Marco Manenti cambia squadra e alla prima corsa firma subito la vittoria a Vittorio Veneto
Il trevigliese, Under 23, si è imposto con la casacca celeste del team veneto Solme Olmo.
Cambio di casacca, esordio e vittoria! Meglio di così non poteva iniziare la nuova avventura con la maglia della Solme-Olmo di patron Giampietro Forcolin per Marco Manenti.
Marco Manenti, che inizio!
Il trevigliese, nato il 7 settembre del 2002 ex Ciclistica Trevigliese negli Juniores, ha alzato le braccia al cielo a Vittorio Veneto sul traguardo della «68ª Medaglia d’Oro Frare-De Nardi», lo ha fatto superando nella volata a tre Tommaso Bergagna (Pedale Scaligero) e il compagno di squadra Marco Trevisol. Era dal 2020 che Manenti non riprovava il brivido del successo (due vittorie in Sardegna tra gli Juniores con la casacca del Gs Massì Supermercati). Dopo il 2021, al primo anno tra gli Under 23, con il Team Palazzago, a inizio giugno la scelta di cambiare rotta e di vestire il celeste del sodalizio veneto.
«C’era la finestra dall’1 al 20 giugno per poter cambiare squadra e ne ho approfittato - inizia così il racconto Marco che è al primo anno di università di Ingegneria Gestionale a Brescia -, ho colto l’occasione perché credo che sia la scelta migliore per il mio percorso di crescita. A Palazzago ho fatto un anno formativo importante, mi è dispiaciuto lasciare quella che per me era una seconda famiglia che mi ha accolto e ha creduto nelle mie possibilità. E poi avevo come direttore sportivo l’ex professionista Paolo Tiralongo, per me è stato come un secondo papà: sempre vicino, sempre pronto ad aiutarti a spronarti a darti consigli. Devo ringraziarlo tantissimo, così come tutto il Palazzago. Ma ho scelto di andare via perché volevo fare un saltino di qualità in più, dal mio punto di vista mancavano alcune cose che ho trovato alla Solme-Olmo. Per prima cosa c’è un gran bel gruppo, i compagni di squadra mi hanno coinvolto subito, mi hanno fatto sentire immediatamente uno di loro, e queste sono cose che ho apprezzato tanto».
E alla prima corsa con addosso la maglia celeste del team trevigiano di San Biagio di Callalta il trevigliese è andato subito a bersaglio.
«Diciamo che la squadra ha dominato la corsa, il “treno celeste” era sempre davanti. Con il mio compagno Trevisol ci siamo messi d’accordo quando eravamo nel gruppetto in fuga: lui avrebbe attaccato in salita e io eventualmente avrei fatto la volata. Così è stato e sullo strappo del San Lorenzo lui ha attaccato ed è rimasto da solo, però l’abbiamo ripreso in discesa io e Bergagna. Sinceramente dopo il GPM di Cà del Poggio, poco più di 1 km col 12% medio di pendenza, e la lunga salita finale pensavo di non restare davanti. Invece ho usato più la testa che le gambe e con grande fatica sono riuscito a rimanere con i primi. A quel punto Trevisol mi ha tirato la volata sul rettilineo ai 300 mt: quando è partito Bergagna ho preso la sua ruota e l’ho saltato netto ai 100 mt».
Il primo successo tra gli Under 23 che significato può avere?
«Ho visto tanti miei coetanei che hanno già fatto la differenza in categoria, io non ero ancora riuscito a fare lo step in più. Il cambio di squadra mi ha dato ancora più motivazioni e vincere a pochi km dalla sede del team è qualcosa di unico, di incredibile. La sensazione e la soddisfazione sono bellissime, mi hanno tesserato giovedì e sabato ho vinto, tra l’altro è stata anche la prima affermazione stagionale del team, quindi ancora tutto più bello!».
Una vittoria da dedicare a chi?
«Alla squadra naturalmente, alla mia famiglia (papà Ivano, mamma Gloria e la sorella Giulia, ndr) che mi segue sempre e mi permette di continuare nel mio sogno di arrivare al professionismo. Poi la dedico al mio amico Giovanni di Vertova, purtroppo scomparso tre anni fa. E un pensiero va al mio ex compagno alla Massì, Alex Bonora, che durante la corsa è incorso in una bruttissima caduta (gli organizzatori sono stati costretti a neutralizzare la gara per quasi due ore, ndr), sono molto vicino a lui e alla sua famiglia (per fortuna il corridore della Sc Valle Seriana Cene si è presto ripreso, ndr)».