di Brescia ad esempio ha accolto l’appello e celebra messe con le fotografie dei defunti e i parenti, molto apprezzate. Purtroppo il lockdown prosegue, non sappiamo quando e come ci sarà la riapertura e che tipo di attività sociali saranno concesse. Nel frattempo le persone vivono sole e isolate la morte dei loro cari, da settimane. E’ importante che sentano la presenza delle istituzioni e di chi può offrire loro sostegno e conforto".