Il sogno di Jordan Longhi, da Treviglio ai campi di serie A
Figlio d'arte nel mondo del calcio, è seguito dal padre, allenatore ed ex giocatore dell'Atalanta. Un astro nascente del calcio locale, inseguendo il mito di Benzema
di Valerio Zeccato
La notizia ha scosso il mondo del calcio giovanile, esattamente delle formazioni Primavera che sono in pratica le seconde squadre, il serbatoio dove pescano le formazioni di Serie A. Jordan Longhi, attaccante di Treviglio classe 2005, autore della bellezza di 329 gol in 12 anni con la maglia rossonera del Milan, è passato a titolo definitivo a quella biancorossa del Monza e sarà a disposizione di mister Lupi nella squadra Primavera brianzola.
Il trevigliese Jordan Longhi, dal Milan al Monza
Longhi ha affidato a Instagram il saluto ai rossoneri.
«Sono arrivato al Milan che ero un bambino, per dodici anni ho indossato questa maglia con orgoglio, ho lottato, sofferto, vinto, pianto, gioito, insieme ai miei compagni che sono sempre stati come una seconda famiglia. Ringrazio i miei allenatori, tutti coloro che hanno fatto e fanno ancora parte di questa grande società. Un club che non potrò mai ringraziare abbastanza per tutto ciò che ha fatto per me: le opportunità, le esperienze, gli alti e anche i bassi, tutto questo ha portato ad un mio grande sviluppo sia personale che come giocatore. Auguro a tutta la famiglia del Milan ogni bene e il meglio per il futuro. Ci sarà sempre un posto nel mio cuore e non dimenticherò mai l’Ac Milan per i valori che mi ha trasmesso ed il grande impatto che questi ultimi hanno avuto sulla mia famiglia e sulla mia vita. Un grande abbraccio».
Figlio d'arte: il papà è allenatore
La storia di Jordan, nato il 21 marzo del 2005, ce la racconta papà Emiliano ex giocatore (attaccante) e allenatore molto conosciuto nel mondo del calcio. Fino a 9 anni ha giocato nell’Acos Treviglio, poi è approdato all’Atalanta giocando con la Primavera allenata da Cesare Prandelli con compagni di squadra del calibro di Morfeo, Tacchinardi, Pavan e Chicco Pisani (quest’ultimo purtroppo prematuramente scomparso).
«Io giocavo ancora all’Oratorio Calvenzano e quando Jordan aveva quattro anni e mezzo l’ho portato con me - racconta il papà del giovane bomber - Dopo un torneo a Trescore Cremasco gli osservatori del Milan ci hanno contattato e lo hanno voluto portare subito al club rossonero nei Primi Calci. Ha fatto tutta la trafila delle giovanili rossonere al Centro Sportivo Vismara di Milano, all’inizio per i primi sei mesi solo al sabato mattina, poi è entrato nella squadra Esordienti giocando con i ragazzi del 2004 che avevano un anno in più, il primo allenatore è stato Andrea Biffi, poi ne ha avuti altri, tra i quali Marino Magrin che ha giocato in A nell’Atalanta e nella Juventus».
L'approdo al Monza
Ma come è successo che il Milan ha rinunciato ad un bomber con 329 gol griffati?
«E’ cambiata in questi anni la dirigenza rossonera e le dinamiche. Al Monza c’è Mauro Bianchessi, direttore generale del settore giovanile, che era a capo del vivaio del Milan quando Jordan ha iniziato. Ci ha contattato e visto che Jordan non era soddisfatto dell’ultima stagione con la Primavera rossonera ha deciso di passare al Monza. Nell’ultima stagione aveva iniziato bene, segnando 6 gol, poi si è rotto un dito del piede ed è stato fermo per diverso tempo. Poi non ha trovato lo spazio che gli serviva per recuperare e tornare ai suoi livelli e quindi non era contento».
Talis pater talis filius
In casa Longhi c’è un altro calciatore, il primogenito classe 2002 Danny, esterno d’attacco ora nella Colognese. Da papà ed esperto giocatore Emiliano come giudica il figlio Jordan?
«E’ un attaccante che assomiglia a me. Ha buone caratteristiche, sa calciare indifferentemente di destro e di sinistro e ha una buona tecnica di base. Anche nel colpo di testa se la cava bene, è un attaccante puro, sa fare gol come ha ampiamente dimostrato ma anche dialogare e fare la sponda con i compagni. Un po’ come il suo idolo, l’attaccante francese Karim Benzema».
Quali gli obiettivi di Jordan per la prossima stagione? «Farà parte della squadra Primavera - conclude Emiliano Longhi -, ma l’obiettivo è di aggregarlo alla Prima squadra. Un passaggio alla volta: innanzitutto sono contento che avrà la possibilità di giocare. Lo scorso anno non aveva continuità e questo lo ha penalizzato. In teoria dovrebbe stare più spesso in famiglia a Treviglio vista la distanza, ma spesso si fermerà al Monzello un centro davvero all’avanguardia».
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