La salute del sistema circolatorio? Si “vede” con l’ecocolordoppler. Questo esame, non invasivo, indolore e rapido può dire molto su come stanno le nostre vene e arterie e rappresenta oggi un’indagine utile non solo in caso di dolore o gonfiore alle gambe, l’indicazione forse più conosciuta soprattutto dalle donne, ma anche, dopo una certa età, come test di screening per patologie cardiovascolari come l’ictus. Ne parliamo con il dottor Jason Mognarelli, chirurgo vascolare dell’Unità di Chirurgia Vascolare del Policlinico San Marco e del Centro Diagnostico Treviglio, dove è possibile effettuare visite specialistiche angiologiche-vascolari ed esami diagnostici come l’ecocolordoppler.
Ecocolordoppler, ecco come vedere se vene e arterie stanno bene
Dottore Mognarelli, a cosa serve l’ecocolordoppler?
“L’ecocolordoppler è una tecnica diagnostica che unisce l’utilizzo di ultrasuoni (tipico delle ecografie) al cosiddetto effetto doppler: il metodo doppler permette di valutare il flusso sanguigno in movimento, gli ultrasuoni consentono di visualizzare la morfologia dei vasi, siano essi arterie o vene. Grazie all’associazione di queste due componenti, è quindi possibile attraverso l’ecografia ‘guardare in faccia’ un vaso (vena o arteria), attraverso il doppler valutare il tipo di flusso sanguigno e la velocità e, infine, grazie all’uso del colore, rosso o blu (che la distingue dal semplice ecodoppler), definire con grande precisione l’impatto della parete del vaso sul flusso venoso e arterioso. In altre parole è possibile valutare se la parete del vaso si restringe, rendendo più difficoltosa la circolazione, o al contrario si dilata e quindi diagnosticare eventuali patologie vascolari”.
Quando può essere utile in particolare?
“L’ecocolordoppler è l’esame ‘principe’, in presenza di sintomi, per confermare la diagnosi di arteriopatie e flebopatie. Per arteriopatie si intendono genericamente le malattie delle arterie (a livello degli arti superiori e inferiori, addominale e carotideo etc.), tra cui: patologie causate dall’aterosclerosi, processo che porta all’indurimento e ispessimento delle pareti arteriose e che quando riguarda le gambe si manifesta con dolore cronico a camminare); sindromi vasospastiche frequenti nelle giovani donne (sindrome di Raynaud); aneurismi, etc. Con il termine flebopatie si indicano invece le malattie delle vene, tra cui le più diffuse sono: l’insufficienza venosa che si manifesta con senso di pesantezza agli arti inferiori e gonfiore e teleangectasie (vedere sotto); le trombosi venose profonde; le vene varicose”.

Ma è anche uno strumento utile di prevenzione?
“Anche in assenza di sintomi specifici, l’ecocolordoppler è un esame importante, come screening della salute del sistema cardiovascolare nel suo complesso soprattutto dopo una certa età e in presenza di fattori di rischio per la salute cardiovascolare come il fumo, l’ipertensione, la dislipidemia o familiarità per patologie vascolari. In particolare, l’ecocolordoppler dei tronchi sovraortici (il cosiddetto Tsa), che misura lo spessore delle pareti delle carotidi, i due grandi vasi arteriosi del collo che irrorano il sistema nervoso centrale, dopo i 50 anni è indicato come screening per il rischio di malattie cerebrovascolari come l’ictus”.
Come si svolge l’esame?
“L’ecocolordoppler si effettua senza uso di mezzo di contrasto e senza radiazioni, è facilmente ripetibile e indolore. Al paziente, sdraiato sul lettino, viene applicato un gel sulla parte del corpo da esaminare, dove il medico appoggia la sonda ecografica che ‘raccoglie’ le immagini e le trasmette sullo schermo dell’apparecchio ecografico. L’indagine dura pochi minuti e non richiede nessun tipo di preparazione”.
Teleangectasie, come curare uno dei più diffusi inestetismi delle gambe
I capillari evidenti o in termini medici teleangectasie sono uno degli inestetismi del corpo più comuni, soprattutto tra le donne.
“Le teleangectasie sono dilatazioni di piccoli vasi sanguigni, visibili oltre l’epidermide. Non si tratta di una patologia in sé, ma possono essere la spia di un problema di insufficienza venosa e spesso si associano a vene varicose. Per questo è importante non sottovalutarle. Una volta inquadrate correttamente, poi, per migliorarne sensibilmente l’aspetto, fino in molti casi a eliminarle, si può ricorrere alla cosiddetta scleroterapia”, sottolinea il dottor Jason Mognarelli, chirurgo vascolare dell’Unità di Chirurgia Vascolare del Policlinico San Marco e del Centro Diagnostico Treviglio. Il periodo migliore per effettuare delle sedute di scleroterapia sono l’autunno e l’inverno, sia per evitare la vasodilatazione venosa dovuta al calore sia per evitare che i raggi UV, colpendo direttamente la parte trattata, possano determinare delle pigmentazioni della pelle.

Dottor Mognarelli, innanzitutto perché si formano le cosiddette teleangectasie?
“La causa principale della formazione delle teleangectasie è l’insufficienza venosa, condizione caratterizzata dalla perdita di tonicità dei vasi sanguigni con un conseguente difficoltoso ritorno venoso del sangue. L’insufficienza venosa non deve essere sottovalutata poiché, se trascurata, nel tempo, può portare non solo alla comparsa di teleangectasie ma anche di vene varicose. Altri fattori che possono favorire la comparsa di capillari evidenti sono le alterazioni ormonali tipiche della gravidanza e della menopausa o legate all’assunzione della pillola anticoncezionale; uno stile di vita sedentario, fumo, soprappeso e abitudine a stare sempre in piedi”.
Ma come si presentano?
“Come una ragnatela di vene superficiali, di dimensioni millimetriche, che può avere colorazioni diverse: bluastra e violacea, nel caso in cui i capillari dilatati siano grossi, o color vinaccia e rosso vivo, quando i vasi sono più sottili”.
In cosa consiste la terapia sclerosante e come agisce?
“La terapia sclerosante è un trattamento medico minimamente invasivo che ha come obiettivo chiudere la vena/il capillare, determinandone la scomparsa. Prevede l’iniezione di una soluzione sclerosante all’interno di capillari dilatati visibili in superficie. La soluzione sclerosante induce la chiusura progressiva dei vasi interessati e il loro successivo e graduale riassorbimento”.
Ci sono precauzioni da seguire prima e dopo un trattamento di scleroterapia?
“Prima del trattamento è importante eseguire un esame ecocolordoppler venoso per escludere patologie della safena o del circolo venoso profondo. Inoltre, è consigliabile sottoporsi a questo trattamento quando non fa troppo caldo. L’inverno è la stagione ideale per effettuare questo trattamento. Per massimizzare i risultati della terapia ed evitare il rischio che si formino ematomi o gonfiori, si consiglia infine di indossare bendaggi o calze elastiche compressive per alcuni giorni, a seconda dell’indicazione dello specialista”.