Cinema

"Somnia" conquista il pubblico, ma fu davvero colpa di una muffa allucinogena?

Doppio sold out, sabato sera, per la prima proiezione del cortometraggio promosso dall'Amministrazione comunale con il contributo di Regione Lombardia

"Somnia" conquista il pubblico, ma fu davvero colpa di una muffa allucinogena?
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Un clima di orgogliosa soddisfazione e di comunità si è respirato sabato sera, nell'Auditorium di Verdellino, per la “prima” del cortometraggio “Somnia – Miseri noi per tal disgrazia pervenuta” che ha registrato un doppio sold out incassando il plauso del pubblico.
Non solo un’opera cinematografica, ma soprattutto un viaggio tra la storia, il mistero e la promozione del territorio, reso possibile dalla visione dell’Amministrazione comunale guidata dal sindaco Silvano Zanoli e dal sostegno di Regione Lombardia attraverso il bando “Ogni giorno in Lombardia”.

Un mistero tramandato fino a oggi

Diretto da Franco Valtellina e prodotto dalla Move Communication di Rudy Zanchi, "Somnia" nasce da un fatto storico documentato: la lettera che il Conte Bartolomeo III Martinengo di Villachiara scrisse nel dicembre 1571 descrivendo misteriose “battaglie fantasma” che si verificavano nella raduna attorno alla pieve di San Giorgio in Saore.
Deciso a svelare il mistero, Bartolomeo di affida all’impavido Ruberto che dovrà capire l’origine di queste spaventose apparizioni che stanno debilitando il conte e molti altri popolani. Ad aiutarlo c’è Caterina, la figlia del fornaio: la loro complicità li aiuterà a svelare il mistero. E’ la farina di segale, contaminata dalla claviceps purpurea (una muffa allucinogena, appunto) ad aver causato quelle terribili manifestazioni. Caterina, per proteggere il padre, chiede a Ruberto di mantenere il segreto, lasciando il mistero irrisolto fino a giorni nostri.

Fatti misteriosi che ancora oggi solleticano l’immaginazione tanto che – dopo l’annuncio dell’uscita di Somnia – la notizia è arrivata anche oltremanica finendo sulle colonne dello storico quotidiano londinese “The Times”.

Un esercito di volontari da grande schermo

La realizzazione non è stata semplice: un lavoro intenso, durato tre mesi, che ha coinvolto, oltre a un cast di attori professionisti tra cui spicca il volto noto di Oreste Castagna, anche un centinaio di comparse, appartenenti soprattutto alle associazioni verdellinesi e dei comuni vicini. Tra loro anche il sindaco Zanoli, l’assessore Licia Ghidotti, l’ex presidente della Pro loco Angelo Biondi, Hermes Scarpellini, Mattia Cancelli, Valentina Rossoni, Samanta Mia Cinquini, Elena Conti, Clara Manella, Anna Mazzali, Silvia Bana, Carlo Gelati e il direttore artistico del Teatro Filodrammatici di Treviglio Alberto Galli.
Le riprese hanno interessato location storiche e di pregio come il Santuario dell’Olmo a Verdellino, il castello di Pagazzano e la Rocca di Urgnano.

“Quando il sindaco mi ha parlato di questa idea ho pensato che fosse un’ottima opportunità per farci conoscere – ha esordito l’assessore alla Cultura Licia Ghidotti – C’era tantissimo da fare e il primo passo è stato contattare Rudy Zanchi. Poi con l’aiuto delle associazioni, dalla Pro loco di Verdellino a “I quartieri di Osio Sotto”, ma anche del “Gruppo della civiltà contadina” di Pagazzano e Promo Urgnano fino all’associazione “Compagnia d’arme del Carro” a cui va il nostro profondo ringraziamento, siamo riusciti in qualcosa di straordinario. Ai volontari il grazie più grande perché avete dedicato il vostro tempo e il tempo è la cosa più preziosa che abbiamo”.

Silvano Zanoli, Licia Ghidotti e Rudy Zanchi

L'ispirazione da un "mistero" caravaggino

“L’idea, in realtà, è venuta al “collega” Claudio Bolandrini (sindaco di Caravaggio, presente sabato alla presentazione del cortometraggio, ndr) durante una delle nostre partite nella nazionale sindaci – ha spiegato Zanoli – Mi ha raccontato di quello che avevano realizzato a Caravaggio negli anni scorsi (il riferimento è alla rappresentazione storica itinerante su San Bernardino “I misteri del pozzo”, ndr) e ho pensato che anche noi a Verdellino avremmo potuto fare altrettanto”.

Il primo tentativo di accedere al bando cade nel vuoto con fondi esauriti dopo soli cinque minuti, ma al secondo tentativo Verdellino non si fa trovare impreparato riuscendo a ottenere un importante finanziamento.

“Non avrei mai pensato di riuscire a mobilitare così tante persone – ha confessato – E’ stata una bellissima esperienza che resterà nel cuore di tutti e che cercheremo di divulgare il più possibile per far conoscere e apprezzare la storia di questo territorio. Un grazie, doveroso, a Licia Ghidotti che ci ha messo l’anima dal primo minuto”.

La dedica alle vittime del Covid

“Il nostro territorio trae le proprie origini in tempi molto antichi spesso costellati di tragedie, battaglie, malattie e pestilenze. Riportarle alla luce, valorizzando i nostri luoghi della tradizione significa ricordare e narrare per non perdere la memoria della nostra storia da tramandare alle nuove generazioni. Il Santuario della Madonna dell’Olmo, legato alle pestilenze del XIV secolo, ne è un esempio. Rimasto purtroppo incastonato in mezzo alle fabbriche, è la nostra perla più preziosa e vogliamo promuoverlo al di fuori del territorio. La storia a volte si ripete e ahinoi anche le tragedie e le pandemie proprio come quella che noi stessi ci siamo trovati a vivere con il Covid 19 che ha colpito soprattutto la nostra provincia e pesantemente anche il nostro territorio. Una tragedia che ha colpito tutti senza distinzione, strappando tasselli importanti della nostra comunità. Questo cortometraggio è un dono alla nostra comunità e a tutta la Provincia di Bergamo, con una dedica speciale a tutte quelle famiglie che hanno sofferto e subito queste disgrazie”.

Una sfida dietro la telecamera

Franco Valtellina e Rudy Zanchi

Una sfida dal punto di vista tecnico che il regista Franco Valtellina ha condiviso con Massimo De Pascale (sceneggiatura) e Francesca Ghisletti (dialoghi) definendola “intensa e stimolante”. Complesso il lavoro con le comparse, non abituate a stare davanti a una cinepresa, che hanno lavorato duramente per limitare le ripetizioni in giornate dove il freddo pungente metteva tutti a dura prova.

“Attraverso un accurato lavoro di post produzione, effetti speciali e correzione del colore, siamo riusciti a raffinare il risultato finale e conferirgli un’estetica cinematografica coinvolgente”, ha spiegato Valtellina.

Ma fu davvero tutta colpa della muffa allucinogena?

E come il finale del corto che - senza troppi spoiler - si presta a più interpretazioni, anche il primo cittadino non vuole mettere un "punto" definitivo a questa esperienza.

“Un grazie speciale a Rudy Zanchi che è stato il primo insieme a me a credere che da queste storiche narrazioni sarebbe potuto nascere un capolavoro – ha concluso Zanoli – Ora non poniamoci limiti, chissà che da questo cortometraggio possa nascere qualcosa di più, magari una serie tv o un film”.

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