L’arcivescovo di Milano Mario Delpini a Treviglio per ricordare il «Sogno di don Bosco»
All’evento di lunedì mattina ai Salesiani, don Antonio Carriero ha presentato il libro "Né lupi. né agnelli"
San Giovanni Bosco torna a parlare al cuore dei giovani attraverso le pagine del libro "Né lupi né agnelli" di don Antonio Carriero. Grazie alla conferenza "Nel sogno di Don Bosco viviamo la nostra vocazione», organizzata lunedì mattina presso l’aula magna "Don Elia Comini" del Centro Salesiani, il testo è stato presentato ai ragazzi delle scuole superiori di Treviglio dallo stesso autore, accompagnato per l’occasione dall’arcivescovo di Milano Mario Delpini e dal giornalista vaticanista Francesco Antonio Grana.
Mario Delpini in città
L'arcivescovo Mario Delpini ha presenziato lunedì mattina all'evento organizzato dai Salesiani sul sogno di Don Bosco.
"Questo mio libretto può far del bene perché ha fatto del bene prima di tutto a me – ha riferito don Antonio – In esso ho provato a fare oggetto di preghiera e di pensiero il sogno di Don Bosco, perché avevo intuito che potesse ancora dire qualcosa di poco scontato anche a distanza di 200 anni. Nel sogno, Gesù invita il piccolo Giovannino a convertire i lupi, ovvero i ragazzi etichettati come cattivi e problematici, in agnelli, ossia ragazzi buoni, docili, che ascoltano e che obbediscono. Ma non è possibile passare dall’essere cattivi all’essere buoni dall’oggi al domani. Anche i santi, che noi siamo abituati a vedere nelle nicchie delle chiese compiti e con il capo chino in segno di preghiera, in realtà hanno vissuto esistenze complicate e commesso mille errori, costretti ogni giorno a fare i conti con gli imprevisti. Lo stesso Don Bosco ha dovuto imparare a gestire i fuori programma per realizzare il suo sogno e alla fine lo ha realizzato malgrado avesse meno stimoli e meno mezzi a disposizione di noi. A distanza di 200 anni dunque, Don Bosco ci insegna a riappacificarci con i nostri fuori programma imparando a convivere con le nostre parti “lupine” per far emergere il meglio di noi al di là dell’etichetta che ci è stata affibbiata".
"Don Bosco è stato un genio"
Proprio la rivincita sulle etichette, troppo spesso assegnate dalla società e difficili da cancellare, è stato il tema che più ha colpito sia monsignor Delpini che il giornalista Grana.
"Don Antonio contesta proprio la tendenza umana di ridurre le persone a etichette, con frasi del tipo 'Questo ragazzo è buono' o 'Questo ragazzo è cattivo' – ha sottolineato l’arcivescovo – La pratica di inserire una persona all’interno di una casella e non aspettarsi altro da lei se non quello che le è concesso da quella stessa casella è stata condannata da Don Bosco, che è stato un genio nel saper far emergere da ogni individuo il bene oltre l’etichetta, oltre il vestito, oltre il modo magari scostante con cui si presenta agli altri risultando un “ragazzaccio”. Don Bosco ci insegna dunque, ad aver fiducia in quello che c’è nel cuore dell’uomo o della donna imparando ad andare oltre l’etichetta che gli o le è stata appiccicata".
"Don Antonio definisce Don Bosco come un santo senza etichette – gli ha fatto eco Grana – e suggerisce al lettore di non mettere etichette né ai santi né alle persone, che è un po’ il nostro difetto più grande, ovvero quello di incasellare i nostri simili senza dar loro la possibilità di esprimersi attraverso la molteplicità dei loro valori e della loro bellezza. Siamo di fronte quindi, a un libro pedagogico. Mediante una scrittura matura, don Antonio fa una sorta di 'lectio divina' sul sogno di Don Bosco, accompagnando il lettore attraverso una specie di percorso spirituale che gli insegna a vincere le etichette sociali e le tensioni con le chiavi dell’amore e dell’armonia".
"Bello vedere tanti giovani"
Le medesime caratteristiche sono state evidenziate pure dal vicesindaco Pinuccia Prandina, che si è rivolta agli studenti presenti in sala portando i saluti del sindaco Juri Imeri.
"È bello vedere tutti questi giovani qui riuniti – ha chiosato – Ed è altrettanto bello iniziare bene la settimana con degli spunti relazionali e pedagogici importanti. Nel libro di don Antonio trovate non solo degli aneddoti interessanti su Don Bosco, ma anche il suggerimento di valorizzazione i vostri talenti, che dovete imparare a coltivare".
Al termine del dibattito, tutti gli ospiti sono stati omaggiati dal Centro Salesiani con la medaglia del bicentenario della nascita di Don Bosco e una copia della 22esima edizione dell’annuario scolastico contenente tutte le iniziative portate a compimento dai salesiani.
Articolo di Fabiola Graziano
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