Riconoscimenti

L'"Enrico Fermi" sul podio nazionale grazie a Garibaldi

L’istituto di Romano ha vinto un concorso nazionale dedicato al Risorgimento Italiano.

L'"Enrico Fermi" sul podio nazionale grazie a Garibaldi
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L’istituto "Enrico Fermi" di Romano ha vinto un concorso nazionale dedicato al Risorgimento Italiano.

L’eccellenza scolastica

Ancora una volta, dopo l’exploit al “Lucca Comics”con Walt Disney, i progetti scolastici hanno proiettato l'istituto Comprensivo Enrico Fermi ai vertici dell’istruzione italiana nazionale, attraverso un progetto di giornalismo investigativo, che ha visto protagonisti gli studenti alla ricerca di approfondimenti su quella che è stato un periodo fondamentale per la nascita della nostra nazione: Il Risorgimento. L’evento chiave da approfondire, scelto dai ragazzi del Fermi è stata la spedizione dei mille, di Giuseppe Garibaldi. Scelto non a caso, dato che come da tradizione l’Enrico Fermi nei suoi progetti ha sempre avuto un filo conduttore: il legame col territorio. E proprio Bergamo e la sua provincia, Romano compresa, diede alla spedizione dei mille un contributo profondo mentale in termini di uomini, un garibaldino è infatti sepolto al cimitero cittadino.

Il saggio premiato

Così con il saggio: «Per uniforme una blouse di panno rosso. Maggio 1860 i 5 giorni che cambiarono l’Italia» gli alunni della 1E del plesso di scuola secondaria di primo grado dell’I.C. «Enrico Fermi» sono risultati tra i vincitori del Concorso Nazionale "Il Risorgimento Italiano nella memoria", arrivando a pari merito con due scuole superiori. Il tema del loro lavoro è stato ricostruire, attraverso le pagine dei giornali dell’epoca, come la stampa di lingua italiana del Regno di Sardegna, Regno Lombardo Veneto e Stato della Chiesa presentò la spedizione dei Mille di Giuseppe Garibaldi. Basandosi sul lavoro di Ippolito Nievo "Giornale della Spedizione in Sicilia" - testo pubblicato sul quotidiano milanese il Pungolo nel giugno del 1860 - i ragazzi, leggendo e selezionando le notizie dai giornali editi nel mese di maggio del 1860 hanno ricostruito come venivano raccontati i primi giorni della spedizione garibaldina che cambiarono l’Italia e la sua storia.

Le scoperte degli studenti

Un lavoro che, per così dire, integra quanto scritto da Nievo, offrendo un diverso punto di vista sulla spedizione.

“Dal loro lavoro sono emerse delle piccole chicche, come il fatto che mentre le notizie sulla spedizione venivano pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale del Regno di Sardegna, i giornali pontifici consideravano Garibaldi alla stregua di un pirata o di un filibustiere - ha detto il professore Gelsomini, che ha coordinato il saggio - e che comunque per i Borbone il destino era segnato, visto che il miracolo della liquefazione del sangue di San Gennaro non si era avverato e che la Borsa partenopea non subiva scossoni, nella Corte partenopea regnava il panico e argenteria, soldi e pietre preziose venivano imballate".

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