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Ecco la scuola che resiste... e riparte dall'orto didattico

E’ il caso dell’Istituto comprensivo di Ciserano e Boltiere, dove da ormai una decina di giorni è cominciato "Coltiviamo la scuola".

Ecco la scuola che resiste... e riparte dall'orto didattico
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Non c’è solo la scuola "paralizzata" della DAD che non funziona mai, delle (sacrosante) proteste di mamme e insegnanti e della rincorsa ansiogena al Dpcm del giorno. C’è anche una scuola - tante scuole, anzi - che questa parentesi di zona rossa l’ha presa con pragmatismo, coraggio e apertura reinventandosi non solo un ruolo, ma anche uno scopo, aspettando la luce in fondo a tunnel.

La scuola che resiste e riparte

E’ il caso dell’Istituto comprensivo di Ciserano e Boltiere, dove da ormai una decina di giorni è cominciato "Coltiviamo la scuola", un progetto per la realizzazione di un grande orto didattico che ha almeno due scopi: da un lato, coinvolgere gli alunni con disabilità e con bisogni educativi speciali, e dall’altro, per circa duecento studenti, tornare finalmente a scuola. In piena sicurezza, chiaramente, e nel rispetto delle normative.

Il Giornale di Treviglio regala i semi alla scuola

Un progetto che il Giornale di Treviglio - impegnato da ormai un mese con "Facciamo l’orto in casa" non poteva non sposare. Così, grazie anche a Novatex, partner della nostra iniziativa editoriale, e d’intesa con il dirigente scolastico Ivano De Luca, abbiamo deciso di regalare alla scuola circa quattrocento buste di sementi. Sperando di contribuire - e non solo, per una volta, a raccontare - una bella storia di scuola e di intraprendenza.

"Si tratta di un bella iniziativa - ha commentato Natale Castagna, di Novatex - La nostra azienda lavora e vive di agricoltura e quando si tratta di questo tema, siamo sempre sensibili. Sia perché l’agricoltura è prima di tutto natura, e dobbiamo tutelarla, ma poi perché è giusto che si torni anche ad educare i ragazzi in questo campo, anche con lezioni pratiche. Altrimenti cresceranno pensando ai polli... digitali. Si parla inoltre, nello specifico, di orti. E quasi tutti i nostri clienti finali ne hanno uno".

Nasce l'orto didattico: parla il preside

Ravanelli, peperoncini, prezzemolo, basilico e pomodori andranno ad arricchire dunque gli orti didattici nati nei giardini delle due scuole, e che nei mesi a venire saranno coltivati dai ragazzi di quattro scuole: le due scuole primarie e le due scuole secondarie di primo grado. Ne abbiamo parlato con il professor De Luca, che ha lanciato l’iniziativa.

Preside, cominciamo con una battuta. Le scuole non erano chiuse?

"No: le scuole sono aperte. Le lezioni si tengono a distanza, ma noi non abbiamo mai chiuso e non ci siamo fermati. Quello dell’orto didattico, cominciato prima dell’ultima zona rossa, è poi uno di quei progetti che possono continuare in base al Dpcm, che consente le attività didattiche che richiedono l’uso dei laboratori. Ovviamente in sicurezza".

Come funziona?

"Abbiamo organizzato i ragazzi delle secondarie, e delle classi quarte e quinte delle primarie, in gruppi di sei o sette, d’accordo con i docenti delle varie classi e con gli insegnanti di sostegno. Ciascun gruppo comprende anche uno o due alunni con disabilità, o con bisogni educativi speciali. E a turno, i gruppi, si occuperanno dell’orto. Dalla preparazione del terreno fino alla semina e, speriamo, anche alla raccolta dei primi ortaggi".

Quanti ragazzi sono coinvolti?

"Circa duecento, in tutto. E sono entusiasti: non solo perché tornano a scuola, stando all’aperto, con la mascherina e in piccoli gruppi, e ritrovano un minimo di socialità, ma anche perché vedere crescere gli ortaggi che coltiveranno, è una bella soddisfazione".

Come sta andando invece la Didattica a distanza?

"Bene. Grazie al Comune, abbiamo appena rinnovato le linee informatiche delle scuole di Ciserano. La stessa cosa la faremo a Boltiere. Sperando di poter tornare presto all’attività normale".

Avete avuto molti contagi?

"Nessuno in classe, fin dall’inizio della pandemia. Abbiamo avuto qualche caso sporadico, ma nessun vero focolaio, e tutti con origine esterna alla scuola".

E a giugno? Chi cura l’orto quando la scuola chiuderà davvero?

"Nell’ottica di un’apertura della scuola al territorio, abbiamo già preso contatti e accordi per proseguire anche in estate. I genitori ci hanno già dato una mano fornendoci altro materiale, mentre per innaffiare durante la chiusura abbiamo coinvolto alcuni nonni. Che ci danno anche una mano in queste prime fasi... loro, si sa, quando si tratta di orto hanno l’occhio clinico".

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