Francesca Fangio è fuori: sfuma il sogno olimpico
"Non ero in gara, non avevo energie, avevo i crampi alle gambe e già nel riscaldamento avevo capito che qualcosa non funzionava".

E’ svanito in semifinale il sogno di Francesca Fangio di approdare alla finale dei 200 rana alle Olimpiadi in corso di svolgimento a Tokyo. La ventiseienne livornese, trevigliese d’adozione visto che da diversi anni vive in città e si allena con il tecnico Renzo Bonora (prima al centro natatorio di Treviglio, poi dal 2020 l’atleta della In Sport Rane Rosse si allena nell’impianto di Cassano d’Adda), archivia la sua prima partecipazione ai Giochi Olimpici con un bilancio sicuramente positivo.
Un ottimo esordio, una brutta semifinale
Ottimo era stato l’esordio olimpico nella batteria di qualificazione dove Fangio ferma il cronometro sul buon tempo di 2’23”89 non lontano dal primato nazionale (2’23”06) da lei stabilito a fine giugno all’internazionale "Sette Colli" di Roma. Nella seconda delle due semifinali però Francesca non è riuscita a ripetersi chiudendo all’ottavo e ultimo posto (15ª assoluto) con un tempo troppo brutto per essere vero: 2’27”56.
"Non ero in gara, non avevo energie - ha spiegato Fangio ai microfoni della Rai subito dopo la gara -, avevo i crampi alle gambe e già nel riscaldamento avevo capito che qualcosa non funzionava in quanto nuotavo con due secondi in più del tempo della batteria. Sono contenta dell’esperienza olimpica, non della prestazione".
Un vero peccato perché effettivamente la prestigiosa finale olimpica era alla portata di Francesca Fangio, lo dice il cronometro. L’ottava finalista, la belga Fanny Lecluyse, ha corso la semifinale in 2’23”73 cogliendo l’ultimo posto disponibile per la finalissima, un tempo sicuramente alla portata della trevigliese.