Caravaggio

Terremoto Lega: parlano i dimissionari

Stefania Milani, Diana Castagna e Rocco Lombardo spiegano le ragioni dell'addio

Terremoto Lega: parlano i dimissionari
Pubblicato:
Aggiornato:

La Lega di Caravaggio in frantumi, smarrita, svuotata. Dopo le dimissioni protocollate lunedì 18 marzo dei due consiglieri comunali Rocco Lombardo e Diana Castagna, unite a quelle della segretaria di sezione Stefania Milani si è aperto il vaso di Pandora e stanno venendo a galla dissidi e veleni che da tempo ammorbano il Carroccio, ridotto all’ombra di quello che era quando governava con percentuali quasi bulgare.

Lega in frantumi

I malumori interni sono apparsi evidenti in più occasioni e, dopo l’ultimo Consiglio comunale, dove le posizioni sulla nota diatriba tra Comune e società «Liolà» per l’annosa questione relativa al parcheggio del Santuario non sono parse le stesse tra Lombardo e il capogruppo Giuseppe Prevedini, è balzato agli occhi che qualcosa si fosse rotto definitivamente. Da tempo peraltro si vociferava della volontà di Lombardo di lasciare il gruppo. I due consiglieri dimissionari hanno poi presentato richiesta per la costituzione di una nuova formazione: il Gruppo misto - Partito popolare del Nord. Castagna si pone come consigliera indipendente e Lombardo come esponente del nuovo partito che vede al vertice l’ex ministro Roberto Castelli. La notizia dello sfaldamento ha avuto l’effetto di una bomba e, a caldo, Prevedini aveva reagito così:

"Milani si è trasferita, le sue dimissioni risalgono a una ventina di giorni fa, Lombardo mi aveva dato comunicazione che non avrebbe rinnovato la militanza, mentre Castagna non mi aveva detto nulla - aveva affermato - Auguro loro di fare fortuna in un altro movimento anche se hanno preso i voti dagli elettori della Lega e, se fossero coerenti, se ne tornerebbero a casa. In ogni caso ognuno fa le sue scelte".

I tre dimissionari dal canto loro non avevano fatto dichiarazioni. Ora, a bocce ferme, hanno invece rilasciato un’intervista dalla quale emerge tutto il loro malessere.

Stefania Milani: "Boicottaggio della vecchia guardia e commissariamento a mia insaputa"

"Non abbiamo mai nascosto che la sezione non fosse attiva né che ci fossero dei dissidi - ha spiegato - Mi è però stata mossa l’accusa di essere sparita, addirittura trasferita, ma non mi risulta, sono sempre residente ad Antegnate. Le stesse persone che lo hanno sostenuto, e che a mio parere hanno boicottato la sezione, sono le stesse che si erano impegnate a pagare l’affitto della sede ma che poi non hanno mai versato i contributi per tenerla attiva, le stesse che non partecipavano alle iniziative e che sono rimaste ancorate a faide già presenti al mio arrivo. Non c’è stata la volontà di mettere fine al passato e di guardare a progetti futuri, questa è la realtà. Non c’era molto da fare ed è vero, a un certo punto mi sono eclissata".

Poi l’inizio della fine.

"Un paio di mesi fa sono stata chiamata dal consigliere regionale Giovanni Malanchini e dal sindaco di Fontanella Mauro Brambilla a firmare una mozione di sfiducia nei confronti del referente dell’Area vasta omogenea Bassa bergamasca, Andrea Nozza - ha affermato - per via della sua inerzia di fronte alla scarsa attività che affliggeva anche altre sezioni. Una sfiducia firmata anche da altri segretari. L’ho sottoscritta e un paio di settimane dopo Nozza mi ha convocato per un incontro informale, durante il quale alla fine è stato chiaro che se non avessi ritirato la firma la mia sezione sarebbe stata commissariata. E proprio perché la questione mi è stata posta in questi termini non l’ho ritirata".

La situazione si è sempre più ingarbugliata.

"Rocco Lombardo, che fa parte del Direttivo così come Diana Castagna, mi ha in seguito informata che Prevedini aveva invitato alcuni militanti della sezione al bar del Santuario gestito da Arturo Scandelli, che peraltro non reputo il luogo adatto per affrontare determinate questioni, a discutere in merito a una mozione di sfiducia nei miei confronti. Ho chiesto di vederla ma non è mai saltata fuori: pare fosse stata firmata da otto militanti su 12".

Quindi è arrivata la rottura.

"L’11 marzo a Romano si è riunito il Direttivo Provinciale, a porte chiuse - ha continuato - all’Ordine del giorno non c’era la questione caravaggina ma quella di Nozza, per cui l’invito non era stato esteso a me né al Direttivo dove siedono ormai solo Lombardo e Castagna, visto che Gianpietro Recanati ha abbandonato e Barbara Tadini si è autoproclamata membro fantasma. Tuttavia so che erano presenti Prevedini, Luca Botti e Davide Leoni. La mattina dopo ho scoperto che la mia sezione era stata commissariata e le tessere le aveva in mano Leoni. La comunicazione ufficiale non mi è mai pervenuta. La scelta ci può stare vista la mancanza di interesse e di volontà a proseguire: io e il Direttivo saremmo stati i primi a fare un passo indietro ma non accettiamo questi giochetti. Il nome di Leoni non è piovuto dal nulla, già Nozza mi aveva fatto presente che c’era un rapporto con lui, questo mi ha infastidito. Viste il modo in cui siamo stati trattati, tutti e tre abbiamo deciso di lasciare la Lega, protocollando le dimissioni tra il 18 e 19 marzo al Direttivo Federale. Io non ho bisogno della seggiola, ho il mio lavoro non vivo di politica".

Diana Castagna: "Mancanza di trasparenza e gioco di squadra, commissariamento sospetto"

"Il principale motivo per cui mi sono dimessa sono state le modalità con cui si è mosso il Direttivo Provinciale - ha detto - la riunione a porte chiuse, senza interpellare i diretti interessati, è una mancanza di comunicazione, trasparenza, condivisione e in definitiva di rispetto. Ancora oggi non so quel è la ragione del commissariamento. Se Leoni è stato contattato all’inizio di marzo dal segretario provinciale Fabrizio Sala, come ha dichiarato, allora è lecito sospettare che si tratti di un commissariamento architettato da qualcuno: del resto c’è un precedente avvenuto anni fa col segretario Fabio Provenzi, e le cose allora andarono in maniera diversa, tutti i militanti e i membri del Direttivo vennero ascoltati uno ad uno".

Quindi ha rivelato anche il secondo motivo del suo addio.

"La totale mancanza di gioco di squadra all’interno del gruppo consiliare - ha chiarito - Prevedini gioca da solo, presenta le interrogazioni che vuole, come per esempio quella sul parcheggio del Santuario, l’ennesima, e questo non è fare il bene della città... e io e Rocco lo scopriamo leggendo l’Ordine del giorno. Quando prende la parola in Aula incrociamo le dita perché non sappiamo cosa abbia intenzione di dire. Ora potrà fare il solista, sperando che il suo obiettivo sia fare opposizione alla maggioranza e non scontrarsi con noi. La scelta che abbiamo fatto riteniamo sia la più opportuna per concludere degnamente questi due anni di mandato che ci rimangono".

Infine ha precisato la sua posizione in Aula.

"Quanto al fatto che non dovremmo rimanere in Consiglio perché eletti con i voti della Lega - ha rimarcato - faccio presente che esiste anche il voto disgiunto: qualcuno che vota Pd ha poi dato la preferenza a me, perché si scelgono le persone. Io vado avanti e non aderisco a nessun altro movimento, sarò una consigliera indipendente".

Rocco Lombardo: "Modalità di commissariamento sbagliate ma ho anche ragioni politiche"

"Io sono favorevole al commissariamento della sezione se non funziona, ma non con queste modalità - ha asserito deciso - del resto se è stata chiusa la sede fisica è perché la gente non è più interessata. Né io né Castagna volevamo far parte del Direttivo della sezione ma all’ultimo abbiamo dovuto tappare il buco, come si suol dire, perché chi doveva entrare si era tirato indietro".

Lombardo ha condiviso le stesse critiche di Castagna a Prevedini.

"A livello di competenze di bilancio e di conoscenza del territorio levo tanto di cappello, tuttavia non gli è chiaro che siamo stati eletti in tre - ha osservato - Il mio sogno era di sedermi nella nostra sede e fare un preconsiglio prima di ogni seduta consiliare, dove poter discutere e coordinarci nella sede istituzionale. Invece la collaborazione si limitava a un sms quando c’era la riunione dei capigruppo e quando doveva comunicare le date di Consiglio e commissioni, tanto che a volte ci siamo trovati a dare un voto in commissione e un altro in Aula".

A differenza delle altre due dimissionarie però a spingerlo a lasciare il Carroccio c’è anche una ragione più profonda.

"La mia scelta ha radici anche politiche - ha rivelato - non condivido il programma di Salvini premier, domandiamoci, rispetto alla Lega Nord, chi ha tradito cosa.... E poiché da novembre è nato il Partito Popolare del Nord, il cui segretario federale è Roberto Castelli, l’ex ministro della Giustizia che ho stimato di più, ho deciso di aderire".

La replica di Prevedini

Il capogruppo della Lega in Consiglio comunale proprio non ci sta a prendersi colpe che non ritiene sue, e respinge fermamente tutte le accuse formulate dai colleghi di partito al mittente.

"La lettera con la mozione per sfiduciare la segretaria Stefania Milani è stata sollecitata da tutti all’interno della sezione - ha affermato Giuseppe Prevedini - compresi Rocco Lombardo e Diana Castagna, non raccontino storie. Questo perché in due anni e mezzo non ha mai convocato una riunione ed è venuta in Aula una sola volta. A causa del suo lavoro pare, non aveva tempo, del resto non c’è nulla di personale in tutto questo ma non ha fatto nulla e se ne è preso atto. La missiva peraltro è stata posta in un luogo accessibile a tutti». Poi, in merito alla sua presenza alla riunione del Direttivo Provinciale convocato a porte chiuse, ha risposto così: «Non ho idea del perché non siano stati invitati né perché lo sia stato Davide Leoni: so solo che lui ha chiesto a me di esserci, dato il mio ruolo e l’esperienza di ex sindaco, e l’ho accompagnato".

Quanto alla sua scarsa propensione al gioco di squadra con i colleghi consiglieri ha tagliato corto:

"Lo si fa con chi è interessato. Non hanno capito che siamo in minoranza, non si fanno i preconsigli, ognuno si informa sulle questioni all’Ordine del giorno e presenzia alle sedute consiliari e alle commissioni. Io ho sempre comunicato il dovuto. Ho presentato una sola interrogazione, quella sul parcheggio del Santuario per avere informazioni sull’udienza di gennaio, non ne ho fatto parola con loro perché sapevo con chi avevo a che fare e infatti, in Aula, Lombardo se ne è uscito con una frase come “La causa è persa” tanto che il sindaco Claudio Bolandrini gli ha chiesto “Persa per chi?” e allora si fermato".

Parole che certificano un forte malumore nel gruppo.

"Non coinvolgano gli altri per giustificare le loro scelte - ha concluso l’ex sindaco - evitino di accampare scuse".

Il peso del caso Nozza

Ma cosa c’è dietro la riunione a porte chiuse del Direttivo Provinciale? Perché la vicenda del referente della Lega per l’Area vasta omogenea Bassa bergamasca Andrea Nozza, già segretario di sezione a Romano, ha pesato sul commissariamento della sezione caravaggina? È presto detto. Nelle scorse settimane il leghista è stato oggetto di una mozione di sfiducia relativa all’incarico di referente d’area sottoscritta da diversi segretari di sezione, tra cui appunto anche Stefania Milani. La vera ragione di questa mozione, stando a quanto emerso, è che a fine anno Nozza ha consegnato una lettera in prima persona, Municipio per Municipio, ad alcuni primi cittadini leghisti: nella missiva quelli appartenenti all’ambito della Asst Bergamo Ovest chiedevano a Matteo Salvini di confermare il direttore generale dell’ospedale di Treviglio Peter Assembergs. Una lettera che anticipava di pochi giorni le nomine di Regione Lombardia relative alle varie aziende socio-sanitarie territoriali e alle Ats: per l’Asst Bergamo Ovest la scelta è ricaduta su Giovanni Palazzo. A firmare le missiva di Nozza erano stati Juri Imeri (sindaco di Treviglio), Mario Seghezzi (sindaco di Martinengo), Francesco Bramani (sindaco di Dalmine) e Matteo Macoli (sindaco di Ponte San Pietro). Quattro soli del territorio dell’azienda ospedaliera Bergamo Ovest. E sarebbe stato questa la molla che avrebbe fatto scattare la sottoscrizione della mozione di sfiducia da parte di diversi segretari di sezione. Molti sindaci del territorio infatti erano all’oscuro dell’iniziativa portata avanti da Nozza e non avevano gradito la mancata condivisione dell’azione politica.
Tuttavia, riunito il Direttivo Provinciale a porte chiuse, alla fine, dopo un delicato confronto Nozza è stato riconfermato.

"È un bravo ragazzo che ha sempre lavorato con tanto impegno e competenza per raggiungere gli obiettivi del partito, per il bene della comunità di Romano e del territorio della Bassa bergamasca" aveva commentato il segretario provinciale Fabrizio Sala.

Confermato Nozza, è saltata Milani.

Castelli: "Lombardo apripista, verrò al Consiglio"

Rocco Lombardo sarà il primo consigliere comunale del neonato Partito popolare del Nord - Autonomia e Libertà, e il segretario federale, l’ex ministro della Giustizia Roberto Castelli, plaude: "È un apripista".Il nuovo soggetto politico, che ha preso vita lo scorso novembre, opera in Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia, Trentino Alto Adige/Sudtirol, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Emilia Romagna e Marche, e si richiama ai valori che diedero origine alla Lega Lombarda e poi alla Lega Nord guidata da Umberto Bossi. Valori che ritiene sostanzialmente traditi dalla svolta imposta da Matteo Salvini.

"Faccio i complimenti Lombardo perché ci vuole coraggio per cambiare - ha commentato Castelli - i battistrada ne hanno sempre più degli altri. Credo che lui stia interpretando un sentimento che è molto comune fra tutti i leghisti: questa deriva centralista che Salvini ha imboccato da tanto tempo, e che ha tradito gli ideali della Lega, non è andata giù a tantissimi veri militanti. Noi abbiamo cercato di proporre un’alternativa che riporta ai valori tradizionali perché non vogliamo vengano dimenticati, la questione settentrionale esiste ed è di grande attualità. La Lega è diventata un doppione di Fratelli d’Italia, un partito centralista di destra, e tra l’originale e la copia alla fine la gente sceglie l’originale".

Poi una riflessione.

"La domanda che faccio all’elettorato della Lega è questa - ha continuato - come è possibile che chi votava un movimento federalista, quasi indipendentista, che ha addirittura fatto dei passaggi secessionisti, poi dia il consenso a un partito che è assolutamente centralista? Invito gli elettori delusi a meditare su questo fatto, noi siamo nati per dare un’alternativa e stiamo crescendo. Rocco fa da apripista, lo seguiranno altri». Poi l’annuncio di una visita in città: «Verrò a Caravaggio quando sarà convocato il Consiglio comunale - ha affermato - se poi Lombardo organizzerà qualche serata prima, per spiegare alla cittadinanza la sua posizione, noi siamo disponibili".

Seguici sui nostri canali