Treviglio

La scuola per lavorare nell'agroalimentare riparte da Castel Cerreto

Ospite l'arcivescovo di Milano Mario Delpini che ha spronato i ragazzi a tornare sui banchi con entusiasmo.

La scuola per lavorare nell'agroalimentare riparte da Castel Cerreto
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Una scuola vocata al lavoro agricolo, una struttura nuova e green in una perfetta cornice campestre. Sono gli ingredienti per un nuovo inizio, quello che la Scuola per lavorare nell'agroalimentare ha deciso di sviluppare nella frazione di Castel Cerreto dove questa mattina, venerdì 17 settembre, l'arcivescovo di Milano Mario Delpini ha presieduto l'inaugurazione del nuovo anno scolastico.

La Scuola per lavorare nell'agroalimentare sceglie il Cerreto

Insieme agli studenti - un centinaio quelli che frequenteranno le lezioni nella nuova scuola - questa mattina erano presenti le autorità civili e religiose che hanno voluto dare un senso più profondo a questa scelta che ha portato nuova vita nella frazione e che offrirà all'istituto, che finora ha avuto sede a Caravaggio, il terreno più fertile per far crescere i proprio studenti.

Castel Cerreto inaugurazione Scuola per lavorare nell'agroalimentare
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Castel Cerreto inaugurazione Scuola per lavorare nell'agroalimentare
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Castel Cerreto inaugurazione Scuola per lavorare nell'agroalimentare
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Ad aprire la cerimonia è stato il sindaco di Treviglio Juri Imeri che ha voluto ringraziare i protagonisti di questa piccola rivoluzione che oggi prende ufficialmente il via. Al suo fianco, oltre al prevosto di Treviglio don Norberto Donghi, anche Luigi Sorzi presidente della Fondazione Istituti Educativi, proprietaria dell'immobile che ospiterà la scuola, il presidente della Fondazione Maddalena di Canossa Lino Bussei e la dirigente dell'Ufficio scolastico territoriale di Bergamo Patrizia Graziani.

Dai Probi contadini ai giovani studenti

"Oggi inizia l'esperienza della Scuola per lavorare nell'agroalimentare in un territorio a vocazione agricola - ha detto Luigi Sorzi - Voglio fare un in bocca al lupo ai ragazzi e vi chiedo di amare questo territorio che custodisce molta storia. Risale a 120 anni fa la fondazione della Società dei probi contadini, un vanto per il territorio, che mise al lavoro ragazzi orfani. Oggi avete il compito di portare avanti questa esperienza, lavorerete al fianco di imprenditori agricoli. E' l'esperienza della formazione professionale che si coniuga con il lavoro".

L'arcivescovo: "Riabilitazione e vocazione per tornare sui banchi"

Ad accogliere l'arcivescovo Delpini sul palco è stato il dirigente della Scuola per lavorare nell'Agroalimentare Luca Nobili. A monsignor Delpini studenti e insegnanti hanno rivolto alcune domande per capire insieme come affrontare questo ritorno in classe, in presenza, dopo più di un anno di didattica a distanza.

"Il rimedio a questi mesi di trauma deve passare, a mio parere, da queste due parole - ha risposto l'arcivescovo - Riabilitazione a tornare in presenza con tutta la gradualità del caso e vocazione. La vocazione è la vita, è la competenza, è il lavoro, è Dio, ho uno scopo nella vita, io devo giocare la mia partita per vincere. Credo che il ritorno a un'ordinaria attività scolastica debba passare da queste due parole".

Il lavoro nobilita l'uomo

Ai giovani ha poi ricordato il valore del lavoro, nonostante costi fatica, per dare dignità agli uomini e alle donne. Così come ha ricordato agli insegnanti l'importanza del loro ruolo nel saper ascoltare i ragazzi per accompagnarli non solo nel percorso scolastico. Al termine della cerimonia monsignor Delpini si è unito in preghiera con i presenti e ha benedetto la struttura e i ragazzi che da oggi la animeranno.

 

 

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