L’identità visiva di un’attività nel settore della ristorazione richiede l’impiego di un linguaggio attento che aiuti a raccontare chi si è e quale esperienza si desidera offrire.
Quando un cliente varca la soglia di un locale, che sia un pub affacciato su una piazza trafficata o un bistrot raccolto in una via laterale, entra in contatto con un mondo che deve essere coerente, riconoscibile, e soprattutto credibile.
Tutto nel locale deve dialogare con i potenziali clienti, dal menu alla divisa dei camerieri, passando per le palette cromatiche degli interni, le grafiche sui social e i materiali cartacei.
Costruire una buona immagine coordinata significa dare coerenza visiva e concettuale a ogni elemento che rappresenta il locale, dentro e fuori lo spazio fisico.
È un lavoro che richiede metodo, consapevolezza e capacità di sintesi: si parte da una visione chiara e si traduce tutto in forme, colori, materiali, tono di voce.
Il logo: il primo elemento visivo del marchio
Molti iniziano da qui, spesso affidandosi a un designer senza aver prima fatto un lavoro sul posizionamento. Ma un logo efficace può nascere solo se l’identità del locale è già stata messa a fuoco. Che tipo di clientela si vuole attrarre? Qual è il tono del servizio? Quali emozioni si desidera evocare?
Il logo deve essere versatile e adatto ad apparire su insegne, tovagliette, menù, bottiglie, t-shirt ma anche dotato di carattere e originalità. Non ha senso inseguire l’ultima tendenza grafica se poi si rischia di diventare irriconoscibili nel giro di sei mesi.
Meglio puntare su un segno distintivo, che abbia personalità e che parli la lingua del locale, anche quando viene usato in versione monocromatica o ridotta.
Palette cromatica e tipografia: scegliere con consapevolezza
Non tutte le combinazioni funzionano allo stesso modo. Il colore ha un peso psicologico ed evocativo che impatta sull’esperienza del cliente più di quanto si creda.
Un pub rustico può puntare su tonalità terrose, calde, opache, mentre un ristorante fusion di tendenza potrebbe giocare con contrasti netti, nero e oro, o palette desaturate.
Ma non bisogna mai scegliere a caso: occorre armonizzare tutto ciò che ruota intorno al marchio, dalla carta dei vini al sito web, dai post Instagram alle etichette delle birre artigianali.
La stessa cura va riservata alla tipografia. Caratteri troppo decorativi o poco leggibili possono compromettere la fruibilità di un menu o rendere poco elegante una comunicazione interna.
La coerenza tipografica rafforza la riconoscibilità del brand e offre continuità visiva, senza appesantire.
Materiali stampati: coerenza al servizio dell’esperienza
Ogni supporto contribuisce a rafforzare l’identità del locale. Il menù è il primo punto di contatto dopo l’accoglienza: la sua impaginazione, la grammatura della carta, la scelta di plastificarlo o meno, raccontano qualcosa del posizionamento del brand.
Un ristorante di livello non può permettersi un menù fotocopiato. Un pub che gioca su uno stile irriverente può invece osare con grafiche illustrate, battute, giochi di parole.
Le tovagliette, le etichette delle bottiglie, le card per eventi o raccolta punti: tutto deve essere progettato come parte di un sistema visivo univoco e ben definito.
Le t-shirt con il logo: un’estensione dell’identità visiva
Tra gli elementi che contribuiscono in modo sottile ma efficace alla costruzione dell’immagine coordinata, c’è l’abbigliamento del personale.
Le magliette personalizzate, se pensate bene, sono un mezzo per trasmettere identità, creare familiarità e rendere riconoscibile il team all’interno del locale.
Anche in questo caso, si può apporre il logo sul petto sinistro, valutando sempre lo stile della maglia, la posizione delle stampe, i colori e – soprattutto – il tono che si vuole comunicare.
Un locale giovane e informale può giocare con grafiche ironiche, illustrazioni originali, frasi in dialetto o riferimenti al territorio. Un ristorante elegante, invece, può optare per t-shirt in cotone organico con stampa minimale e loghi tono su tono.
Il materiale scelto deve essere comodo, resistente ai lavaggi frequenti e coerente con eventuali valori green o artigianali promossi dal locale.
Delle buone magliette personalizzate, indossate con un sorriso dal personale, diventa parte integrante dell’esperienza. E nei contesti più smart, può persino essere venduta o regalata ai clienti più affezionati, trasformandoli in ambassador del brand.
Digital branding: estendere la coerenza anche online
L’identità visiva non si esaurisce all’interno delle mura del locale. Il sito web, le pagine social, i profili su piattaforme di recensione o delivery devono rispecchiare gli stessi codici visivi. Un logo pixelato, una copertina sgranata o un font incoerente con il menù cartaceo creano dissonanza e minano la percezione di professionalità.
Ogni elemento online – dalla newsletter alla storia in evidenza su Instagram – dovrebbe contribuire a costruire un’immagine unitaria. Questo non significa rigidità: anche la flessibilità visiva può essere progettata, l’importante è che ogni declinazione del brand abbia una logica.
Segnaletica, packaging e dettagli
Un’ultima area spesso trascurata riguarda i dettagli più tecnici, come la segnaletica interna (bagni, aree riservate, uscite), i packaging per l’asporto o per i prodotti venduti (bottiglie, vasetti, merchandising), le decorazioni stagionali o per eventi speciali.
Tutto deve parlare la stessa lingua, non serve strafare, ma è necessario progettare un’immagine coordinata efficace che accompagni con discrezione il cliente, lasciando un’impressione di solidità, cura e personalità.