Estrada, brilla l’argento di Mohamed Reda Chahboun
Ancora buoni risultati agli Italiani indoor di Ancona per il sodalizio di Treviglio e Caravaggio.
Dopo le due medaglie d’oro juniores targate Atletica Estrada griffate dalla trevigliese Alessandra Iezzi (200 mt) ed Emmanuel Segond Musumary (getto del peso) per il sodalizio cittadino presieduto da Pierluigi Giuliani e diretto da Paolo Brambilla, è arrivata un’altra preziosa medaglia agli Italiani di atletica leggera. Questa volta la firma è di Mohamed Reda Chahboun (classe 1997) che sciorina una bella prestazione nel salto in lungo mettendo al collo la medaglia d’argento. 7,62 metri la sua migliore misura trovata al secondo salto, superato solo dal neo campione italiano Antonino Trio (Athletic Club 96 Alperia) capace di arrivare a 7,94 mt.
I risultati dell'Estrada
Trevigliese, di origine marocchina, da questa stagione veste i colori dell’Atletica Libertas Uni Cusano di Livorno, resta sempre estradaiolo in quanto continua ad allenarsi a Treviglio sotto l’occhio vigile di Brambilla.
Un altro trevigliese era in gara ad Ancona nei 60 mt piani, Federico Manini (2001) da questa stagione tornato alla canotta dell’Atletica Estrada. Al primo tricolore nella categoria Promesse il cittadino nelle qualificazioni ha chiuso al terzo posto nella prima batteria uguagliando il primato personale di 6”82 (lo aveva fatto nel 2020 a Magglingen). Un ottimo risultato che lo ha portato in finale dove ha concluso al 7° posto col crono di 6”86, leggermente più alto, ma anche ripetendo il personale Federico non avrebbe cambiato la posizione finale. Una buona prestazione dunque nella gara dove il talento esplosivo di Lamont Marcell Jacobs ha giustamente accentrato tutte le attenzioni.
Successi "in rosa"
Infine sulla pista di Ancona è tornata Alessandra Iezzi impegnata con la Bracco Atletica nella staffetta 4x2 giri insieme a Sveva Temporin, Marina Canazza e Charlotte Sana. Il quartetto juniores col tempo di 3’49”69 ha migliorato di ben 5 secondi la precedente miglior prestazione italiana di categoria. Ma a causa di un errore dei giudici che avevano fatto collocare i blocchi su una linea di partenza errata (quella della 4x200 anziché quella dei 400), il record non è stato omologato.
Ad Ancona in gara anche il colognese Mame Moussa Ndiaye (1999) al via anche lui dei 60 mt. L’alfiere dell’Atletica Pianura Bergamasca di Martinengo nella batteria di qualificazione è terminato al quarto posto col tempo di 6”94; un buon crono non lontano dal suo record di 6”91.
Il punto con Paolo Brambilla
«E’ andata come avevamo prospettato con la finale di Manini e la medaglia di Chahboun. Mohamed forse poteva fare qualcosa in più, ma non sarebbe comunque bastato per vincere - commenta Paolo Brambilla - Deve abituarsi a competere ad alto livello, ha ampi margini di crescita. Più o meno mi aspettavo la misura che ha fatto, poi è chiaro che non si è mai contenti... Manini ha fatto una buonissima batteria partendo benissimo e poi si è un po’ scomposto nel finale. Il problema è che lo starter era troppo lento e questo fatto ha penalizzato anche Jacobs che lo ha sottolineato a fine gara. Il personale uguagliato è un buon risultato anche perché superare i propri limiti è sempre molto difficile agli Italiani, più facile farlo in una gara secca. Infine dispiace per la Iezzi che aveva fatto il record italiano nella staffetta che resta tale ma non è stato omologato. L’assenza di Marta Maffioletti? Ha deciso lei di non gareggiare, non si sentiva a posto con la preparazione e quindi ha preferito concentrare tutto nella stagione all’aperto».
Chahboun soddisfatto
Nato il 12 agosto 1997 a Calcinate, le prime esperienze nell’Atletica Romano con l’ex atleta e allenatrice Marisa Finazzi.
«Ho iniziato con lei nel salto in alto quando avevo 9 anni - racconta Chahboun -, fino ai 13/14 anni ho fatto un po’ di tutto in atletica. Poi sono arrivato all’Atletica Estrada dove con Paolo Brambilla mi sono concentrato sulla pedana dei salti: sia lungo che triplo. Ultimamente mi dedico solo al triplo dove sto ottenendo buoni risultati».
7,62 mt ad Ancona non lontano dal personale indoor di 7,74 (all’aperto è di 7,81 mt). Sei soddisfatto della tua gara?
«In verità mi sta bene solo la medaglia. La misura che ho fatto all’Italiano è lontana da quelle che ho “in canna”. Trio è stato bravissimo a prendere il titolo, ma penso che non mi manca niente per stare al suo livello e a quello degli altri che sono al vertice. Lui è forte ma credo nelle mie qualità e capacità e in un futuro molto molto prossimo posso giocarmela la medaglia d’oro. Ripeto l’argento mi sta bene, sono contento perché ero al primo tricolore tra gli Assoluti, ma potevo dare e fare di più. Sono sette anni che faccio le gare nazionali e potevo giocare meglio le mie carte: mi è mancata un po’ la concentrazione non al 100% e un po’ rincorsa e salto che dovevo eseguire meglio. Il mio futuro? Vorrei tanto arrivare al professionismo, è il mio sogno che sto inseguendo. Obiettivi non mi sento di dichiararli, spero solo di avere una stagione all’aperto senza problemi fisici».
Manini: "Il sogno sono gli Europei in Norvegia"
Il ventenne trevigliese così ha commentato il suo impegno agli Italiani.
«E’ andata bene direi, prima del tricolore ho avuto qualche problema muscolare e non sono arrivato preparato al massimo anche se le ultime due settimane sono riuscito ad allenarmi bene. Sono entrato nella lista come ripescato e il mio obiettivo era di trovare posto nella finale, ci sono riuscito con una bella batteria dove ho avvertito buone sensazioni e ho eguagliato il personale. Sono molto contento anche perché era la prima esperienza tricolore non nei giovanili: correre con gente come Jacobs, tra i migliori in Europa, è una bella esperienza che ti arricchisce moltissimo. L’obiettivo ora sono le gare all’aperto: da questa settimana col tecnico Brambilla ho iniziato ad allenarmi e mi aspetto di ritoccare i personali sia nei 100 che nei 200 mt. Il sogno di questa stagione sono gli Europei in Norvegia, non sarà facile ma ci provo...».