La campagna vaccinale

Vaccini nella Bassa: "Possiamo sperare in un'estate (quasi) normale"

Gli scenari sui prossimi mesi sono però già in corso di elaborazione anche nella Bassa, anche se le variabili in campo sono tante.

Vaccini nella Bassa: "Possiamo sperare in un'estate (quasi) normale"
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Prima di tutti gli anziani. Poi le persone fragili. A seguire i settantenni e, a seguire, i sessantenni. Tutti, prevalentemente, "utilizzando vaccini Vaxzevria" alias AstraZeneca. A dettare le tappe delle prossime settimane dalla campagna vaccinale è l'ordinanza numero 6 del generale Francesco Paolo Figliuolo, trasmessa venerdì alle Regioni. Ma se almeno per la prima categoria, nella Bassa, la copertura è già superiore all'80 percento, la sfida perché la vera e propria "vaccinazione di massa" cominci davvero è legata alle forniture di dosi. Che sono poche, troppo poche al momento. La "macchina" bergamasca non si è fermata, ma lavora a circa un terzo della sua capacità, e solo con la prossima settimana sono previsti "nuovi arrivi", ha spiegato oggi Ats Bergamo al Corsera.
Gli scenari sui prossimi mesi sono però già in corso di elaborazione anche nella Bassa, anche se le variabili in campo sono tante. Prima tra tutte, l'incidenza che avrà l'introduzione del nuovo vaccino di Johnson and Johnson, monodose, che si spera possa accelerare le cose. Già nelle prossime ore in Lazio l'azienda americana consegnerà le prime dosi per l'Italia.

Ne abbiamo parlato con il direttore generale dell’Asst Bergamo Ovest Peter Assembergs.

Il dg Peter Assembergs con Fontana

A che punto siamo?

Non possiamo lamentarci: nella nostra zona la campagna vaccinale procede bene e siamo soddisfatti dei numeri. Tutti quanti stanno remando nella stessa direzione.

Avete dai sull’adesione dei 75-79enni?

Non ancora: le adesioni sono ancora aperte. Possiamo però dire che si vedono segnali incoraggianti. Nella fascia dell’Oglio, il tasso di adesione totale tra ultra sessantenni e ultra ottantenni si è attestato attorno all’80%, e siamo quindi a livelli di «immunità di gregge». In generale, nella Bergamasca c’è sicuramente una sensibilità spiccata su questo tema. Nella zona dell’Asst Bergamo Ovest, in particolare, registriamo dati molto alti. Il fatto poi che sul territorio ci siano hub operativi da tempo, ha probabilmente fatto da «volano».

Qual è la situazione sul fronte dei ricoveri e dei contagi?

Migliore di qualche settimana fa, sicuramente. E contiamo nelle prossime due settimane di vedere davvero i primi concreti effetti della campagna vaccinale. Guardiamo ai numeri della Bassa orientale: era una zona «incandescente» fino a poche settimane fa... Sul fronte dei ricoveri, in questi giorni tra Treviglio e Romano siamo attorno ai 160 pazienti.

Le criticità all’orizzonte?

La prima sfida sarà quella dei soggetti estremamente vulnerabili: si tratta di circa novemila persone, nel nostro territorio, che dovremo vaccinare sostanzialmente negli ospedali. L’organizzazione di questa fase è particolarmente delicata. Ad esempio dovremo stabilire le priorità, scegliendo se procedere sulla base dell’età anagrafica, dai più anziani ai più giovani, o secondo altri criteri. Abbiamo comunque già cominciato: in alcuni casi, in occasione di visite specialistiche, agli anziani aventi diritto viene già proposta e somministrata la prima dose. Inoltre sono attive delle unità mobili per vaccinare a domicilio, per i casi più delicati.

Quando ne usciremo del tutto, forniture permettendo? Possiamo sperare in un’estate «normale» nella Bassa?

Abbiamo elaborato due scenari sulla fine della vaccinazione di massa della nostra zona, che riguarda complessivamente 350mila persone e quindi circa 700mila dosi (anche se saranno un po’ meno, alla fine, con l’arrivo del monodose Johnson and Johnson). Nella migliore delle ipotesi, finiremo la campagna il 18 luglio. Nella peggiore, attorno al 20 ottobre. E’ quindi ragionevole pensare che tra l’effetto dei vaccini e la «naturale» discesa della curva epidemica estiva, la situazione sarà tale da consentire a tutti di trascorrere un’estate «quasi normale». E, soprattutto, di evitarci una quarta ondata.

Leggi l'intervista completa sul Giornale di Treviglio in edicola, oppure QUI

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