Emmanuel Ihemeje: "All’Estrada è come tornare sempre a casa"
Toccata e fuga sulla pista di Treviglio per il «Bassaiolo d’America» Emmanuel Ihemeje. Il fortissimo atleta, che gareggia nel salto triplo
(nella foto Emmanuel Ihemeje insieme ai piccoli dell'Atletica Estrada)
Toccata e fuga sulla pista di Treviglio per il «Bassaiolo d’America» Emmanuel Ihemeje. Il fortissimo atleta, che gareggia nel salto triplo, nato il 9 ottobre del 1998 a Carrara da genitori nigeriani, ha vissuto per molti anni a Zingonia di Verdellino ed è stato allevato, cresciuto, indirizzato dall’Atletica Estrada. La fucina della premiata ditta Pierluigi Giuliani (presidente) e Paolo Brambilla (direttore tecnico) che insieme a tutto lo staff sfornano talenti che brillano non solo a livello nazionale.
Ihemeje "toccata e fuga" sulla pista dell'Estrada
Emmanuel, ora all’Aeronautica Militare, ha fatto una scappata a Treviglio prima di gareggiare a Firenze nel Golden Gala. Lo abbiamo raggiunto al... volo, e nonostante l’allenamento e le foto di rito, ha rubacchiato qualche istante per l’intervista.
Anno nuovo e... rincorsa nuova!
«Abbiamo deciso con l’allenatore di prolungare la corsa cercando di usufruire al massimo del mio punto di forza che è la velocità. Al debutto abbiamo visto subito il buon risultato visto che ho fatto il nuovo personale con un 17,47 mt ventoso che promette bene. Ora bisogna semplicemente mantenere alta l’asticella».
Hai cambiato anche college?
«Nei college in America funziona così: quando un atleta ottiene buoni risultati può decidere di diventare go pro (professionista, ndr). Io l’ho fatto e ora mi ritrovo a Los Angeles, più vicino alla mia famiglia, con un nuovo allenatore Tyree Price, con cui mi trovo bene. Speriamo di continuare così anche in futuro».
Prima uscita esemplare in California con vittoria e a quella data primato mondiale stagionale, poi nella seconda, a Doha in Qatar nella prima tappa della Diamond League, qualcosa è andato storto, cosa è successo?
«Ho fatto tanti nulli ma più lunghi del mio personale. Diciamo che ho pagato un po’ il fatto di avere una nuova rincorsa con la quale mi sto abituando volta per volta. E poi il vento ha influenzato tanto la gara: era come avere un tornado dietro che ti buttava via... In più con la velocità che ho aggiunto ho avuto qualche problema di stabilità. Però per la prossima so già come comportarmi».
Gli ultimi importanti risultati e la finale olimpica ti hanno cambiato la vita?
«Assolutamente sì. Sto vedendo la mia vita con una prospettiva più ampia, mi pongo determinati obiettivi che spero di raggiungere sia atleticamente che nella vita di tutti i giorni. Spero di rendere orgogliosi tutti quelli che mi hanno accompagnato in questo percorso».
Andy Diaz Hernandez, il ventottenne cubano ha ottenuto da pochissimo tempo la cittadinanza italiana. Triplista di assoluto valore è un problema o uno stimolo in più?
«Certo avere un avversario forte “in casa” è sicuramente uno stimolo per fare ancora meglio. Diciamo che il primo obiettivo è gareggiare in Nazionale, poi quando sei in pista diventa importante arrivare in finale, poi l’obiettivo è la medaglia, anzi quella del metallo più pregiato. Step by step (passo dopo passo, ndr) cerco di completare tutti i miei obiettivi. Quindi che ci sia in nuovo naturalizzato, un cubano o chi altro, l’obiettivo rimane sempre lo stesso, non ci si muove da quello che ho detto prima».
E sempre con l’Atletica Estrada del presidente Pierluigi Giuliani e del direttore tecnico Paolo Brambilla nel cuore...
«Ovvio! Quando torno qua, anche per pochissimo tempo come adesso, è sempre come tornare a casa».
Prossimi impegni?
«Oggi (venerdì, ndr) il Golden Gala a Firenze ed essendo in Italia voglio dare il meglio. Poi dovrei partecipare alla Coppa Europa a fine giugno, una gara a Montecarlo e poi i Mondiali».
Paolo Brambilla, il suo mentore, mentre osserva i suoi «futuri Ihemeje» osserva Emmanuel allenarsi e commenta.
«Adesso lo vediamo all’opera al Golden Gala, sta bene quest’anno se ha assorbito bene il fuso orario farà delle belle cose a Firenze. Con la nuova rincorsa ha più possibilità di entrare, per cui teoricamente dovrebbe dargli dei vantaggi anche dal punto di vista dei centimetri».
Emmanuel per l’ulteriore salto di qualità deve migliorare mentalmente o fisicamente?
«Mentalmente lui c’è. Fisicamente deve migliorare nell’elasticità che è una cosa che alcuni, come i cubani, hanno di natura. Ma più diventi elastico nel salto meglio è. Lui ha già come sua caratteristica principale l’esplosività, se aggiungiamo l’elasticità nell’equilibrio delle due cose potrebbe fare un ulteriore salto di qualità».